Charles Van Doren

accademico statunitense

Charles Lincoln Van Doren (New York, 12 febbraio 1926Canaan, 9 aprile 2019) è stato un personaggio televisivo statunitense. Negli anni cinquanta del XX secolo fu al centro di uno scandalo per una vittoria truccata in un famoso gioco a quiz televisivo. Egli confessò dinanzi a una commissione del Congresso americano di aver ricevuto in anticipo da parte dei produttori dello show Twenty One le risposte ai quiz che gli sarebbero stati sottoposti.

Vivienne Nearing, Jack Barry e Charles Van Doren durante una puntata del quiz show Twenty One

Su questo scandalo si basa il film Quiz Show, nel quale egli viene interpretato da Ralph Fiennes.

Biografia modifica

Nato da Mark Van Doren, famoso poeta e critico letterario, e da Dorothy Graffe, scrittrice, Charles Van Doren fu un accademico impegnato in una vasta gamma di interessi. Diplomatosi presso la High School of Music & Art, ottenne quindi un Bachelor of Arts in materie umanistiche presso il St. John's College di Annapolis (Maryland). Il suo curriculum di studi venne ampliato da un master in astrofisica ed un dottorato in letteratura inglese, entrambi presso la Columbia University. Egli si perfezionò anche presso la Cambridge University in Inghilterra.[1]

Stella del quiz modifica

Twenty One non rientrava fra gli interessi di Van Doren. In un primo momento, egli avvicinò i produttori Dan Enright e Albert Freedman per chiedere di presentarsi a un altro gioco a quiz da essi prodotto. Enright e Freedman rimasero favorevolmente colpiti dallo stile garbato e dall'aspetto fotogenico di Van Doren, e ritennero che il giovane professore della Columbia University potesse prevalere sull'ormai da lungo tempo campione del quiz Twenty One, Herb Stempel, risollevando così anche gli indici di ascolto, ormai in calo per la continua presenza di Stempel.

Nel gennaio del 1957 Van Doren imbroccò una sequenza di risposte vincenti che lo portarono a vincere più di 129.000 dollari, rendendolo famoso tanto da apparire sulla copertina del settimanale Time dell'11 febbraio 1957. La sua apparizione nel gioco Twenty One terminò l'11 marzo, quando venne sconfitto da Vivienne Nearing, un'avvocatessa il cui marito era stato battuto da Van Doren in una puntata precedente dello stesso gioco. Dopo l'uscita da Twenty One, Van Doren firmò un contratto triennale come "corrispondente culturale" per la trasmissione Today della rete televisiva NBC; fece inoltre diverse comparsate in altri programmi della NBC e arrivò addirittura a sostituire il conduttore di Today, Dave Garroway, quando questi prese un breve periodo di ferie.

Lo scandalo modifica

Allorché Stempel ed altri denunciarono per truffa Van Doren, questi rigettò ogni accusa dicendo "It's silly and distressing to think that people don't have more faith in quiz shows" ("È sciocco e angoscioso pensare che la gente non abbia un po' più di fiducia nei giochi a quiz"). Tuttavia, il 2 novembre 1959, Van Doren, convocato dinanzi alla House Subcommittee on Legislative Oversight presieduta dal Democratico dell'Arkansas Oren Harris, ammise di aver ricevuto prima di andare in trasmissione le domande che gli sarebbero state poste e le relative risposte.

«Io sono stato trascinato, gravemente trascinato, in un inganno. Il fatto che anch'io sia stato coinvolto non può esimermi dall'essere la vittima principale di tale inganno, perché io ne ero il simbolo principale. Ci può essere una sorta di giustizia in tutto ciò. Io non lo so. Io so solo, e lo posso dire con orgoglio a questa commissione, che dal venerdì 16 ottobre, quando finalmente giunsi ad una piena comprensione di quello che avevo fatto e di quello che devo fare, io ho iniziato a fare determinati passi per cercare di porre rimedio a tutto. La strada che devo percorrere è lunga. Io ho tradito i miei amici che erano tantissimi. Qualunque sia il sentimento che essi provano ora per me, il mio affetto per loro è oggi più forte che mai. Io sto facendo questa dichiarazione proprio per loro. Mi auguro che la mia venuta qui sia utile e duratura per loro.
Io chiesi al co-produttore Albert Freedman di farmi andare avanti senza trucchi nel gioco a quiz Twenty One. Egli rispose che ciò era impossibile. Mi disse che non avrei avuto la possibilità di battere Stempel, perché questi era troppo esperto. Mi ha anche detto che lo show era solo intrattenimento e che era una pratica comune quella di dare degli aiutini nei quiz e che tutto ciò rientrava nello show business. Tutto ciò non era vero naturalmente, ma forse io ho voluto credergli. Egli inoltre sottolineò il fatto che la mia apparizione in un programma televisivo nazionale avrebbe reso un gran servigio al mondo intellettuale, ai professori e all'istruzione in generale, aumentando, attraverso le mie prestazioni, il rispetto del pubblico per il lavoro intellettuale. In realtà, credo di aver reso un cattivo servizio a tutti loro. Sono profondamente dispiaciuto di tutto ciò, perché credo che nulla sia di più vitale importanza dell'istruzione per la nostra civiltà.[2]»

