Centrale idroelettrica Marmarico

La centrale idroelettrica Marmarico è una centrale idroelettrica costruita dallo Società Immobiliare Calabra di Torino (SIC) tra il 1928 e il 1938 nel comune di Bivongi (RC), lungo il corso della fiumara Stilaro. Fornì elettricità a tutta la vallata e per un certo periodo anche a Guardavalle fino al 1972 quando fu distrutta da un'alluvione. Il nome proviene dall'omonima cascata del Marmarico del fiume Stilaro.

Centrale idroelettrica Marmarico
Resti della centrale idroelettrica Marmarico dall'alto (2011)
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàBivongi
Coordinate38°29′52.63″N 16°24′14.99″E / 38.497954°N 16.404163°E38.497954; 16.404163
Informazioni generali
Situazionechiusa
Anno di costruzione1928
Chiusura1973
Macchinario idraulico
Produttore delle turbineDe Pretto Escher-Wyss
Tipologia delle turbineTurbina Pelton
Produzione elettrica
Potenza netta0.2 MW
Mappa di localizzazione: Italia
Centrale idroelettrica Marmarico

Storia modifica

 
Centrale vista dall'alto

La centrale fu costruita dalla Società Immobiliare Calabra o SIC con un costo di 12 milioni di lire con un progetto del 1922 approvato nel 1928[1]. Nel 1952 viene costruito il pozzo piezometrico in località Vertice 11 Nel 1973 a causa di una frana si rompe una condotta forzata con danni per 20/40 milioni di lire. Nel 1974 viene nazionalizzato l'impianto ed Enel ne diviene proprietaria e decide di chiudere l'impianto, trasferendo i lavoratori ad altra sede[1].

Oggi modifica

Negli anni '90 la centrale viene acquistata da una impresa che nel 2004 propone al comune di riattivare la centrale con un investimento di 6 o 8 milioni di euro[1]. Essendo un reperto di archeologia industriale, andrà a far parte, insieme alla centrale idroelettrica Guida, del museo dell'energia idraulica.

Descrizione modifica

I bacini e le condotte forzate modifica

 
Raccordo delle due condotte forzate della centrale idroelettrica Marmarico (2010)
 
Turbina
 
Condotta forzata Azzarella a Ferdinandea
 

L'acqua dei bacini artificiali Azzarella e Ruggero, il primo di 660 metri quadrati mentre il secondo di 890 metri quadrati, degli omonimi torrenti era convogliata attraverso le due condotte forzate Azzarella e Ruggero dal torrente Stilaro e dal torrente Ruggero che si congiungono nei pressi della località Vertice 11 a quota 1000 metri e dopo un dislivello di 550 metri giungeva alla centrale. All'impianto fu aggiunto un pozzo piezometrico e nel 1961 la diga Giulia (1070 m s.l.m.) di 14.300 metri quadrati e con una capacità di 100.000 metri cubi d'acqua sita in località valle delle Ortiche nell'area di Ferdinandea[2].

La centrale modifica

La centrale è ubicata sulla sponda destra dello Stilaro, poco dopo la confluenza con il torrente Ruggero. L'edificio è composta da un corpo principale e 3 secondari, di cui uno a tre piani e uno di due piani. In quello principale di 18,5 per 11 m e alto 12 metri vi sono i macchinari tra cui due turbine e la predisposizione per una terza, un carroponte delle officine Savigliano di Torino da 7,5t[2].

Sono installati due gruppi generatori, ciascuno composto da una turbina Pelton, De Pretto Escher-Wyss, di 1000 kW collegata coassiale a un alternatore sincrono trifase, Savigliano, di 1300 HP, 1000 kW, 500 V, 1390 A, 900 giri e ad un'eccitatrice, Savigliano, 55 V, 235 A, 900 giri[2].

Nei corpi secondari vi sono apparecchiature elettriche, gli alloggi per il personale, una piccola officina e una fucina. Ci sono 3 ingressi: uno per accedere direttamente alla sala macchine, uno agli alloggi e uno al primo piano sempre verso gli alloggi, da utilizzare anche in caso di piena[2].

Note modifica

  1. ^ a b c Emanuele Valenti, Note storiche, su vallatadellostilaro.com. URL consultato il 16 giugno 2013.
  2. ^ a b c d Emanuele Valenti, L’IMPIANTO IDROELETTRICO DEL MARMARICO Tra passato e futuro, su vallatadellostilaro.com. URL consultato il 16 giugno 2013.

Voci correlate modifica

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