Castore (astronomia)

sistema stellare della costellazione dei Gemelli

Castore (α Gem / α Geminorum / Alfa Geminorum) è un sistema stellare visibile nella costellazione dei Gemelli. Avendo magnitudine compresa tra +1,58[7] e +1,59[1] è la seconda stella più brillante della costellazione, dopo Polluce, nonché la ventitreesima stella più luminosa del cielo notturno. Si trova a una distanza di circa 51 anni luce dalla Terra.

Castore Aa / Ba
ClassificazioneStella bianca di sequenza principale
Classe spettraleA: A1V[1]
B: A5Vm[2]
C: M1V + M1V[3]
Distanza dal Sole49,15 al (15,071 pc)[4]
CostellazioneGemelli
Coordinate
(all'epoca J2000.0)
Ascensione retta07h 34m 35,873s[5]
Declinazione+31° 53′ 17,82″[5]
Lat. galattica22,4793°[1]
Long. galattica187,4410°[1]
Dati fisici
Raggio medioAa: 2,089 R[3]
Ba: 1,648 R[3]
Ca e Cb:[N 1] 0,62[2] R
Massa
Aa: 2,371 M[3]
Ab: 0,386 M[3]
Ba: 1,789 M
Bb: 0,387 M
Ca e Cb:[N 1] 0,60[2] M
Acceleraz. di gravità in superficie4,0[6] / 4,25 log g[6]
Temperatura
superficiale
Aa: 9420±100[2] /
Ba: 8240±150 K[2]
Ca e Cb: 3820±100 K[2] (media)
Luminosità
33,1[2] / 11,4[2] L
Indice di colore (B-V)0,00[2] / 0,13[2]
Metallicità+0,38  [Fe/H][6] / −0,15  [Fe/H][6]
Età stimataAB: 290 milioni di anni[3]
C: 370 milioni di anni[2]
Dati osservativi
Magnitudine app.Combinata: +1,58[7] o +1,59[1]
A: +1,93[8]
B: +2,97[9]
C: +9,27
Magnitudine ass.+1,05[2] / +2,05[2]
Parallasse66,35±0,036 mas[3]
Moto proprioAR: −191,45 mas/anno
Dec: −145,19 mas/anno[5]
Velocità radiale+6,0±0,9 km/s[10]
Nomenclature alternative
Castore, α Gem, 66 Gem, YY Gem, BD +32 1581/2, FK5 287, GCTP 1785.00, Gl 278, HD 60178/60179, HIP 36850, HR 2891, LTT 12038, SAO 60198.

Coordinate: Carta celeste 07h 34m 35.873s, +31° 53′ 17.82″

Castore è un sistema formato da sei componenti, disposte in tre differenti coppie. Le prime due, Castore A e Castore B, sono due binarie spettroscopiche appartenenti alle prime sottoclassi della classe spettrale A, separate fra loro da 5,5 secondi d'arco[3]. La terza coppia, Castore C o YY Geminorum, è formata da due nane rosse ed è separata dalle prime due da circa 70 secondi d'arco[11].

La stella dà il nome all'Associazione di Castore, una associazione stellare che conta 16 membri accertati, fra cui Vega e Fomalhaut, aventi una probabile origine comune[12].

I nomi delle due stelle più brillanti della costellazione dei Gemelli, nonché il nome della costellazione stessa, derivano dai gemelli della mitologia greca e figli di Leda, Castore e Polluce[7][13][14].

Osservazione modifica

Posizione della stella nella costellazione dei Gemelli.

Il sistema di Castore può essere osservato da tutte le aree abitate della Terra, ma principalmente dall'emisfero boreale: la sua declinazione, pari a circa 32°N, fa sì che alle latitudini scandinave sia circumpolare, mentre alle latitudini medie europee, mediterranee, statunitensi e dell'Asia centrale resti ben visibile per gran parte delle notti dell'anno, in particolare da ottobre a metà giugno; l'astronomo Robert Grant Aitken scrisse che il loro periodo di maggiore visibilità fosse nelle "prime ore serali di gennaio"[13]. Più penalizzata risulta l'osservazione dall'emisfero australe, specie dalle latitudini più meridionali, ove è osservabile per un periodo di tempo minore. Risulta comunque invisibile solo a partire dal parallelo 58°S, cioè solo dal continente antartico.

Il suo riconoscimento è facilitato dalla presenza, a 4° e mezzo[13][15], della stella Polluce (β Geminorum); da questa coppia di stelle, coincidenti con le teste dei due gemelli che la costellazione intende rappresentare, partono due concatenazioni di stelle che sembrano puntare in direzione di Orione. Avendo magnitudine +1,15[16], Polluce è più luminosa di Castore. Tuttavia, benché solitamente la nomenclatura di Bayer assegni la lettera α alla stella più luminosa di una costellazione, la lettera β alla stella che segue in ordine di luminosità e così via, nel caso di Castore e Polluce la situazione è invertita. Per spiegare questa discrepanza è stato ipotizzato che una delle due stelle abbia cambiato la propria luminosità negli ultimi secoli. Tuttavia Barrett (2006)[17] controargomenta che in primo luogo non si tratterebbe dell'unico caso in cui la sequenza delle lettere non rispetta l'ordine di luminosità. In secondo luogo, Bayer aveva due buoni motivi per non seguire l'ordine consueto: innanzitutto, quando si elencano i due Dioscuri, è uso mettere Castore e non Polluce al primo posto; inoltre, trovandosi Castore a nord-ovest di Polluce, la prima precede la seconda nel suo moto notturno intorno al polo celeste. Barrett (2006) ne conclude che non è possibile inferire un cambiamento di luminosità delle due stelle sulla sola base dell'assegnazione delle lettere da parte di Bayer[17].

