Castriota (famiglia)

famiglia nobile albanese

I Castriota (talvolta anche Castrioto, Castriotto, Castriotta, Castrioti o Casteroti, in albanese: Kastrioti, Kastriotët) sono un casato principesco albanese[1].

Castriota
StatoKruja, Albania, Italia
Titoli
  • Principe d'Albania
  • Principe di Kruja
  • Signore di Kanina
  • Signore di Sinë
  • Signore di Mat

Nell'impero ottomano:

  • Sangiacco di Dibra
  • Subashi di Kruja

Nel regno di Napoli:

  • Duca di San Pietro in Galatina
  • Conte di Spoleto
  • Signore di Monte Sant'Angelo
  • Signore di San Giovanni Rotondo
  • Barone di Gagliano
  • Barone di Salignano
  • Barone di Arigliano
FondatorePaolo Castriota
Ultimo sovranoGiovanni II Castriota
Data di fondazione1368
Data di deposizione1478
Etniaalbanese
Rami cadettiCastriota Scandenberg: Linea di Napoli
Linea di Lecce
Linea di Gagliano (estinta dal 1830)
Stemma della famiglia Castriota

Storia modifica

Origini modifica

I Castriota furono menzionati per la prima volta in un documento del 1368, che riporta il giuramento pronunciato da Alessandro Comneno Asen, principe bulgaro di Valona, come cittadino onorario di Ragusa. Fra le firme dei testimoni vi è anche quella di un Castriota, Signore di Kanina; davanti a questo nome vi è il nome Branilo, che lo storico tedesco Karl Hopf, secondo Fan Stilian Noli, legge erroneamente come nome di battesimo del Castriota.[2]

Le notizie di Giovanni I Castriota (padre di Scanderbeg) si hanno nel 1406, quando era stato registrato negli archivi veneziani come "dominus partium Albanie";[3] nel 1407 quando scrive una lettera di protesta alla Repubblica di Venezia e al Senato e nel 1410, quando annuncia a Venezia di essere stato costretto a consegnare al nemico (ottomani) un figlio come ostaggio.[4]

Secondo fonti turche, la famiglia era originaria di Kastrat nel distretto di Malësi e Madhe nell'Albania nordorientale.[5] Secondo un documento, scoperto in un monastero francescano ungherese dallo storico Eusebius Fermendjin nel XIX secolo, rivela che i Castriota provengono da un villaggio denominato Kastrioti, sulle montagne di Hasi presso il fiume Drin.[2] Secondo lo storico inglese Noel Malcolm erano originari del Kosovo occidentale.[6] Secondo l'Accademia Ungherese delle Scienze, e secondo quanto afferma l'archeologa scozzese Margaret Hasluck, il loro cognome deriva da Kastriot, nel Distretto di Dibër.[7][8] Fan Noli sostiene che, in Albania, sia oggi che nei tempi antichi la maggioranza degli albanesi portava un nome di battesimo greco o slavo o latino o arabo, molto di rado albanese; e a questo si aggiungevano ome cognome il nome del villaggio, del bajrak (unità territoriale ottomana) o della regione. Ad esempio, i cognomi Castriota, Balsha, Musacchi, Araniti e Shpata sono nomi di villaggi che ancora esistono in Albania.[2] Ad ogni modo, secondo molti storici, il cognome Castriota deriva dalla parola latina castrum attraverso il greco κάστρο ("kástro") che significa "castello"[9][10][11][12].

Il primo personaggio noto viene individuato in Pal o Paolo, Signore di Signa e Gardi, che mori in battaglia il 15 giugno del 1389. Pal avrebbe avuto tre figli: Giovanni († 1442), signore di Mat e Vumenestia; Alessio e Costantino.[13] Giovanni sposò la nobildonna Voisava Tripalda, dalla quale ebbe nove figli: il più piccolo, Giorgio (Gjergj), diede origine alla famiglia Castriota Skanderbeg.

Castriota Scanderbeg modifica

 
Monumento a Giorgio Castriota Scanderbeg in piazza Scanderbeg a Tirana

La linea dinastica dei Castriota Scanderbeg (in albanese Kastrioti Skënderbeu) trova il proprio capostipite in Giorgio di Giovanni, detto appunto Skanderbeg (dal turco Iskender a sua volta dal greco Alexander, più il titolo turco "bey" con il significato di "signore"), Dominus d'Albania, eroe nazionale albanese, brillante generale e fiero oppositore del dominio turco nei Balcani. Il 26 aprile 1451, lo Skanderbeg prese in moglie Andronica di Giorgio Arianiti († 1500), dalla quale ebbe Giovanni († 2 agosto 1514): questi fuggì dall'Epiro nel 1468, portandosi nel regno di Napoli, dove re Ferdinando I lo creò prima conte di Monte Sant'Angelo e signore di San Giovanni Rotondo, poi duca di San Pietro in Galatina e conte di Soleto. Avendo egli sposato Irene Branković — figlia di Lazzaro II ed Elena Paleologa, a propria volta figlia di Tommaso Paleologo, despota di Morea e ultimo discendente della famiglia imperiale bizantina — i Castriota Scanderbeg sono i discendenti diretti dell'ultimo imperatore di Costantinopoli.

