Chiesa di San Dalmazzo (Borgo San Dalmazzo)

chiesa di Borgo San Dalmazzo

La chiesa di San Dalmazzo è la parrocchiale di Borgo San Dalmazzo, in provincia di Cuneo e diocesi di Cuneo-Fossano[1]; fa parte della zona pastorale delle Valli Gesso e Vermenagna.

Chiesa di San Dalmazzo
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegionePiemonte
LocalitàBorgo San Dalmazzo
Indirizzopiazza XI febbraio
Coordinate44°19′47.74″N 7°29′22.71″E / 44.329928°N 7.489643°E44.329928; 7.489643
Religionecattolica di rito romano
Titolaresan Dalmazzo martire
Diocesi Cuneo-Fossano
Stile architettonicoromanico e barocco
Completamento1703
Sito webwww.sandalmazzo.com/museo/index.htm

Storia modifica

L'originaria chiesa borgarina sorse probabilmente tra i secoli V e VI[1], anche se la prima citazione che ne attesta l'esistenza risale all'inizio del X secolo ed è contenuta in un documento nel quale si menziona l'abbatia Sancti Dalmatii[2]; quest'abbazia era stata fondata nel VIII secolo dal re Ariperto II[3].

La nuova chiesa fu edificata nell'XI secolo in stile romanico; essa era dotata anche di una cripta per la conservazione delle reliquie[4][3].

Nel XV secolo l'abbazia venne soppressa[4] e verso il 1439 o il 1440 la chiesa entrò a far parte della diocesi di Mondovì[2].

Un secolo dopo, tra il 1566 e il 1557, per volontà di papa Pio V, la struttura, composta da cinque navate e preceduta dal portico, fu completamente restaurata[2].

Nel XVII secolo la parrocchiale venne ricostruita a tre navate con cappelle laterali[4]; i lavori di sopraelevazione della facciata furono terminati nel 1703[2], anno in cui si rifecero anche le volte delle navate[1].

Tra il 1981 e il 1983 l'esterno dell'edificio fu sottoposto a un'opera di restauro, durante la quale fu riportata alla luce la facciata romanica[2]. Un altro intervento di ristrutturazione fu eseguito all'interno della chiesa nel 1998; nel corso delle opere, che comportarono la risistemazione di tutte le decorazioni, fu inoltre recuperata e consolidata strutturalmente l'antica cripta, in seguito riaperta al culto[1].

Descrizione modifica

Esterno modifica

La facciata, rivolta a sudovest, presenta l'originario prospetto in pietra romanico, inscritto in quello intonacato barocco. La porzione più antica, a salienti, è scandita da una serie di lesene in laterizio ed è caratterizzata dall'ampio portale d'ingresso principale centrale sormontato da una nicchia a forma di croce latina e da un grande rosone strombato; ai lati si aprono i due accessi secondari, sovrastati da altrettanti rosoni, anch'essi strombati. La porzione seicentesca presenta sulla sinistra una finestrella e sulla destra un portale d'ingresso e due aperture rettangolari; in sommità l'alta facciata a vela è raccordata alle estremità attraverso ampie volute.

Annesso alla parrocchiale è il novecentesco campanile a pianta quadrata, edificato sulle rovine del precedente in seguito al suo crollo[4]; la cella si affaccia sulle quattro fronti attraverso delle trifore inscritte in archi a tutto sesto ed è coronata dalla guglia.

Interno modifica

L'interno dell'edificio, riccamente decorato con stucchi e affreschi, si sviluppa su un impianto basilicale; la navata centrale, coperta da una volta a botte lunettata, è suddivisa dalle laterali attraverso ampie arcate a tutto sesto rette da massicci pilastri ornati con lesene, a sostegno della trabeazione; sulle navatelle si affacciano inoltre le sei cappelle laterali[1].

Al termine dell'aula si trova il presbiterio absidato; l'ambiente sorge sopra alla cripta romanica ed è sormontato sul fondo dalla cappella di San Dalmazzo, retta da tre arcate a tutto sesto[1].

Note modifica

  1. ^ a b c d e f Chiesa di San Dalmazzo <Borgo San Dalmazzo>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 13 giugno 2021.
  2. ^ a b c d e Borgo San Dalmazzo (CN) : Parrocchia di San Dalmazzo di Pedona, su archeocarta.org. URL consultato il 13 giugno 2021.
  3. ^ a b CHIESA DI SAN DALMAZZO, su cittaecattedrali.it. URL consultato il 13 giugno 2021.
  4. ^ a b c d CHIESA PARROCCHIALE DI SAN DALMAZZO, su vermenagna-roya.eu.

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