Caturaṅga

gioco da tavolo
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Il caturaṅga[1] (in sanscrito: चतुरङ्ग), attestato anche come chaturanga nella letteratura inglese a partire dagli anni 1960,[2] è un antico gioco indiano che si presume essere il più accreditato precursore del gioco degli scacchi moderni, dello shōgi, e del makruk e in qualche modo collegato anche allo xiangqi e lo janggi.[3] Il gioco si diffuse dal VI secolo nella Persia pre-islamica con il nome di shatranj.

Un'antica tavola da gioco.

Il termine sanscrito significa letteralmente "esercito composto da quattro elementi", che assumeva nella lingua indiana anche il significato di esercito nella sua interezza. Ad ognuno dei pezzi corrisponde un'arma dei tipici eserciti dei regni indiani in epoca classica, ovvero: fanteria (pedone), cavalleria (cavallo), elefante da guerra (elefante) e carro da guerra (carro). Queste figure si sono evolute negli scacchi moderni occidentali rispettivamente in pedone, cavallo, alfiere, torre. All'esercito si aggiungono il re e un consigliere, che negli scacchi moderni corrispondono al re e alla donna.[4]

Come negli scacchi moderni nel caturaṅga si affrontano due armate e i giocatori sono altrettanti; sebbene vi siano ipotesi che il gioco fosse dedicato a quattro giocatori invece di due, lo storico britannico Harold James Murray riteneva che quella a quattro partecipanti fosse soltanto una variante, giocata però senza la figura del consigliere e con l'utilizzo dei dadi. Nonostante alcuni studiosi, come il grande maestro sovietico Jurij Averbach, sostengano la tesi del gioco a quattro, in tempi recenti si ritiene che quest'ultima sia solo una variante limitata ad alcune zone dell'India, come il Bengala.[5]

Regole modifica

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66
55
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33
22
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abcdefgh
L'aṣṭāpada era il tavoliere usato per il gioco del caturaṅga.

Due armate si affrontano su un tavoliere, chiamato aṣṭāpada, formato da 64 caselle 8×8 come la moderna scacchiera, tuttavia senza presentare alcuna differenza di colore tra una casella e quella adiacente e presentando delle caselle segnate sui bordi. Si presume che questo tavoliere fosse in realtà dedicato ad un gioco di percorso più antico, dal quale sarebbe derivato il caturaṅga stesso. I pezzi sono disposti sull'aṣṭāpada come negli scacchi moderni, con la sola differenza che re e consigliere del secondo giocatore sono disposti in modo inverso rispetto ai corrispettivi pezzi del primo giocatore. Lo scopo del gioco è di annientare l'esercito nemico o di catturare il suo re.

Note modifica

  1. ^ caturanga
  2. ^ chaturanga
  3. ^ Murray, p. 27.
  4. ^ Murray, p. 44.
  5. ^ Leoncini, pp. 26-27.

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