Chiesa dell'Osservanza (Catanzaro)

La chiesa dell'Osservanza è un luogo di culto cattolico della città di Catanzaro.

Chiesa e Convento di Santa Maria delle Grazie o di Santa Teresa all'Osservanza[1][2]
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneCalabria
LocalitàCatanzaro
IndirizzoPiazza Osservanza
Coordinate38°54′45.86″N 16°35′16.4″E / 38.91274°N 16.58789°E38.91274; 16.58789
Religionecattolica di rito romano
TitolareSanta Teresa d'Avila[3], Madonna delle Grazie
OrdineFrancescani Minori Osservanti[1]
Arcidiocesi Catanzaro-Squillace
ConsacrazioneXV secolo
FondatoreFra Paolo da Sinopoli
Inizio costruzione1447[1][4]
Completamento1480[1][4]

Storia modifica

 
Particolare del campanile

Come scrisse Luise Gariano nel 1602, questo luogo di culto fu iniziato a costruire nel 1447 sul monte Pezzano, per volere di fra Paolo da Sinopoli, dei francescani minori osservanti, all'epoca vicario della Provincia di Catanzaro. A lavori iniziati, il nuovo conte di Catanzaro e marchese di Crotone Antonio Centelles si oppose alla costruzione[1], fermando i lavori fino al 1457, anno in cui venne scacciato dalla città. Terminati i lavori, l'edificio fu consacrato a santa Maria delle Grazie.[2]

Padre Giovanni Fiore da Cropani, invece, pur confermando l'astio del conte Centelles alla costruzione della chiesa, definisce nuove date ai lavori: secondo lui, infatti, l'innalzamento dell'edificio si deve ad una bolla papale di Sisto IV del 1480. Altre fonti riferiscono invece della costruzione al 1457, su richiesta di Alfonso I di Napoli e bolla di Callisto III.[2]

Nel 1548, fra' Michele de Angioii, donò alla chiesa dei suoi confratelli delle reliquie della Passione, avute durante un viaggio a Gerusalemme[1]. Su suo progetto, alle chiesa venne aggiunta una cappella, dedicata al Santo Sepolcro, della quale oggi rimane solo un crocifisso del 1535.[2][5]

Sotto l'episcopato di monsignor Bernardo de Riso, il 31 gennaio 1892, si ottenne il decreto reale,con cui la chiesa venne elevata alla dignità di parrocchia[1][5] e, dopo essere stata demolita la chiesetta di Santa Teresa, retta da monsignor Matteo Franco, il titolo di quest'ultima venne assunto dalla neo parrocchia, che si venne a chiamare Santa Teresa all'Osservanza.[3][2]

Il 17 febbraio 1861, il convento attiguo alla chiesa passò in mano al Ramo militare, che lo adoperò ad ospedale.[2][5]

In una relazione del 21 agosto 1921, il parroco Domenico Mazzocca narra che egli fecce apportare numerosi lavori di restauro, che portarono la chiesa allo stato in cui è conservata tutt'oggi.[2]

Descrizione modifica

La chiesa dell'Osservanza dispone di due altari: il maggiore, dedicato al Santissimo Crocifisso, il secondo, invece, consacrato alla Madonna delle Grazie.[2] Custodisce, inoltre, un dipinto raffigurante l'estasi di santa Teresa d'Avila.[3]

All'altezza dell'altare maggiore vi è una scultura della Madonna della Ginestra[1][5], creata nel 1504 da Antonello Gagini.[4][6][7] Un'ulteriore scultura è il Mistero della Passione, con il crocifisso schiodato[1], opera di Fra’ Giovanni da Reggio risalente alla metà del XVII secolo.[4][7]

Il tabernacolo, in bronzo dorato, è un'opera di Ugo Mazzei.[1][4]

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h i j Chiesa dell'Osservanza, su guide.travelitalia.com. URL consultato il 10 giugno 2017.
  2. ^ a b c d e f g h Chiesa Osservanza [collegamento interrotto], su visitcatanzaro.it. URL consultato il 10 giugno 2017.
  3. ^ a b c Anche Catanzaro ha la sua Santa Teresa [collegamento interrotto], su catanzaroinforma.it, 15 ottobre 2012. URL consultato il 10 giugno 2017.
  4. ^ a b c d e Il crocifisso di Frà Giovanni da Reggio nella chiesa dell'Osservanza, su catanzaroinforma.it, 9 giugno 2016. URL consultato il 10 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2016).
  5. ^ a b c d Chiesa dell'Osservanza, su igio.it. URL consultato il 12 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2018).
  6. ^ Chiesa dell'Osservanza, su touringclub.it. URL consultato il 10 giugno 2017.
  7. ^ a b Chiesa dell'Osservanza, su comunecatanzaro.it. URL consultato il 10 giugno 2017 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2016).

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