Storia delle osservazioni modifica

 
Giovanni Cassini in una litografia ottocentesca

La natura di stella doppia di Castore fu scoperta nel 1678 dall'italiano Giovanni Cassini, astronomo a Parigi presso la corte di Luigi XIV[18] e confermata nel 1719 dall'astronomo inglese James Bradley[19] e dal suo maestro James Pound[3][13]. Si trattava di una delle prime stelle doppie ad essere riconosciuta[13]. Quarat'anni dopo questa scoperta, Bradley notò che la line di congiunzione dei due corpi aveva cambiato direzione, con un angolo di circa 30°, non intuendo che ciò fosse dovuto alla loro mutua interazione gravitazionale. Fu soltanto nel 1803 che Sir William Herschel, già scopritore del pianeta Urano, dopo 25 anni di osservazione di sei stelle doppie (tra cui Castore), arrivò ad affermare che "le due stelle formano un unico sistema, secondo le leggi dell'attrazione"[13]. Si trattava della prima conferma empirica che le leggi della gravitazione universale di Newton valessero anche al di fuori del sistema solare[3].

Nel 1896 Aristarch Belopol'skij presso l'osservatorio di Pulkovo scoprì che Castore B era una binaria spettroscopica con un periodo di 2,9 giorni, mentre e nel 1904 Heber Doust Curtis, che lavorava presso l'osservatorio Lick, scoprì la natura binaria di Castore A e il suo periodo di 9,2 giorni[3][13][20]. Infine, Alfred Harrison Joy e Roscoe Frank Sanford negli anni 10 del XX secolo scoprirono che Castore C aveva lo stesso moto proprio e la stessa parallasse delle altre due componenti e che quindi era anch'essa una componente del sistema; inoltre nel 1916 essi scoprirono che era anch'essa una binaria spettroscopica[21], mentre Henry Norris Russell scoprì che la massa dell'intero sistema era circa 6,5 volte quella del Sole[13].

Ambiente galattico e distanze modifica

 
La struttura della Bolla Locale. Si apprezza la posizione di Castore, del Sole e di altre stelle. L'immagine è orientata in modo che le stelle più vicine al centro galattico si trovino nella parte alta della stessa.

La nuova riduzione dei dati astrometrici del telescopio spaziale Hipparcos risalente al 2007 ha portato a un nuovo calcolo della parallasse di Castore, che è risultata essere 64,12 ± 3,75 mas[5]. Si tratta di un margine di incertezza molto alto. Il catalogo di Gaia non riporta la parallasse delle stelle brillanti come Castore AB, ma riporta quella della componente C del sistema di Castore, che è una stella debole di nona magnitudine. Il valore riportato da Gaia per questa componente è 66,350 ± 0,036 mas[3], in cui il margine di errore è molto più basso. Pertanto, assumendo un tale valore, la distanza di Castore dalla Terra è pari a 1/0,06635 pc, ossia 15,071 pc, equivalenti a 49,15 anni luce. Castore è quindi una stella relativamente a noi vicina, che condivide lo stesso ambiente galattico del Sole. In particolare, si trova come il Sole all'interno della Bolla Locale, una "cavità" del mezzo interstellare presente nel Braccio di Orione, uno dei bracci galattici della Via Lattea. Le coordinate galattiche di Castore sono 187,44° e 22,47°[1]. Una longitudine galattica di circa 187° significa che la linea ideale che congiunge il Sole e Castore, se proiettata sul piano galattico, forma con la linea ideale che congiunge il Sole con il centro galattico un angolo di circa 187°. Ciò significa che, preso il Sole come punto di riferimento, il centro galattico e Castore si trovano in direzioni quasi opposte. Di conseguenza Castore è leggermente più lontana dal centro galattico di quanto non sia il Sole. Una latitudine galattica di poco più di 22° significa che Castore si trova poco più a nord rispetto al piano su cui sono posti il Sole e il centro galattico.

La stella più vicina a Castore è GJ 1096, una nana rossa di classe spettrale M4 e magnitudine apparente 14,4[22], distante 5,2 anni luce da Castore[23]. Per trovare una stella più luminosa del Sole, bisogna allontanarsi 8 anni luce da Castore, ove si trova ρ Geminorum, una stella di classe F0V, avente magnitudine apparente 4,16[24]. A 11 anni luce, invece si trova 37 Geminorum, una stella di classe spettrale G0[25]. Pur apparendo relativamente vicine nel cielo, Castore e Polluce non hanno alcun legame fisico: le due stelle infatti sono visibili nella stessa direzione del cielo, ma Castore dista 17 anni luce in più di Polluce e, pur essendo intrinsecamente più luminosa, appare meno brillante vista dalla Terra.

