Cecil Parker

attore britannico

Cecil Parker, pseudonimo di Cecil Schwabe (Hastings, 3 settembre 1897Brighton, 20 aprile 1971), è stato un attore britannico.

Biografia modifica

Era il secondogenito dei sei figli di Charles August Schwabe, manager dell'Albany Hotel, di origine tedesca, e di Kate Parker, organista britannica.[1][2]

Cecil Parker nacque nel Sussex e venne educato in Belgio[3]. Dopo aver prestato servizio militare durante la prima guerra mondiale, nel 1922 iniziò la propria carriera artistica sui palcoscenici londinesi e nel 1928 passò direttamente dal teatro al cinema, comparendo per la prima volta sullo schermo in The Woman in White (1929) di Herbert Wilcox, nel momento di transizione dal muto al cinema sonoro in Inghilterra[3].

Durante gli anni trenta si affermò sugli schermi britannici in interpretazioni che sfruttavano essenzialmente il suo talento per la commedia brillante[3], come La sua ultima relazione (1936) e Patrizia e il dittatore (1937), ma Parker si fece particolarmente notare grazie a interpretazioni più complesse, come quella di Mr. Todhunter, il marito adultero de La signora scompare (1939) di Alfred Hitchcock. Recitò inoltre in due adattamenti di opere di Archibald Joseph Cronin, La cittadella (1938) e E le stelle stanno a guardare (1940).

Tra i film interpretati durante gli anni quaranta sono da ricordare Cesare e Cleopatra (1945) di Gabriel Pascal, in cui Parker vestì i panni di Britannus, Un grande amore di Paganini (1946), nella parte di Luigi Guglielmo Germi, amico del violinista, e il thriller in costume Il peccato di Lady Considine (1949), nel quale fu nuovamente diretto da Alfred Hitchcock. L'attore continuò altresì la propria carriera teatrale, comparendo con successo al West End nella stagione 1941-1942 in Spirito allegro di Noël Coward, nella parte di Charles Condomine, un ruolo che fu interpretato a Broadway da Clifton Webb e nella versione cinematografica del 1945 da Rex Harrison.

Durante gli anni cinquanta Parker apparve in alcune commedie umoristiche inglesi come Lo scandalo del vestito bianco (1951), Sposi in rodaggio (1954) e La signora omicidi (1955), continuando a proporre il proprio tipico personaggio di gentiluomo britannico, serio e flemmatico[3], dotato di un caratteristico tono di voce ruvido. In alcuni casi lavorò anche per produzioni americane, come ne Il giullare del re (1956), a fianco del comico Danny Kaye, e nell'elegante Indiscreto (1958), commedia di raffinata atmosfera da salotto, in cui interpretò il ruolo dell'impeccabile diplomatico Alfred Munson, accanto a Cary Grant, Ingrid Bergman e Phyllis Calvert. Come attore radiofonico interpretò inoltre il ruolo del dottor Morelle in una serie della BBC, A Case for Dr. Morelle (1957).

Parker rimase assai attivo anche negli anni sessanta, partecipando a serie televisive come Alfred Hitchcock presenta (1961), Simon Templar (1967) e a un episodio di Agente speciale (1967) in cui interpretò un astuto e intrigante maggiordomo, dimostrando stile ed educazione anche alle prese con un personaggio di villain[3]. Sul grande schermo fece ancora delle apparizioni in commedie come Lassù qualcuno mi attende (1963), Gli allegri ammutinati del Bounty (1963), e in produzioni in costume come Le avventure e gli amori di Moll Flanders (1965) e Lady L (1965). Le sue due ultime interpretazioni cinematografiche furono quelle di un inappuntabile ambasciatore in The Magnificent Two (1967), e di Sir John nella commedia satirica Oh, che bella guerra! (1969), per la regia di Richard Attenborough, una feroce presa in giro delle follie della guerra.

Sposato dal 1927 con Muriel Ann Randall Brown, dalla quale ebbe un figlio, Cecil Parker morì il 20 aprile 1971, all'età di settantatré anni.

Filmografia modifica

Cinema modifica

Televisione modifica

Doppiatori italiani modifica

Note modifica

  1. ^ Parker [formerly Schwabe], Cecil (1897–1971), actor, su Oxford Index, Oxford University Press. URL consultato il 16 luglio 2022 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2019).
  2. ^ Sussex actor Cecil Parker had a big family secret, su The Argus.
  3. ^ a b c d e Il chi è del cinema, De Agostini, 1984, Vol. II, pag. 401

Collegamenti esterni modifica

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