Il cippo etrusco è un manufatto in pietra prodotto in Etruria. A forma di tronco di colonna o di pilastro, veniva inserito nel terreno o collocato sopra un monumento; poteva servire come segnacolo per la suddivisione del territorio (cippo terminale) o come segnacolo tombale.

Cippo funerario n. 157. Bologna, Museo civico archeologico.

Cippo terminale modifica

La limitatio era la pratica di apporre nel terreno una serie di allineamenti detti limites con lo scopo di stabilire i confini territoriali che erano sacri e inviolabili, così come esigevano le disposizioni date dal dio Tinia e trasmesse agli antichi uomini etruschi dalla ninfa Vegoia divenendo così la prova concreta dell'importanza sacra e successivamente giuridica dei limites. Un cippo terminale era solitamente un semplice parallelepipedo con un'iscrizione che indicava il carattere pubblico o privato del confine. Un tipico esempio di cippo terminale proviene da Bettona (ora al museo civico locale), è alto 90 cm e presenta lavorazioni sulla parte superiore, mentre quella grezza era interrata, la porzione superiore della faccia anteriore reca l'iscrizione "Tular Larna" ovvero "Confine di Larna".

I cippi terminali rappresentano dei veri e propri documenti, importanti sia per la lunghezza del testo sia per il valore del contenuto, come il Cippo di Perugia oggi al Museo archeologico nazionale dell'Umbria, databile al III-II secolo a.C., che reca inciso su due lati quarantasei righe e centotrenta parole. Per quanto riguarda il contenuto, sembrerebbe rappresentato un contratto stipulato tra due famiglie sulla definizione dei confini dei rispettivi possedimenti terrieri.

Cippo sepolcrale modifica

I cippi sepolcrali indicavano il simbolico collegamento tra l'Oltretomba, dove è andata l'anima del defunto, ed il Cielo, dove l'anima doveva andare per raggiungere l'immortalità. Impiegati su tutto il territorio etrusco si differenziavano per forma, materiale e decorazioni scolpite. Queste erano frequentemente di tipo animalistico e dotate di funzione apotropaica. Il tipo detto "a cipolla" era costituito da un bulbo sferico ed era particolarmente diffuso in area centrale. A Vulci erano più diffusi tra IV e III secolo a.C. i cippi "a dado", a forma di parallelepipedo, che riprendevano la struttura degli omonimi sepolcri e recavano sulla faccia anteriore una decorazione a forma di porta, talvolta sormontata dall'iscrizione. A Ferento, in area viterbese, una simile tipologia veniva posta su un basamento e si sviluppava in senso monumentale con complesse modanature ed elementi di coronamento. A Caere si distinguono ancora i cippi "a colonnetta" e quelli "a casetta" rispettivamente per le sepolture maschili e femminili. Anche a Pisa, nel VI e V secolo a.C., era presente una notevole produzione di segnacoli per le sepolture, come cippi in marmo dalle forme di colonnina e clava, oppure emisferici e decorati da protomi zoomorfe.

Cippi chiusini modifica

 
Cippo di Chiusi con scena di banchetto

I cippi chiusini del VI secolo a.C. sono tra gli esemplari più interessanti, decorati a bassorilievo con scene legate alla celebrazione del defunto: dai preparativi nuziali alle cerimonie e danze funerarie, dalle scene di vita pubblica a quelle militari e quotidiane. Inizialmente formati da più elementi sovrapposti di differenti forme e sormontati da un elemento sferico, tendono col tempo a semplificarsi.

In particolare, il cippo di Chiusi, 490-480 a.C. oggi al Museo Barracco, realizzato in pietra, reca scene di combattimento, partenze di cavalieri e la vestizione di un oplita su ispirazione dei modelli greci, mentre un altro segnacolo, databile 500-490 a.C. di provenienza ignota, presenta sia il corteo funebre sia scene di vita quotidiana.

Tale pregiata produzione vedrà il suo decadimento artistico all'inizio del V secolo con sterili e banali ripetizioni artistiche.

Bibliografia modifica

  • Mauro Cristofani, s.v. Cippo, in Dizionario illustrato della civiltà etrusca, Firenze, Giunti, 1999, pp. 71-72, ISBN 8809217284.
  • Bianchi Bandinelli R. e Giuliano A., Etruschi e Italici prima del dominio di Roma, Rizzoli Editore, Milano 1973.
  • Torelli, M. - L'arte degli Etruschi, Editori Laterza, Bari, 2008, ISBN 9788842055198.
  • Prayon, F. - Gli etruschi, Il Mulino, Marzo 2009, ISBN 9788815068873.

Voci correlate modifica