L'associazione di Castore modifica

Il sistema di Castore fa parte dell'associazione stellare che prende il suo nome, l'associazione di Castore, composta da stelle relativamente vicine al Sole, che condividono lo stesso movimento rispetto al sistema di riposo locale. Questa associazione, scoperta nel 1990[26], comprende almeno 16 membri fra cui, oltre a Castore, Fomalhaut, Vega, Alderamin (α Cephei) e Zubenelgenubi (α Librae). È probabile che le stelle abbiano una origine comune e che quindi siano nate tutte più o meno nello stesso periodo di tempo. Basandosi sulle tracce evolutive delle varie stelle appartenenti all'associazione e su altri dati, come l'abbondanza di litio, l'età dell'associazione è stata stimata in 200 ± 100 milioni di anni[23][12]. È quindi presumibile che l'età di Castore si avvicini a questi valori. In effetti, Torres e colleghi (2022), sulla base della massa, del raggio, della metallicità e della luminosità nelle diverse bande della componente Aa del sistema di Castore, deducono una età di 290 milioni di anni[3].

Il cielo visto da Castore modifica

 
Il Sole visto da Castore, in una simulazione di Celestia, apparirebbe nella costellazione del Sagittario come una debole stellina di 6ª magnitudine, non lontano da Sirio, Procione e Polluce.

La stella più brillante vista da un ipotetico osservatore nei pressi del sistema sarebbe Capella, che a 25 anni luce di distanza avrebbe una magnitudine superiore a −2, seguita da Canopo che avrebbe magnitudine −0,61. La terza stella in ordine di luminosità sarebbe Polluce, che avrebbe magnitudine −0,28, e sarebbe seguita da ρ Geminorum, una stella tripla che avrebbe una magnitudine complessiva di −0,16 ed è il sistema stellare più vicino a Castore, trovandosi a 6,8 anni luce di distanza. Un'altra stella tripla, δ Geminorum, sarebbe molto più brillante che vista dalla Terra, poiché trovandosi a soli 14 anni luce da Castore brillerebbe di magnitudine 0,31. Molto più debole sarebbe invece Sirio, che distante 46 anni luce da Castore avrebbe una magnitudine di 2,2.[27]

Il Sole invece apparirebbe come una stella di sesta magnitudine, appena visibile a occhio nudo, nella costellazione del Sagittario[27].

Il sistema stellare modifica

Aa
Periodo = 9.212 g
Ab
Separazione = 5,5 arcsec
Ba
Periodo = 2,928 g
Bb
Separazione = 71 arcsec
Ca
Periodo = 0,814 g
Cb

Gerarchia delle orbite del sistema di Castore[3][2]

Il sistema AB modifica

La coppia AB non ha ancora terminato di compiere una intera rivoluzione da quando sono state compiute le prime osservazioni astrometriche[3]. La separazione della coppia nel 2022 era di circa 5,5'' ed era in aumento[3]. La separazione massima di 7,35'' si verificherà nel 2085, mentre nel 1985 era di soli 2,61''[11]. Per calcolare i parametri dell'orbita, Torres e colleghi (2022) si sono basati su osservazioni interferometriche compiute presso il Chara Array dell'osservatorio di Monte Wilson e su misurazioni spettroscopiche compiute dallo strumento TRES gestito dallo Smithsonian Astrophysical Observatory e dell'università dell'Arizona. Essi hanno calcolato un periodo orbitale di 459 ± 2,3 anni, una eccentricità orbitale di 0,338, una inclinazione orbitale di 115,1° e un argomento del pericentro della componente B di 251,8°. Il semiasse maggiore dell'orbita è di 6,722''[3]. Alla distanza calcolata da Gaia, ciò significa che la distanza media fra le due componenti è di 101 UA (poco più di 15 miliardi di km)[N 2], ma l'eccentricità orbitale le porta ad avvicinarsi fino a 71 UA all'apoastro e ad allontanarsi fino a 138 UA all'afrastro[28]. Le leggi di Keplero permettono di calcolare la massa combinata delle due componenti, che ammonta a 4,9 M[3].

Castore A modifica

Castore A ha classe spettrale A1V e una magnitudine apparente di 1,93[8]; la sua luminosità è di 33 L[2]. Si tratta in realtà di una binaria spettroscopica, le cui due componenti sono state chiamate Castore Aa e Castore Ab. Esse sono state risolte per la prima volta da un interferometro nel 2022[3]. Distano mediamente 18 milioni di km e orbitano l'una intorno all'altra con un periodo di 9,212 giorni; l'eccentricità orbitale è 0,487[3].

Castore Aa dovrebbe essere una stella bianca di sequenza principale di classe A1. Cayrel de Strobel et al. (1992) stimano una temperatura superficiale di 10 286 K[6], mentre Torres & Ribas (2002) riportano un valore di 9420 ± 100 K, basato sugli indici di colore della stella[2]. Cayrel de Strobel et al. (1992) riportano una metallicità di poco superiore a quella solare[6]. Dai parametri orbitali, Torres e colleghi (2022) deducono una massa di 2,37 M[3]. Le loro osservazioni interferometriche hanno inoltre portato a una stima del raggio, che è risultato essere circa due volte quello del Sole. Infine, Cayrel de Strobel et al. (1992) stimano una gravità superficiale in 4,0 logg[6].

