Chiesa delle Muneghette

chiesa distrutta a Venezia

La chiesa delle Muneghette – in realtà intitolata a Gesù e Maria – era, assieme al suo convento, un piccolo complesso religioso di Venezia, sito in campo della Lana nel sestiere di Santa Croce, non lontano dalle chiese di San Simeon piccolo e quella demolita della Croce,

Le Muneghette
La chiesa in una illustrazione di Giovanni Prividor, 1847 circa.
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Veneto
LocalitàVenezia
Coordinate45°26′20.5″N 12°19′23.4″E / 45.439028°N 12.323167°E45.439028; 12.323167
Religionecattolica di rito romano
TitolareGesù e Maria
OrdineAgostiniane eremite
Patriarcato Venezia
Consacrazione1634
FondatoreAngela Maria Pasqualigo
Demolizione1950 circa

Storia modifica

Il complesso fu fondato da Angela Maria Pasqualigo (1562-1652). La donna, orfana in tenera età, era stata condotta a Candia dallo zio nominatovi governatore dalla Repubblica di Venezia. Da qui, dopo aver preso i voti nel monastero di Santa Caterina, tornò a Venezia. Nel 1622, recuperate alcune proprietà di famiglia, provvide a fondare il piccolo convento sotto la regola di san'Agostino. Il patriarca Giovanni Tiepolo benedisse il convento e il primo oratorio nel 1623. Le regole di clausura vennero riconosciute e autorizzate ufficialmente da papa Innocenzo X nel 1647[1].

 
Posizionamento della chiesa dei Gesù e Maria detta le Muneghette nella mappa di Ludovico Ughi, 1730.

Il convento fu chiuso e la chiesa spogliata a seguito dei decreti napoleonici del 1806, tuttavia le monache riuscirono a tornarne in possesso nel 1821. Il complesso abbandonato dalle agostiniane, in data imprecisata, per trasferirsi nel convento di Mestre, e caduto in rovina fu demolito dopo la fine della seconda guerra mondiale per far posto a nuova edilizia civile[2].

Descrizione modifica

Non ci restano molte immagini storiche dell'edificio, essendo l'ambito chiuso e povero dov'era inserito di minore interesse per i vedutisti. Ci resta invece un'illustrazione più recente (1847 circa) di Giovanni Prividor, piuttosto attendibile vista le corrispondenze con una rara fotografia esistente ma ripresa con un campo angolare più ristretto. A parte gli indizi del breve campanile e delle finestre termali non è possibile una ricostruzione dell'orientamento della chiesa e l'eventuale facciata.

L'interno piuttosto semplice presentava tre altari. Sull'altare maggiore stava una pala di Pietro Mera detto il Fiammingo (1570 c-1645) che rappresentava la Madonna col Bambino venerati dalle figure inginocchiate di un papa, un imperatore, un doge e un cardinale. Non è chiara la posizione delle altre tre pale del Mera (Santa Caterina, la Fuga in Egitto e la Madonna col Bambino e san Giovanni) e della tela di Domenico Tintoretto, forse una Sacra Famiglia con i santi Giovannino e Anna[3]. A questi si aggiungevano, secondo la pubblicazione del 1733 dello Zanetti, un «quadretto della maniera di Gian Bellino» sopra una porta, il soffitto ed altri quadri alle pareti di Angelo Venturini, un allievo del Balestra[4].

Opere che risultarono tutte scomparse al ritorno delle monache nel 1821 cosicché furono costrette a commissionare due nuove pale a Lattanzio Querena[2].

Note modifica

  1. ^ Corner 1758, pp. 404-407.
  2. ^ a b Zorzi 1984/2, p. 203.
  3. ^ Boschini 1674, p. Santa Croce 9; Zanetti 1733, p. 432; Zanetti 1771, pp. 255, 550.
  4. ^ Zanetti 1733, p. 432.

Bibliografia modifica

  • Alvise Zorzi, Venezia scomparsa, 2ª ed., Milano, Electa, 1984 [1972], p. 203.
  • Umberto Franzoi e Dina Di Stefano, Le chiese di Venezia, Venezia, Alfieri, 1976, p. 79.
  • Francesco Sansovino e Giustiniano Martinioni [con aggiunta di], Venetia città nobilissima et singolare descritta in XIIII libri da M. Francesco Sansovino, Venezia, Steffano Curti, 1663.
  • Marco Boschini, Le ricche miniere della pittura veneziana, Venezia, Francesco Nicolini, 1674.
  • Flaminio Corner, Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia, e di Torcello …, Padova, Giovanni Manfrè, 1758.
  • Antonio Maria Zanetti, Descrizione di tutte le pubbliche pitture della citta' di Venezia e isole circonvicine: o sia Rinnovazione delle Ricche minere di Marco Boschini, colla aggiunta di tutte le opere, che uscirono dal 1674. sino al presente 1733., Venezia, Pietro Bassaglia al segno della Salamandra, 1733.
  • Forestiere illuminato intorno le cose più rare, e curiose, antiche, e moderne della Città di Venezia, e dell'Isole circonvicine, Venezia, Giambatista Albrizzi, 1740.
  • Antonio Maria Zanetti (1706-1778), Della pittura veneziana e delle opere pubbliche de' veneziani maestri libri V, Venezia, Albrizzi, 1771.

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