Conseguenze modifica

Van Doren dovette abbandonare la programmazione della NBC e lasciò l'insegnamento presso la Columbia University. Tuttavia la vita di Van Doren dopo lo scandalo non subì gravi conseguenze; come scrisse lo storico della televisione Robert Metz nel suo libro CBS: Reflections in a Bloodshot Eye: "Fortunatamente, la nostra è una società dal facile perdono, e Van Doren si dimostrò forte di fronte alle avversità". Iniziò a lavorare presso la casa editrice Praeger Books e a scrivere libri sotto pseudonimo, in seguito lavorò per la Encyclopædia Britannica e pubblicò con il proprio nome diversi testi, tra i quali il più noto è A History of Knowledge. Insieme al filosofo Mortimer Adler scrisse How to Read a Book.

«Il tono delle enciclopedie americane è spesso ferocemente disumano," egli scrisse. "Sembra rispecchiare il desiderio di alcuni collaboratori di scrivere sulla vita delle istituzioni come se queste fossero delle rane in salamoia distese su un tavolo per la dissezione.[3]»

In seguito Van Doren rientrò nel mondo accademico come professore aggiunto presso la University of Connecticut, sezione distaccata di Torrington, Connecticut.

Dopo aver sempre evitato interviste o commenti pubblici sul tema degli scandali nei giochi a quiz, Van Doren, in una intervista del 1985 rilasciata per The Today Show – la sua unica apparizione in questo programma dopo il suo licenziamento dalla NBC nel 1959 – rispose a domande circa il cambiamento avvenuto nella sua vita a causa dello scandalo in cui fu coinvolto. Egli ritornò alla Columbia University solo due volte nei quarant'anni che seguirono alle sue dimissioni: nel 1984, quando si laureò il figlio, e nel 1999, in occasione di una riunione dei laureati della Columbia dell'anno 1959. Questi laureati si iscrissero all'università nell'anno 1955, lo stesso anno in cui Van Doren per la prima volta salì in cattedra. Durante questo incontro, Van Doren accennò allo scandalo del quiz senza nominarlo apertamente:

«Alcuni di voi, 40 anni fa, hanno letto insieme a me alcuni brani dell'Etica di Aristotele, in cui il filosofo descriveva la sua idea di felicità. Forse voi non li avete più ben presenti. Io li ricordo molto bene, perché, nonostante la brusca interruzione della mia carriera accademica nel 1959, io ho continuato a insegnare materie umanistiche quasi sempre a studenti di ogni grado ed età. Quindi, nel caso in cui non ricordiate, vi rammento che secondo Aristotele la felicità non è un sentimento od una sensazione bensì è la qualità di una vita intera. La parola "intera" è da sottolineare, intendendo una vita dall'inizio sino alla fine. Soprattutto la fine. L'ultima parte, la parte cui ci si va avvicinando, per Aristotele era la più importante per la felicità. Ha senso, non è vero?[4]»

Il 28 luglio 2008 sulla rivista The New Yorker apparve un ricordo personale, scritto da Van Doren, in cui raccontava dettagliatamente dello scandalo e delle sue conseguenze.[5]

Note modifica

  1. ^ Charles Van Doren, su encarta.msn.com, Encarta. URL consultato il 13 agosto 2008 (archiviato dall'url originale il 31 ottobre 2009).
  2. ^ Charles Van Doren testimony, su historymatters.gmu.edu, History Matters. URL consultato il 12 agosto 2008.
  3. ^ Wired 13.03: The Book Stops Here
  4. ^ The Biggest Challenge of All, su college.columbia.edu, Columbia University. URL consultato il 13 agosto 2008 (archiviato dall'url originale il 9 marzo 2008).
    «In June, an invitation from the Class of 1959 to speak at its reunion brought Charles Van Doren back to Columbia for only the second time in 40 years.»
  5. ^ All The Answers, in New Yorker, 28 luglio 2008. URL consultato il 12 agosto 2008.
    «Per quattordici settimane fra l'inverno e la primavera del 1956-57, io entrai in milioni di case americane, mentre ero in una cabina presumibilmente insonorizzata e rispondevo a difficili domande. Fui considerato eloquente, ben educato, bello - l'immagine di un giovanotto che i genitori vorrebbero fosse un loro figlio. Fui ritenuto anche l'insegnante ideale, vale a dire una persona paziente, premurosa, affidabile. Inoltre, stavo mettendo da parte una piccola fortuna. E poi beh, questo è quello che è successo ...»

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