Castore Ab è una stella nana, di classe incerta. Essa ha tuttavia una massa di 0,39 M[3]. Essa quindi dovrebbe appartenere alle prime sottoclassi della classe spettrale M oppure alle ultime della classe spettrale K.

Castore B modifica

Castore B è una stella di classe spettrale A2Vm o, più probabilmente, A5Vm e magnitudine apparente 2,97[9][23]; la sua luminosità ammonta a 11 L[2]. Essa è un sistema binario le cui componenti sono state chiamate Castore Ba e Castore Bb. La coppia è stata per la prima volta risolta da un interferometro da Torres e colleghi (2022)[3]. Le due stelle sono distanti solo 8 milioni di km e orbitano l'una intorno all'altra con un periodo di 2,928 giorni in un'orbita quasi circolare (e = 0,01)[23][3]. Castore Ba è una stella di classe A5Vm[2]. Cayrel de Strobel et al. (1992) calcolano una temperatura superficiale di 8842 K[6], mentre Torres & Ribas (2002), basandosi sugli indici di colore, riportano un valore di 8240 ± 150 K[2]. Torres e colleghi (2022), in base ai parametri orbitali della coppia, valutano una massa di 2,17 M[3]. Misure interferometriche portano a stimare un raggio pari a 1,64 R[3]. Infine, Cayrel de Strobel et al. (1992) riportano una gravità superficiale di logg = 4,25[6].

La lettera m che segue la classe spettrale indica che si tratta di una stella a linee metalliche: tali stelle mostrano forti linee di assorbimento, spesso variabili, di alcuni metalli quali lo zinco, lo stronzio, lo zirconio e il bario, mostrando invece carenze di altri elementi, come il calcio e lo scandio[29]. Queste anomalie si presentano quando alcuni elementi, che assorbono più radiazione, vengono spinti verso la superficie, mentre altri affondano a causa della forza di gravità verso le parti interne dell'astro. Tale effetto avviene solamente se la stella ha una bassa velocità di rotazione. Normalmente, le stelle di tipo A ruotano su se stesse piuttosto velocemente, ma di solito le stelle Am non lo fanno in quanto sono membri di un sistema binario in cui la rotazione stellare è stata rallentata dalle forze mareali causate dalla compagna[29].

 
Castore come appare visto da un telescopio amatoriale di media potenza (Ø ca 200 mm). La stella rossa non lontano dalla coppia A-B, SAO 60199 di magn. 8,1, non ha legami col sistema.

Castore Bb è una stella nana di classe incerta. Tuttavia, avendo una massa di 0,39 M[3], molto simile a quella di Castore Ab, dovrebbe anche essa appartenere alla prime sottoclassi della classe M o alle ultime della classe K.

Castore è stata intensamente studiata agli raggi X negli anni 1984-2000 mediante l'ausilio dei telescopi spaziali EXOSAT, ASCA, ROSAT, XMM-Newton e Chandra[30][31][32][33][34]. Le osservazioni hanno rivelato, che sebbene la coppia AB sia meno luminosa ai raggi X della componente C di quattro volte[32], anch'essa emette in questa lunghezza d'onda sia radiazione quiescente, sia flare. C'è dibattito fra gli studiosi circa l'interpretazione da dare a questa emissione: infatti le stelle di classe spettrale A presentano una superficie radiativa e quindi non dovrebbero originare raggi X in corone tipiche delle stelle di classe M-G, che possiedono invece superfici convettive; d'altra parte le stelle di classe A non presentano neppure i potenti venti stellari delle stelle di tipo B e O, dove si originano raggi X in seguito a collisioni fra i gas scagliati ad alte velocità. Ci si aspetterebbe quindi di non osservare emissioni di raggi X in queste stelle. Pallavicini et al. (1990) hanno per primi avanzato l'ipotesi che la radiazione X proveniente dalla coppia AB si origini nelle compagne non visibili delle principali di tipo A. Come tutte le giovani stelle di tipo M, esse emetterebbero raggi X originati in corone e brillamenti[30]. Schmitt et al. (1994) hanno messo in dubbio questa ipotesi. In primo luogo, essi affermano che i raggi X proverrebbero solo da Castore A e non da Castore B. In secondo luogo, essi ritengono improbabile che l'emissione di raggi X sia originata da Castore Ab[32]. Tuttavia questi risultati sono stati smentiti in studi successivi: M. Güdel et al. (2001) hanno rilevato la presenza di raggi X emessi sia da Castore A che da Castore B[33]; Stelzer e Burwitz (2003) hanno confermato questo risultato e, analizzando il flusso e i flare dei raggi X, hanno evidenziato che esso è quello tipico emesso dalle stelle di tipo M o K, confortando in tal modo l'ipotesi che si originino in Castore Ab e Castore Bb[34].