Da Giovanni e Irene nacquero diversi figli, fra cui Giorgio (che tentò una spedizione in Albania appoggiata da Venezia, che si concluse tragicamente[14]), Costantino (vescovo di Isernia), Federico, Maria[15] e Ferdinando, che ereditò lo stato paterno.

Ferdinando ebbe dalla moglie Andriana Acquaviva, figlia del duca di Nardò, una sola figlia, di nome Irene (Erina), che andò in moglie, nel 1539, a don Pietro Antonio Sanseverino, principe di Bisignano, portando in dote alla grande famiglia napoletana i feudi paterni.

Ferdinando ebbe inoltre diversi figli naturali, maschi e femmine[16]. Fra i maschi, il primogenito Federico fu barone di Gagliano, e la sua discendenza si estinse alla fine del 1800; Pardo fu capostipite del ramo che da Galatina si trasferì dapprima a Copertino e poi a Lecce, al cui patriziato fu aggregato in persona di D. Alessandro Castriota Scanderbeg (questo ramo è tuttora fiorente in Lecce e Ruffano); e Achille, capostipite del ramo calabro-napoletano, tuttora fiorente in Napoli.[17]

Patrizi veneti modifica

In virtù dei servigi resi alla Repubblica nelle guerre contro i Turchi, furono aggregati al patriziato veneto sin dal 1416 con il cognome "Casteroti"[18], o, secondo altre fonti, nel 1445 (Sagredo)[19], o ancora nel 1463 (Verdizzotti) con il cognome "Castriotto"[19]. Skanderbeg in persona, assieme al figlio Giovanni, venne riconosciuto tale dal Senato veneziano con privilegio del 25 settembre 1463. L'ultimo patrizio iscritto al Libro d'Oro, il già citato Antonio[19] di Alfonso Castriota Granai, marchese di Atripalda, fu ucciso a Murano, al termine di una festa, nel 1549[19].

Albero genealogico modifica

 CASTRIOTA
 
 
 ?
 
 
 Paolo
 
   
 Giovanni
?-1437 (1442)
sp. Voisava Tripalda
Costantino
-1402
sp. Elena Thopia
Alessio
fl. 1403
 
     
 Giorgio Scanderbeg
1405-1468
sp. Andronica Arianiti
 Repossio
 Costantino
 Bernardo
 Stanisha
-1450
  
    
 Vaissava
Giovanni
-1514
sp. Irene Branković
 Bernardo
-1463
sp. Maria Zarzari
Stanisha
  
       
  
Costantino
1477-1500
Vescovo di Isernia dal 1498
Ferdinando
-1561
sp. Andriana Acquaviva
Giorgio
-1540
sp. Bernardina
Maria
-1569
sp. Alfonso Leognano o Leognani da cui: Leognani Castriota e poi Leognani Castriota e Leognani Fieramosca
 Alfonso
-1544
sp. Camilla Gonzaga Patrizia Veneta
 Giovanni
-1514
sp. Giovanna Gaetani dell’Aquila d’Aragona
Ferrante
-1525
sp. Camilla di Capua
   
           
 Pardo
fl. 1561
sp. Antonella Stefagnoli
 Achille
fl. 1591
sp. Isabella Sanseverino
 Alfonso
Paolo
Irene
-1565
sp. Pietro Antonio Sanseverino
Giovanni
Ferrante
Giovanni
Antonio
-1549
sp. Donna Maria Castriota
Costantino
Pirro
   
         
 Fabio Costantino
1574-1615
sp. Antonia Verdesca
 Alessandro
-1596
sp. Laudomia Strafella
 Giovanni
-1596
sp. Maria Grazia Verdesca
 Giovanni
fl. 1584
sp. Minerva de Ferraris
Costantino
1572
sp. Laura Campilongo
 Pirro
1569
 Giovanni Fabio
Alfonso
Gaspare
     
          
 Giovanni Francesco
1612
Costantino (detto Alessandro)
1616-1643
sp. Donata Curchi
Pietro
1596
Cesare
1591
Pardo
1590
 Federico
-1619
Antonio
Giorgio
-1620
Francesco
-1639
Antonio
-1654
sp. Livia Cavallo Ruffo
sp. Vittoria Milizia
  
   
 Vitantonio
1641-1716
 Achille
sp. Camilla Castriota
Costantino
  
  
 Alessandro
1659-1743
sp. Caterina Giustiniani
sp. Irene Pieve-Sauli
sp. Giuseppa De Torres
 Antonio
sp. Claudia di Paola
  
