La classe Hyuga è costituita da una serie di 2 unità portaeromobili leggere in servizio con la Forza marittima giapponese di autodifesa, la Hyuga (181), unità capoclasse, e la Ise (182).

Classe Hyuga
Hyuga in navigazione
Descrizione generale
Tipoportaerei
Numero unità2
CostruttoriIHI Marine United, Yokohama
Caratteristiche generali
Dislocamento13500 t standard, 19000 a pieno carico
Lunghezza197 m
Larghezza33 m
Pescaggiom
Propulsione4 turbine a gas GE LM2500 modificate dalla Ishikawajima-Harima Heavy Industries, Co. Ltd. (IHI) in configurazione COGAG
Equipaggio360 (Hyūga),

371 (Ise)

Armamento
Armamento
Mezzi aereiMax 18 elicotteri SH-60J ed in futuro aerei F-35 JSF
[1]
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Sono ambedue classificate ufficialmente come cacciatorpediniere portaelicotteri per ragioni di immagine interna dovuta alle restrizioni costituzionali delle forze armate che hanno fatto seguito alla seconda guerra mondiale.

Progetto modifica

Le Hyuga sono delle navi tuttoponte con un'isola sul lato di destra, e un dispositivo di tipo CIWS sulla prua e a poppa. Con la loro stazza di 20.000 t sono in realtà delle portaerei leggere che attualmente operano con elicotteri antisommergibile SH60-J[1]. Le 4 turbine a gas LM2500 in configurazione COmbined Gas turbine And Gas turbine (COGAG) , sono suddivise in due coppie, e fanno girare attraverso un gruppo di ingranaggi di riduzione un asse e un'elica. Ognuno dei motori fornisce circa 25.000 shp[1], con una potenza complessiva quindi di 100.000 shp.

Note modifica

Bibliografia modifica

  • Michele Cosentino, Hyuga e Izumo: portaelicotteri per il Giappone, in Rivista Italiana Difesa, n. 1, Chiavari, Giornalistica Riviera, gennaio 2014, pp. 44-53.
  • Jani Gambelli, Giappone: voglia di portaerei, in Panorama Difesa, n. 306, Firenze, ED.A.I., marzo 2012, pp. 44-51.
  • Cristiano Martorella, Il ritorno delle portaerei giapponesi, in Panorama Difesa, n. 414, Firenze, ED.A.I., gennaio 2022, pp. 56-61.

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