Castore C (YY Geminorum) modifica

Castore C (chiamata anche YY Geminorum) è una stella di classe spettrale dM1e o M0.5VeFe[35], ove la lettera d indica che si tratta di una stella nana e la lettera e che lo spettro è caratterizzato da prominenti linee di emissione. La sua magnitudine apparente in luce visibile è 9,27[35]. Nel 2013 essa distava a poco più di 70'' dalla coppia AB[11] con la quale condivide la stessa parallasse e lo stesso moto proprio. La distanza angolare fra le componenti AB e quella C sta diminuendo lentamente[11]. Castore C dista dalla coppia AB almeno 1000 UA (150 miliardi di km circa) e compie un'orbita intorno ai quattro astri centrali in almeno 14 500 anni[3][28]. Tuttavia Anosova & Orlov (1991) stimano che l'orbita di Castore C ha il 40% di probabilità di essere ellittica e il 60% di essere iperbolica. Nel caso l'orbita si dovesse rivelare iperbolica, Castore C sarebbe solo temporaneamente legata al sistema AB e si allontanerà da esso nelle prossimi migliaia di anni[36].

Castore C è una binaria sia spettroscopica sia ad eclisse, cioè le due stelle si eclissano a vicenda durante il loro moto orbitale. Ciò permette di studiare con precisione la loro orbita e di ricavarne con margini di incertezza bassi i loro parametri principali. Poiché si conoscono poche altre coppie di nane rosse per le quali siano ricavabili con così precisione le caratteristiche, YY Gem costituisce un astro molto importante per lo studio di questa classe di stelle di piccola massa[2].

Torres & Ribas (2002)[2] rappresenta il più approfondito studio dei parametri orbitali e delle caratteristiche fondamentali delle due stelle del sistema. Esso si basa su misurazioni spettroscopiche effettuate dagli autori presso lo Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics nonché sulle misurazioni fotometriche compiute da Kron (1952)[37] e da Leung & Schneider (1978)[38]. L'orbita delle due stelle è quasi circolare (e = 0,003) e inclinata di 86,29° ± 0,10° rispetto alla volta celeste; essa è cioè vista quasi di taglio e ciò spiega perché le due componenti, viste dalla Terra, si eclissano a vicenda. Il periodo orbitale è di 0,81428 giorni, corrispondenti a circa 19,54 ore. Un periodo così breve indica che le due componenti sono molto vicine fra loro: 2,7 milioni di km. Le due componenti, entrambe di classe M1Ve, presentano delle semiampiezze della variazione della loro velocità radiale molto vicine (121,18 ± 0,42 km/s e 120,51 ± 0,42 km/s), il che permette di inferire che hanno masse molto simili (MCa/MCb = 1,0056 ± 0,0050) e di conseguenza caratteristiche quasi uguali. Torres & Ribas (2002) deducono una massa di 0,5975 ± 0,0047 M per la componente Cb e una massa di 0,6009 ± 0,0047 M per la componente Ca. I due astri hanno di conseguenza luminosità molto simili, la cui media è 0,0733 ± 0,0015 L e temperature superficiali uguali di 3820 K. I raggi delle due stelle hanno anch'essi valori molto vicini e la loro media è 0,6191 ± 0,0057 R. Dalla massa e dal raggio si può dedurre una densità media di 3,56 ± 0,10 g/cm3 e una gravità di superficie di 4,63 logg. Inoltre, Torres & Ribas (2002) deducono un valore di   di 37 ± 2 km/s. Assumendo che gli assi di rotazione delle due stelle siano perpendicolari al piano orbitale, questo valore dovrebbe essere molto vicino alla velocità di rotazione effettiva.

Le due stelle di YY Gem sono entrambe molto attive e come diverse nane rosse relativamente giovani sono stelle a brillamento[34]. È stata rilevata la presenza in entrambe le componenti di estese macchie stellari presenti a basse e medie latitudini e particolarmente concentrate intorno alla latitudine 45°[39]. Entrambe le componenti emettono inoltre raggi X, derivanti sia dalle corone che circondano le stelle sia da brillamenti[40][41][42]. Le osservazioni effettuate mediante il telescopio spaziale XMM-Newton hanno suggerito che le corone si estendono per circa 1-4 milioni di km sopra la superficie delle stelle e hanno temperature comprese fra 2 e 15 milioni di K, sebbene durante i brillamenti si possano raggiungere i 40 milioni di K[33]. In ogni caso sembra che le componenti più cospicue della corona abbiamo temperature comprese fra 2 e 4 milioni di K[43]. Esse sono distribuite disomogeneamente con maggiori concentrazioni intorno alla latitudine 50°, coerentemente con la distribuzione delle macchie[33]. Durante i flare sono stati rilevati nel 2000 anelli di materiale aventi lunghezze dell'ordine di 10 000 km, cioè circa il 5% del raggio delle stelle, che si dipartono dalla superficie[43]. Tuttavia in uno studio successivo compiuto mediante il telescopio spaziale Chandra sono riportati anelli di dimensione molto maggiore che si estendono fino a 1,8 R* sopra la superficie delle due componenti. Questo porta a presumere che ci siano delle interazioni fra le corone delle due stelle[39].

Prospetto del sistema modifica

 
Il sistema di Castore

La tabella sottostante riporta le caratteristiche salienti delle componenti del sistema:

Parametro Componente
Aa Ab Ba Bb Ca Cb
Tipo spettrale A1 V M5 V? A5 Vm M2 V? M1 Ve M1 Ve
Massa (M) 2,37 0,39 1,79 0,39 0,60 0,60
Raggio (R) 2,09 ? 1,65 ? 0,62 0,62


Etimologia e cultura modifica

 
Illustrazione dei Gemelli ad opera di John Flamsteed.

