Celio (rione di Roma)

19º rione di Roma

Celio è il diciannovesimo rione di Roma, indicato con R. XIX.

R. XIX Celio
Stemma ufficiale
Stemma ufficiale
Il Colosseo
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lazio
Provincia  Roma
Città Roma Capitale
CircoscrizioneMunicipio Roma I
Data istituzione21 agosto 1921
Codice119
Superficie0,83 km²
Abitanti2 460 ab.
Densità2 980,37 ab./km²
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Prende il nome dal colle Celio sul quale si estende.

Geografia fisica modifica

Territorio modifica

Si trova nell'area est del centro storico.

Il rione confina con:

Storia modifica

Il Celio è uno dei sette colli di Roma; il toponimo deriverebbe dal condottiero etrusco Celio Vibenna, dimorante sul colle assieme ai suoi sodali (tra cui il futuro re di Roma Servio Tullio).

La storia recente del Celio come XIX rione di Roma è invece relativamente recente. Fino alla breccia di porta Pia e all'unione di Roma come capitale del Regno d'Italia (1870), l'area - rientrante nel R. X Campitelli - era relativamente disabitata: tra vigne ed orti emergevano complessi ecclesiastici, come le basiliche di San Clemente, dei Santi Quattro, di Santo Stefano Rotondo; la Villa Celimontana; il Ninfeo di Nerone, l'acquedotto Claudio e altre rovine, sia antiche sia medievali.

A seguito del radicale rivolgimento urbanistico successivo al 1870, il comprensorio divenne uno dei primi per i quali furono stipulate, già nel 1872-3, le convenzioni edilizie per realizzare nuove cubature, destinate ad abitazioni e servizi. In particolare, fu localizzato alle pendici del colle l'Ospedale militare, costruito fra il 1885 e il 1891, al centro di una vasta zona riservata al demanio militare, in prossimità del sito medioevale di Santo Stefano in Formis, che aveva anch'esso un ospedale annesso al monastero.

Di conseguenza, nel 1921 l'area fu distaccata da Campitelli e divenne il XIX rione Celio; tuttora è uno dei rioni meno densamente popolati e uno di quelli più riparati dal traffico che turbina ai suoi margini, La zona si mantiene per molti aspetti popolare. La sua posizione strategica accanto al Colosseo sta trasformando però di recente il rione in un luogo denso di alberghi e B&B per turisti.

Fino al secondo dopoguerra l'edilizia residenziale si limitò a riordinare alcune strade nella zona digradante verso la valle del Colosseo. Un vasto complesso edilizio costruito dal'Istituto Autonomo Case Popolari, racchiuso tra piazza Celimontana e via Claudia e separato da via dei Simmachi, fu demolito nel 1968; agli inizi del XXI secolo in questa vasta area fu realizzato un parco pubblico. Dal 2013 è interessata da un cantiere, con i lavori per la realizzazione di un pozzo di ventilazione tra le realizzande stazioni Porta Metronia e Fori Imperiali della linea C della metropolitana.

Stemma modifica

D'argento alla testa d'Africa di nero, coperta della spoglia di elefante e coronata di spighe d'oro.[6]

Lo stemma rionale, risalente al 1921, raffigura il profilo di un africano con un copricapo di testa di elefante e spighe d'oro su fondo argento.

Il significato araldico è riconducibile alla memoria storica di legionari presenti sul colle Celio, capitanati da Publio Cornelio Scipione, detto l'Africano. A ciò si aggiunge anche il ritrovamento archeologico nel territorio del rione di un busto marmoreo raffigurante una testa di africano, conservato nei Musei Capitolini di Roma, che diede il nome al Vicus Capitis Africae. Il Sepolcro degli Scipioni è situato nel territorio del rione Celio, tra via Latina e via Appia antica, prima di porta San Sebastiano.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Architetture civili modifica

 
Casina Vignola Boccapaduli
 
Casino del Salvi
 
Ex Palestra dei Vigili Urbani (già dell'ONB e della GIL)
 
Ex Palestra dell'ONB e della GIL, con entrambe le diciture tuttora leggibili
Prospero Boccapaduli, nobile romano, acquistò la casina da un certo Giacomo De Nigris nel 1538.
Progetto dell'architetto Gaspare Salvi, cui papa Gregorio XVI aveva affidato la creazione di una "passeggiata pubblica"[7] sul colle: il casino costituiva la caffetteria del parco. Al 2024 è restaurato, ma chiuso al pubblico.
Progetto dell'architetto Costantino Sneider.
Progetto di Salvatore Bianchi e Luigi Durand de la Penne.
Progetto dell'architetto Enrico Del Debbio. In precedenza palestra dell'ONB (1929-1937) e della GIL (1937-1943). Dal 2024 ospita il Museo della Forma Urbis.[8]
Sede della ambasciata di Angola.
Casa dell'attore romano Alberto Sordi, progetto dell'architetto Clemente Busiri Vici.

Architetture religiose modifica

Sconsacrate
Scomparse

Siti archeologici modifica

Altri monumenti modifica

Porte modifica

Aree naturali modifica

Odonomastica modifica

 
Lo "stradone di San Giovanni"

Note modifica

  1. ^ Separato da piazza del Colosseo, via di San Giovanni in Laterano, via Santo Stefano Rotondo e via della Navicella fino a piazza di Porta Metronia.
  2. ^ Separato dalle Mura Aureliane, da Porta Metronia a Porta San Sebastiano (viale Metronio, via delle Mura Latine).
  3. ^ Separato da via di Porta San Sebastiano, piazzale Numa Pompilo, breve tratto di viale delle Terme di Caracalla, via di Valle delle Camene e piazza di Porta Capena.
  4. ^ Separato da piazza di Porta Capena.
  5. ^ Separato da via di San Gregorio e piazza del Colosseo fino all'inizio di via dei Fori Imperiali.
  6. ^ Carlo Pietrangeli, p. 190.
  7. ^ Ovvero un parco pubblico sistemato a giardini e destinato al pubblico passeggio; si diffuse però anche la denominazione di "orto botanico" (benché impropria, non avendone le caratteristiche).
  8. ^ Il Museo della Forma Urbis, su www.sovraintendenzaroma.it. URL consultato l'11 gennaio 2024.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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