Cleombroto d'Ambracia

Cleombroto d'Ambracia è il nome con cui è conosciuto un giovane che viene citato nel Fedone di Platone fra coloro che non erano presenti alla morte di Socrate. Una tradizione successiva sostiene che sarebbe stato originario della città di Ambracia.

Callimaco dedicò al personaggio un epigramma: secondo il poeta, Cleombroto sarebbe morto suicida dopo aver letto il Fedone, dialogo che ha per argomento l'immortalità dell'anima.[1]

(GRC)

«Εἴπας 'Ἥλιε χαῖρε'
Κλεόμβροτος Ὡμβρακιώτης
ἥλατ΄ἀφ΄ὑψηλοῦ
τείχεος εἰς Ἀίδην,
ἄξιον οὐδὲν ἰδὼν θανάτου
κακόν, ἀλλὰ Πλάτωνος
ἓν τὸ περὶ ψυχῆς γράμμ΄ἀναλεξάμενος.»

(IT)

«Dicendo «Addio sole!»
Cleombroto d'Ambracia
da un alto muro
si gettò nell'Ade:
non gli era capitato alcun male
degno di morte; aveva solo letto
uno scritto, quello di Platone sull'anima.[2]»

L'epigramma per Cleombroto è citato nel singolo Di passaggio di Franco Battiato.

Note modifica

  1. ^ Luigi Spina, Cleombroto, la fortuna di un suicidio (Callimaco, ep. 23 Pf.), «Vichiana», n. XVIII (1989), pp. 12-39.
  2. ^ Si tratta presumibilmente del Fedone, che aveva come sottotitolo Sull'anima (Antonio Carlini, Filologia, papirologia, storia dei testi, Fabrizio Serra editore, 2008, p. 227).
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