La stella deriva il suo nome dall'omonimo Dioscuro, esperto nell'arte dell'equitazione, figlio, assieme al gemello Polluce, di Zeus e Leda, regina di Sparta[7][13] e fratelli di Elena, in futuro conosciuta come Elena di Troia, e Clitemnestra, poi moglie di Agamennone[14]. Nella rappresentazione tradizionale della costellazione, le stelle Castore e Polluce sono identificate con le teste dei due gemelli[44]. Da questa identificazione deriva anche uno dei nomi arabi di Castore Al Rās al Taum al Muḳaḍḍim, che significa "la testa del primo gemello"[44]. Tuttavia Castore è stata identificata, all'interno della cultura dell'antica Grecia, anche con il dio Apollo; da questa identificazione derivano una serie di nomi quali Aphellon, Aphellan, Apullum, Aphellar, Avellar, che sono stati utilizzati almeno fino al XVIII secolo, da astronomi come John Flamsteed[44].

La vicinanza apparente delle due stelle e la loro luminosità ha fatto sì che ricevessero un nome comune in molte culture: in India venivano chiamati Açvini ("i cavalieri") o Mithuna ("il ragazzo e la ragazza"); in Persia Du Paikar ("le due figure"), nell'antico Egitto rappresentavano due divinità collegate, Horus il giovane e Horus il vecchio, mentre in Assiria venivano chiamati Mas-mas ("i gemelli"). Presso i babilonesi le due stelle erano chiamate Mas-tab-ga-gal-gal ("i grandi gemelli") e Castore Mash-mashu-Mahrū, ossia "l'occidentale dei gemelli" ed era segnalata come undicesima costellazione eclittica. Nel calendario induista, Castore e Polluce indicavano la settima nakshatra, una delle 27 case in cui era divisa l'eclittica, il cui nome era Punarvasu, che significa "i due dei"[44].

Nel catalogo delle stelle nel Calendarium di Muhammad al-Akhsasi al-Muwaqqit, sceicco della Grande Moschea del Cairo nel XVII secolo, Castore è chiamata Aoul al Dzira, che significa "il primo (artiglio) della zampa", riferendosi alla figura mitologica di un enorme leone di nome Asad, immaginata dai nomadi del deserto[45]. Nella tradizione araba, la stella era anche conosciuta come Al-Ras al-Taum al-Muqadim, letteralmente "la testa del primo gemello". Ciò nonostante, secondo l'astronomo Al-Tizini, il primo nome con cui venne chiamata fu Al Awwal al Dhirāʽ, ovvero "la prima nel braccio", molto simile dunque al nome registrato da al-Muwaqqit, poichè la costellazione dei Gemelli veniva rappresentata come un enorme leone, dal nome di Asad, presente nella folkloristica dei nomadi del deserto[44].

In cinese ci si riferiva con 北 河 (Běi Hé), che significa "Fiume del Nord", ad un asterismo composto da Castore, ρ Geminorum, e Polluce. Di conseguenza, Castore era conosciuta come 北 河 二 (Běi Hé Er), "la seconda stella del Fiume del Nord"[46].

In astrologia si crede che doni un intelletto sottile, successo nei viaggi, rapidi successi e fama, che possono essere tuttavia spesso seguiti da disgrazie, perdite e malattie. I nati sotto questa stella sarebbero inoltre inclini alla malizia e alla violenza[47].