     
 Pasquale
1704
Francesco
1708-1790
sp. Orsola Caretti
Vitantonio
1717-1811
sp. Doneca Castriota
 Achille
-1750
Giorgio
-1750
sp. Fulvia Luzzi Abenante
  
         
 Costantino
Oronzo
-1828
Bartolomeo
1749
Giorgio
1755
Francesco
1761-1811
Alessandro
1748-1803
sp. Angela Rosa Lentini
 Giovanni
Pirro
-1821
Ferdinando
1739-1862
sp. Maria Palomba
  
       
 Giorgio
1796-1846
sp. Carlotta Lopez y Royo
Federico
1796-1866
Ferdinando
 Francesco
1779-1862
sp. Maria Sanchez de Luna
Antonio
Giorgio
Filippo
1783-1835
sp. Caterina Pellegrini
   
        
 Federico
1836-1905
Francesco
1840
sp. Rosa Casto
 Alessandro
1834-1877
sp. Maria Mariglia
Costantino
1843-1913
sp. Maria Eugenia Fiore
sp. Adelaide Plantera
sp. Isabella Paladini
 Antonio
1810-1899
sp. Emanuela di Auletta
Giorgio
1815-1842
Gabriele
1820
sp. Concetta Cervati
 Ferdinando
1825-1900
sp. Filomena de Liguoro
    
            
Antonio
Costantino
Luigi
1871
Giovanni
1896
Alessandro
Federico
Giuseppe
1888-1959
sp. Livia Pepe
Giorgio
 Giorgio
1871-1906
sp. Francesca Bottari
 Giovanni
1847-1929
sp. Maria Sersale
 Alfonso
1861
sp. Vittoria d'Amore
Filippo
1865-1936
sp. Matilde Maria de Liguoro
sp. Anna Maria de Liguoro
    
      
 Giovanni
1929
sp. Maria Antonietta Castriota Scanderberg
 Giorgio
1926-1975
sp. Anna Aguglia
 Alessandro
1896-1959
sp. Ida Pio
 Federico
1903-1967
sp. Teresa di Tullio
Francesco
1875-1943
 Ferdinando
1893-1978
sp. Carolina Mattiazzi
     
        
 Costantino
1961
sp. Chiara Caridi
 Giuseppe
1959
sp. Fabrizia Alemanno
 Federico
1960
sp. Roberta Caridi
 Giulio
1921
sp. Adriana Menegotti
Giorgio
1931-1996
sp. Maria Teresa Bandello
 Giorgio
1936
sp. Adelaide Berardi
sp. Daniela Ciciriello
 Giorgio
1928
sp. Maria Elisa Buono
Filippo
1925-1984
sp. Ada Guerriero
      
            
 Filippo
1999
Federico
2002
Giorgio
1997
Alessandro Giorgio Maria Ferdinando
2000
Ferdinando Pardo Maria
2001
Pardo Giorgio Maria
2005
Alessandro
1960
sp. Carolina Tulkens
Giulio
1965
Francesco
1975
Loris
1964
sp. Eliana di Francescantonio
 Federico
1974
sp. Tamara Campanile
 Giorgio
1955
sp. Stafania Monachello
   
      
 Filippo
1989
Alessandro
1992
 Giorgio Federico Giuseppe
1991
Giulio Alessandro Costantino Pardo
1996
Angelo
2008
Giorgio
2004

