Cleromanzia

forma di divinazione

La cleromanzia (dal greco kleros- 'sorte' e -manteia 'indovinare') o sortilegio (dal latino sortem 'sorte' e lego 'lèggere') è una qualunque forma di divinazione il cui risultato sia determinato da mezzi che normalmente sarebbero considerati casuali, come per esempio l'estrazione a sorte di oggetti, simboli o frasi oppure il lancio di dadi, ossi o altri oggetti, ma che si presuppone possano rivelare la volontà divina o di altre entità soprannaturali.

Una scena di cleromanzia su una coppa di Duride (490 a.C.): due guerrieri, Aiace e Ulisse, esaminano la disposizione casuale di aluni sassi in presenza della dea Atena, per stabilire l'assegnazione delle armi del defunto Achille.

Chi pratica una di queste arti divinatorie si chiama generalmente cleromante o sortilego.

Nella civiltà classica modifica

Nell'Antica Roma le pratiche di cleromanzia erano chiamate sortes, ossia «sorti», e di conseguenza l'indovino era chiamato sortilegus, cioè «colui che legge le sorti»; altre forme di cleromanzia praticate dai romani erano il lancio di dadi (oggi chiamato astragalomanzia) o il pellegrinaggio al santuario della Fortuna Primigenia. C'è da notare che per gli antichi Romani la cleromanzia era un approccio popolare alla divinazione ed era formalmente vietata ai personaggi pubblici; secondo la legge, infatti, solo la cosiddetta divinazione ispirata era lecita, mentre le sortes erano considerate quasi alla stregua del gioco d'azzardo.[1]

Nella cultura giudaico-cristiana modifica

Questo modo di tentare la sorte si trova relativamente di frequente nella Bibbia e molti suoi studiosi pensano che gli Urim e Tummim servano a questo scopo.

Nella Bibbia ebraica ci sono almeno quattro casi dove questa forma di divinazione viene invocata per determinare il pensiero di Dio:

  1. Nel Libro di Giosuè 7:11-22, Dio comanda che un furfante venga trovato tramite questa scelta a sorte, per prima tra le tribù di Israele, in seguito tra le famiglie di quella tribù, ecc. Achan, la persona identificata in questo modo, confessa la sua colpevolezza e mostra dove ha sepolto il bottino.
  2. Nel primo libro di Samuele 10:17-24, il popolo di Israele chiede a Dio di scegliere un re per loro e Dio ordina che venga trovato il re tramite una procedura simile a quella sopra accennata, portando così a scegliere Saul.
  3. Ancora nel primo libro di Samuele 14:42, questo sorteggio viene usato per determinare che fosse Gionata, figlio di Saul, colui che ruppe il giuramento fatto a Samuele: "maledetto sia l'uomo che mangia cibo fino alla sua sera e che io sia vendicato dei miei nemici".
  4. Nel libro di Giona 1:7, l'estrazione a sorte viene usata per determinare se Giona fosse stato la causa della tempesta. Egli fu di conseguenza buttato in mare e la tempesta si dissipò.

Altri luoghi nella Bibbia ebraica pertinenti alla divinazione sono:

  • Libro dei proverbi 16:33: la sorte viene gettata nel grembo, ma ogni sua decisione viene da Yahweh e 18:18: la sorte sistema dispute e le tiene fortemente separate..
  • Levitico 19:26: .... né tu praticherai nahash o onan (divinazione). Il significato letterale di nahash è sibilante, sebbene esso può essere esteso a significare bisbigliante, ed è storicamente stato inteso come un riferimento all'incantesimo; onan letteralmente viene tradotto con nuvole, possibilmente riferendosi alla nefomanzia. Alcune traduzioni (in inglese) rendono onan con 'presagio' (augury, interpretando il volo a stormo degli uccelli), ma altri lo traducono con 'stregoneria' (sorcery).
  • Deuteronomio 18:10 ... non lasciare che sia trovato tra te chi qasam qesem, svolga onan, nahash, o kashaph. qasam qesem letteralmente significa distribuisce le distribuzioni, e può riferirsi eventualmente alla cleromanzia; kashaph sembra significare mormorio, sebbene la Septuaginta rende la stessa frase come pharmakia (veleno), così che potrebbe riferirsi alle pozioni magiche.
  • Nel Libro di Ester, Haman tira a sorte per decidere la data in cui sterminare gli ebrei di Shushan; la festività ebraica di Purim è un ricordo della successiva catena di eventi.

Da notare che ci sono due distinti concetti ebraici che vengono a confondersi, se entrambi vengono tradotti per mezzo dell'estrazione a sorte. Sebbene nahash letteralmente significa fischiare quando usato come un verbo, come sostantivo significa serpente; l'idea di divinazione, o predire la fortuna, viene trasmessa attraverso l'associazione con il respiro (fig. 'spirito') di un serpente (fig. 'ingannatore')[senza fonte] e implicitamente proclama gli indovini come artisti truffatori[senza fonte]. Al contrario, la parola ebraica che sta per 'tentare la sorte', gowral,[2] significa semplicemente 'assegnare porzioni', o 'distribuzioni', nell'interesse dell'imparzialità.

Gli esempi più notevoli nel Nuovo Testamento si trovano in Giovanni 19:24, dove i soldati tirano a sorte per gli abiti di Gesù non appena venne a morire sulla croce, e negli Atti degli Apostoli 1:23-26 dove gli undici apostoli tirarono a sorte per determinare chi tra Mattia o Barsabba (soprannominato Giusto) sarebbe stato scelto per rimpiazzare Giuda.

Nel Libro di Mormon, i figli di Lehi tirano a sorte nel primo libro di Nefi per determinare chi dovrà ottenere i piatti di ottone, un supposto documento contenente le scritture israelite, dal mercante Laban. Laman viene scelto per rappresentare i fratelli tramite questo metodo, ma egli non riesce nell'impresa e semplicemente scappa per salvarsi la vita (ad ogni modo, i fratelli riuscirono a recuperare i piatti con altri mezzi).[3][4]

Nella cultura orientale modifica

In Cina, e specialmente nel taoismo cinese, vari modi di divinazione erano impiegati attraverso mezzi casuali, come l'uso dell'I Ching. In Giappone, l'omikuji è una forma di oracolo scritto.

Note modifica

  1. ^ divinazione [collegamento interrotto], in Sapere.It, Enciclopedia Generale, De Agostini. URL consultato il 31 agosto 2009.
  2. ^ gowral
  3. ^ 1 Nephi 3
  4. ^ 1 Nephi 4

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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