Note modifica

Note al testo
  1. ^ a b Le due componenti sono identiche
  2. ^ Questa misura è ricavabile ricordando che un arcosecondo è equivalente a 4,86×10−6 radianti. Per le leggi della trigonometria quindi la distanza di un arcosecondo equivale alla distanza dalla Terra moltiplicato 4,86×10−6. Dalla distanza calcolata da Gaia e dalla misura del semiasse maggiore dell'orbita è dunque ricavabile la distanza effettiva fra le due componenti della coppia.
Fonti
  1. ^ a b c d e f Castor - Double or Multiple Star, su SIMBAD, Centre de données astronomiques de Strasbourg. URL consultato il 18 agosto 2013.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u G. Torres, I. Ribas, Absolute Dimensions of the M-Type Eclipsing Binary YY Geminorum (Castor C): A Challenge to Evolutionary Models in the Lower Main Sequence, in The Astrophysical Journal, vol. 567, n. 2, 2002, pp. 1140-1165, DOI:10.1086/338587. URL consultato il 1º settembre 2013.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab Guillermo Torres et al., The Orbits and Dynamical Masses of the Castor System, in The Astronomical Journal, vol. 941, n. 1, 2022, DOI:10.3847/1538-4357/ac9d8d. URL consultato il 25 marzo 2024.
  4. ^ Da parallasse.
  5. ^ a b c d F. van Leeuwen, Validation of the new Hipparcos reduction, in Astronomy and Astrophysics, vol. 474, n. 2, 2007, pp. 653-664, DOI:10.1051/0004-6361:20078357. URL consultato il 2 febbraio 2013.
  6. ^ a b c d e f g h i Cayrel de Strobel et al., A catalogue of Fe/H determinations - 1991 edition, in Astronomy and Astrophysics Supplement Series, vol. 95, n. 2, 1992, pp. 273-336. URL consultato il 27 agosto 2013.
  7. ^ a b c d (EN) T. Editors of Encyclopaedia Britannica, Castor, star, in Encyclopaedia Britannica, 10 novembre 2023. URL consultato il 4 aprile 2024.
  8. ^ a b Castor A, su SIMBAD, Centre de données astronomiques de Strasbourg. URL consultato il 26 agosto 2013.
  9. ^ a b Castor B, su SIMBAD, Centre de données astronomiques de Strasbourg. URL consultato il 30 agosto 2013.
  10. ^ D. S. Evans, A. H. Batten, J. F. Heard, The Revision of the General Catalogue of Radial Velocities, Determination of Radial Velocities and their Applications, Proceedings from IAU Symposium no. 30, tenuto alla University of Toronto il 20-24 giugno 1966, Londra, Academic Press, 1967. URL consultato il 3 febbraio 2013.
  11. ^ a b c d W. D. Heintz, The Castor system, in Astronomical Society of the Pacific, vol. 100, 1988, pp. 834-838, DOI:10.1086/132244. URL consultato il 18 agosto 2013.
  12. ^ a b D. Barrado y Navascues, The Castor moving group. The age of Fomalhaut and Vega, in Astronomy and Astrophysics, vol. 339, 1998, pp. 831-839. URL consultato il 18 agosto 2013.
  13. ^ a b c d e f g h i (EN) R. G. Aitken, The Story of Castor, in Astronomical Society of the Pacific Leaflets, vol. 1, n. 49, febbraio 1933, pp. 199-202. URL consultato il 4 aprile 2024.
  14. ^ a b (EN) Castor and Pollux, su UALR TV, University Academy of Little Rock, 4 dicembre 2919. URL consultato il 4 aprile 2024.
  15. ^ F. Schaaf, The Brightest Stars: Discovering the Universe through the Sky's Most Brilliant Stars, John Wiley & Sons, Incorporated, 2008, pp. 224-229, ISBN 978-0-471-70410-2.
  16. ^ Pollux -- Variable Star, su SIMBAD, Centre de données astronomiques de Strasbourg. URL consultato il 19 agosto 2013.
  17. ^ a b A. Barrett, Johann Bayer and the Relative Magnitudes of α and β Geminorum, in Journal of the Royal Astronomical Society of Canada, vol. 100, n. 4, 2006, p. 156. URL consultato il 19 agosto 2013.
  18. ^ Enrico Moltisanti, Le stelle doppie, Milano, Sirio srl, 1998, p. 16, ISBN 88-203-2650-7.
  19. ^ Hartmut Frommert, Double Stars, su spider.seds.org. URL consultato il 20 agosto 2013.
  20. ^ H. D. Curtis, The system of Castor, in Astrophysical Journal, vol. 23, 1906, pp. 351-369, DOI:10.1086/141352. URL consultato il 20 agosto 2013.
  21. ^ A. H. Joy, R. F. Sanford, The dwarf companion to Castor as a spectroscopic binary and eclipsing variable, in The dwarf companion to Castor as a spectroscopic binary and eclipsing variable, vol. 64, 1926, pp. 250-257, DOI:10.1086/143009. URL consultato il 20 agosto 2013.
  22. ^ GJ 1096 - Flare star, su SIMBAD, Centre de données astronomiques de Strasbourg. URL consultato il 22 agosto 2013.
  23. ^ a b c d Castor 6, su SolStation. URL consultato il 4 marzo 2012.
  24. ^ LTT 12027 -- High proper-motion Star, su SIMBAD, Centre de données astronomiques de Strasbourg. URL consultato il 22 agosto 2013.
  25. ^ 37 Gem, su SIMBAD, Centre de données astronomiques de Strasbourg. URL consultato il 22 agosto 2013.
  26. ^ J. P. Anosova, V. V. Orlov, The dynamical evolution of the nearby multiple stellar systems ADS 48, ADS 6175 (Alpha Geminorum = Castor), Alpha Centauri, and ADS 9909 (Xi Scorpii), in Astronomy & Astrophysics, vol. 252, 1991, pp. 123–126. URL consultato il 24 agosto 2013.
  27. ^ a b Come verificato tramite il software di simulazione spaziale Celestia