Membri illustri modifica

Luoghi e architetture modifica

Note modifica

  1. ^ Castriota, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 28 gennaio 2012.
  2. ^ a b c Fan Stilian Noli, 1993, p. 24.
  3. ^ Agostino Pertusi, 1981, p. 292.
  4. ^ Fan Stilian Noli, 1993, p. 27.
  5. ^ Artemida Kabashi, THE MEMORY OF GEORGE CASTRIOTA SCANDERBEG AMONG THE ARBERESH OF ITALY: A STUDY ON THE ROLE OF DIASPORA IN THE CREATION OF ALBANIAN NATIONAL IDENTITY - A thesis of graduate University of Texas (PDF), agosto 2005, p. 12.
    «According to the Turkish sources, the Castriota family originated from the village of Kastrat in northeastern Albania. Unlike the Thopias and the Comnenis, the Castriotas did not have a long history as members of the aristocracy. In fact, their elevation of status began with Scanderbeg's grandfather, Paul Castriota, who initially owned two villages named Sinja and Lower Gardi»
  6. ^ Noel Malcolm, Kosovo: a short history[collegamento interrotto], New York, New York University Press, 1998, p. 88, ISBN 978-0-8147-5598-3, OCLC 37310785.
    «Skanderbeg (meaning 'Lord Alexander'; Alb.: Skenderbeu) was the Turkish name given to an Albanian nobleman, Gjergj Kastriot, whose family, originally from Western Kosovo, controlled extensive lands in north-central Albania.»
  7. ^ Margaret Masson Hardie Hasluck, The unwritten law in Albania, University Press, 1954, pp. 15. URL consultato il 18 dicembre 2011.
  8. ^ Magyar Tudományos Akadémia, Acta orientalia Academiae Scientiarum Hungaricae, Magyar Tudományos Akadémia, 1985. URL consultato il 18 dicembre 2011.
  9. ^ Constantine E. Michaelides, The Aegean crucible: tracing vernacular architecture in post-Byzantine centuries, Delos Press, 30 novembre 2003, pp. 118, ISBN 978-0-9729723-0-7. URL consultato il 24 marzo 2012.
  10. ^ (HR) Bulletin d'archéologie et d'histoire dalmate, 55—59, Split, Arheološki Muzej (Zadar); Arheološki Muzej (Split), p. 118. URL consultato il 30. November 2011.
    «Još treba istaći Skenderbegovo prezime Kastriot... To je svakako grčka izvedenica ... etnikum od castra»
  11. ^ Thallóczy 1916, p. 80: "Kastriot, die einen griechischen Namen führten, „Stadtbürger", kastriotis von kastron, Stadt (aus lat. castrum ; polis war nur Konstantinopel allein)."
  12. ^ Schmitt 2009: "Der Name des Stammes Kastrioti leitet sich laut Schmitt vermutlich vom griechischen Wort «kastron» (Festung) ab".
  13. ^ Hopf, 1960, p. 94.
  14. ^ Marin Sanudo, Diarii, Venezia, Visentini, 1902.
  15. ^ Il Padre gesuita Antonio de Lions nella sua opera De Cultu B. Virginiae Mariae elegiarum (libro II, Napoli, 1686) afferma testualmente di Alfonso Leognani, marito di essa Maria,"…apud Alphonsum II nemini aut gratia familiaritate secundus,ut ab ispo meruit cognomento nobilis appellari, qui et maximis a Regina Joanna laudibus ed ornatus ad hymeneas Mariae Castriotae ex Albaniae Regibus accessitus ad maxima Familiae suae decoxa id quoque adicens, ad maritalem illam talamum excepit" (cfr. Mariani, Ms. Biblioteca Provinciale di L'Aquila, p. 140 v) da cui i Leognani Castriota Scanderbech e Leognani Ferramosca. (Vedi per tutti: Giuseppe Orsini, Brevi note storico genealogiche sul ramo primogenito della casa Leognani Castriota, Penne 2013 sub www.italianostrapenne.org con cenni ai rami Leognani Castriota e Leognani Ferramosca).
  16. ^ G. Vallone, Intemperanze di Ferrante Castriota Scanderbeg, in Il Galatino, n. 1989.
  17. ^ Fuochi di San Pietro in Galatina, in Archivio di Stato di Napoli, vol. 1545.
  18. ^ (PDF) Dorit Raines, Cooptazione, aggregazione e presenza al Maggior Consiglio: le case del patriziato veneziano, 1297-1797, in Storia di Venezia, I, 2003, p. 63. URL consultato il 23 agosto 2021.
  19. ^ a b c d Dizionario storico-portatile di tutte le venete patrizie famiglie, Venezia, Giuseppe Bettinelli, 1780, p. 48.
  20. ^ Linea antica dei Castriota, su castriotascanderbeg.it. URL consultato il 29 agosto 2019.
  21. ^ Il 4 dicembre 1499 era "gravemente infermo". Le prime generazioni in Italia, su castriotascanderbeg.it. URL consultato il 31 agosto 2019.

Bibliografia modifica

  • (DE) Carl Hermann Friedrich Johann Hopf, Geschichte Griechenlands vom Beginn des Mittelalters bis auf unsere Zeit, New York, B. Franklin, 1960.
  • Fan Stilian Noli, Scanderbeg, trad. dall'albanese da Alessandro Laporta e Halil Myrto, Lecce, Argo, 1993.
  • Agostino Pertusi, Martino Segono di Novo Brdo, vescovo di Dulcigno: un umanista serbo-dalmata del tardo Quattrocento: vita e opere, Istituto storico italiano per il Medio Evo, Roma, 1981.
  • (DE) Oliver Schmitt, Skanderbeg. Der neue Alexander auf dem Balkan, Verlag Friedrich Pustet, 2009, ISBN 978-3-7917-2229-0.
  • (DE) Ludwig Thallóczy, Konstantin Jireček, Milan von Šufflay, Theodor A Ippen e Ernst C Sedlmayr, Illyrisch-albanische Forschungen (TXT), München und Leipzig, Verlag Von Düncker & Humblot, 1916, OCLC 10224971.

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