Chauth (dal Sanscrito col significato di un quarto) era una tassa regolare o tributo imposto dall'inizio del XVII secolo dall'Impero Maratha in India. Era una tassa annuale nominalmente riscossa al 25% dei ricavi, da cui deriva il nome.

Era riscossa nelle terre che erano nominalmente sotto il governo Moghul. Il sardeshmukhi era una tassa addizionale del 10% che veniva riscossa insieme alla chauth. Il tributo andava pagato al re[1].

Shivaji fu il primo a richiedere la chauth nel 1665 e i sultanati del Deccan di Bijapur e di Golconda iniziarono a pagarla combinate ad una somma di 800 000 ₹ dopo che fu fatto raja da Aurangzeb nel 1668. Nel 1719, L'imperatore Moghul garantì a Shahu diritti di chauth e sardeshmukhi su 6 province del Deccan in cambio di un mantenimento di un contingente di 15 000 uomini a servizio dell'Imperatore.

I ricavi dalla chauth erano divisi in 4 parti che andavano a diversi funzionari dell'Impero maratha.[2].

Note modifica

  1. ^ S. A. A. Rizvi, p. 263 di A Cultural History of India (1975), curato da A. L. Basham
  2. ^ Jaswant Lal Mehta, Advanced Study in the History of Modern India: 1707 - 1813, New Dawn Press, 2005, pp. 492-494.

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