  28. ^ a b Jim Kaler, Castor, su stars.astro.illinois.edu, University of Illinois. URL consultato il 31 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2013).
  29. ^ a b David Darling, Am star, su Encyclopedia of Science. URL consultato il 31 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2017).
  30. ^ a b R. Pallavicini et al., Flaring and quiescent X-rays from Castor, in Astronomy and Astrophysics, vol. 227, n. 2, 1990, pp. 483-489. URL consultato il 29 agosto 2013.
  31. ^ E. V. Gotthelf et al., An ASCA observation of the Castor system, in Astrophysical Journal - Letters, vol. 436, n. 1, 1994, pp. L91-L94, DOI:10.1086/187640. URL consultato il 29 agosto 2013.
  32. ^ a b c J. H. Schmitt, M. Guedel, P. Predehl, Spatially resolved X-ray and radio observations of Castor A+B+C, in Astronomy and Astrophysics, vol. 287, 1994, pp. 843-851. URL consultato il 29 agosto 2013.
  33. ^ a b c d M. Güdel et al., The XMM-Newton view of stellar coronae: Coronal structure in the Castor X-ray triplet, in Astronomy and Astrophysics, vol. 365, 2001, pp. L344-L352, DOI:10.1051/0004-6361:20000040. URL consultato il 29 agosto 2013.
  34. ^ a b c B. Stelzer, V. Burwitz, Castor A and Castor B resolved in a simultaneous Chandra and XMM-Newton observation, in Astronomy and Astrophysics, vol. 402, maggio 2003, pp. 719–728, DOI:10.1051/0004-6361:20030286. URL consultato il 31 agosto 2013.
  35. ^ a b V* YY Gem -- Variable of BY Dra type, su SIMBAD, Centre de données astronomiques de Strasbourg. URL consultato il 31 agosto 2013.
  36. ^ J. P. Anosova, V. V. Orlov, The dynamical evolution of the nearby multiple stellar systems ADS 48, ADS 6175 (Alpha Geminorum = Castor), Alpha Centauri, and ADS 9909 (Xi Scorpii), in Astronomy and Astrophysics, vol. 252, n. 1, 1991, pp. 123-126. URL consultato il 1º settembre 2013.
  37. ^ G. E. Kron, A Photoelectric Study of the Dwarf M Eclipsing Variable YY Geminorum, in Astrophysical Journal, vol. 115, 1952, pp. 301-319, DOI:10.1086/145541. URL consultato il 2 settembre 2013.
  38. ^ K.-C. Leung, D. P. Schneider, YY Geminorum. I - Photometry and absolute dimensions, in Astronomical Journal, vol. 83, 1978, pp. 618-625, DOI:10.1086/112244. URL consultato il 2 settembre 2013.
  39. ^ a b G. A. Hussain et al., Chandra study of the eclipsing M dwarf binary, YY Gem, in The Authors Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 423, n. 1, 2012, pp. 493-504, DOI:10.1111/j.1365-2966.2012.20894.x. URL consultato il 5 settembre 2013.
  40. ^ J. G. Doyle et al, A periodicity in the flaring rate on the eclipsing binary YY Geminorum, in Astronomy and Astrophysics, vol. 232, n. 1, 1990, pp. 83-88. URL consultato il 5 settembre 2013.
  41. ^ J. D. Doyle, M. Mathioudakis, Flare activity and orbital rotation of YY Geminorum, in Astronomy and Astrophysics, vol. 227, n. 1, 1990, pp. 130-132. URL consultato il 5 settembre 2013.
  42. ^ V. Tsikoudi, B. J. Kellett, ROSAT All-Sky Survey X-ray and EUV observations of YY Gem and AU Mic, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 319, n. 4, 2000, pp. 1147-1153, DOI:10.1046/j.1365-8711.2000.03905.x. URL consultato il 5 settembre 2013.
  43. ^ a b B. Stelzer et al., Simultaneous X-ray spectroscopy of YY Gem with Chandra and XMM-Newton, in Astronomy and Astrophysics, vol. 392, 2002, pp. 585-598, DOI:10.1051/0004-6361:20021188. URL consultato il 7 settembre 2013.
  44. ^ a b c d e (EN) Richard Hinckley Allen, Gemini, in Star Names — Their Lore and Meaning, Courier Dover Publications, 1889, pp. 230-233, ISBN 0-486-21079-0. URL consultato il 7 settembre 2013.
  45. ^ E. B. Knobel, Al Achsasi Al Mouakket, on a catalogue of stars in the Calendarium of Mohammad Al Achsasi Al Mouakket, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 55, giugno 1985, pp. 429-438. URL consultato l'8 settembre 2013.
  46. ^ (ZH) 陳久金, 中國星座神話, 台灣書房出版有限公司, 2005, ISBN 978-986-7332-25-7.
  47. ^ Vivian E. Robson, Castor, su constellationsofwords.com. URL consultato l'8 settembre 2013.

Bibliografia modifica

Testi generici modifica

  • (EN) E. O. Kendall, Uranography: Or, A Description of the Heavens; Designed for Academics and Schools; Accompanied by an Atlas of the Heavens, Philadelphia, Oxford University Press, 1845.
  • (EN) John Gribbin, Mary Gribbin, Stardust: Supernovae and Life—The Cosmic Connection, Yale University Press, 2001, ISBN 0-300-09097-8.
  • AA.VV, L'Universo - Grande enciclopedia dell'astronomia, Novara, De Agostini, 2002.
  • J. Gribbin, Enciclopedia di astronomia e cosmologia, Milano, Garzanti, 2005, ISBN 88-11-50517-8.
  • J. Lindstrom, Stelle, galassie e misteri cosmici, Trieste, Editoriale Scienza, 2006, ISBN 88-7307-326-3.
  • W. Owen et al., Atlante illustrato dell'Universo, Milano, Il Viaggiatore, 2006, ISBN 88-365-3679-4.

Sulle stelle modifica

Carte celesti modifica

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

  Portale Stelle: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di stelle e costellazioni