Clotario I

re dei Franchi di Austrasia del Nord e Guascogna

Clotario I detto il Vecchio (le Vieux) (497 circa – Compiègne, 29 novembre 561) è stato un re franco della dinastia dei Merovingi che, dal 511 regnò sull'Austrasia del nord e sulla Guascogna, poi, dal 524 sulla valle della Loira, a sud del fiume, dal 534 su parte della Burgundia, dal 555 su tutta l'Austrasia e l'Aquitania ed infine, dal 558, su tutto il regno dei Franchi.

Clotario I
Ritratto di Clotario I di Jean de Tillet
Re dei Franchi di Austrasia del Nord e Guascogna[1]
In carica511 –
561[2]
PredecessoreClodoveo I
SuccessoreCariberto I
Chilperico I
Gontrano
Sigeberto I
Altri titolire dei Burgundi
Nascita497 circa
MorteCompiègne, 29 novembre 561
Luogo di sepolturaAbbazia di San Medardo, Soissons
DinastiaMerovingi
PadreClodoveo I
MadreClotilde
ConiugiGunteuca
Radegonda
Ingonda
Aregonda
Valdrada
FigliGuntario
Childerico
Cariberto
Gontrano
Sigeberto, Clodosvinta e
Clodesinde, di terzo letto
Chilperico, di quarto letto
Cramno e
Gundovaldo, illegittimi

Origini modifica

Era il figlio quartogenito[3] del re dei Franchi Sali della dinastia merovingia, Clodoveo I e della sua seconda moglie, Clotilde, che secondo il vescovo Gregorio di Tours (536597), era la figlia del re dei Burgundi, Chilperico II e della moglie, di cui non si conosce il nome[4]

 
Clotilde divide il regno tra i figli di Clodoveo I
 
La divisione del regno dei Franchi, alla morte di Clodoveo I
 
L'assedio di Saragozza da parte di Clotario e di Childeberto I
 
L'assassinio dei figli di Clodomiro
 
Denaro di Clotario I
 
La divisione del regno dei Franchi, alla morte di Clotario I, nel 561
 
La morte di Cramno

Biografia modifica

Alla sua nascita, il fratello primogenito, Ingomero, era già morto.
Nella Regum Merowingorum Genealogia, Teodorico viene citato come primo figlio di Clodoveo davanti ai nomi dei fratellastri, Clodomiro, Childeberto e Clotario, (Theodorico, Chlomiro, Hildeberto, Hlodario)[5] e anche Gregorio di Tours lo cita dopo i fratelli Teodorico e Clodomiro e Childeberto[6].

Alla morte del padre, nel 511, il regno fu diviso in quattro parti[6] e Clotario ricevette in eredità il nord-est del regno dei Franchi, la regione che comprendeva Soissons, Laon, Noyon, Arras, Cambrai, Tournai e Treviri, tra il mare del nord e la Mosa inferiore, con capitale Soissons[5], e la Guascogna.

Partecipò con i fratelli a una lunga serie di campagne militari tese ad estendere i domini franchi. Fu alleato dei fratelli Childeberto I e Clodomiro nella lotta per la conquista della Burgundia.
Dopo la morte di suo fratello Clodomiro a Vézeronce, nel 524[7], i suoi tre figli (di Clodomiro), Teobaldo, Guntario e Clodoaldo, vennero affidati alla custodia della nonna, santa Clotilde, e il suo regno venne diviso tra i fratelli Clotario I, che aveva preso in moglie la vedova di Clodomiro, Gunteuca[7], e Childeberto I, nell'attesa che i legittimi eredi raggiungessero la maggiore età. Ma Clotario I e Childeberto I, tra il 530 ed il 531, complottarono per eliminare i tre giovani nipoti, riuscendo ad uccidere i due nipoti più grandi: solo Clodoaldo, che riuscì a nascondersi fino alla età adulta e poi accettò di farsi monaco a Novientum (oggi Saint-Claud), venne risparmiato[8] e Clotario si annetté la parte dei territori a sud della Loira.

Assieme ai fratelli Clotario I aveva cercato di estendere il dominio dei Franchi su tutta la Gallia ed il re dei Visigoti, Amalarico, aveva cercato di scongiurare il pericolo sposando Clotilde, figlia di Clodoveo, re dei Franchi e sorella dei nuovi re dei Franchi; l'unione non era stata felice a causa della differenza di appartenenza religiosa: lui era ariano e lei cattolica, e gli insistenti tentativi di Amalarico di farla convertire all'arianesimo (secondo Gregorio di Tours, Amalarico nel tentativo di convertire la moglie Clotilde arrivò anche a maltrattarla[9]) furono vani, anzi esasperarono i fratelli di lei Childeberto I e Clotario I che, nel 531, invasero la Settimania sconfiggendo Amalarico nei pressi della sua capitale, Narbona.

Assieme al fratellastro Teodorico I nel 531 combatté i Turingi; Teodorico, memore degli spergiuri del re dei Turingi, Ermanafrido, aveva promesso a Clotario I parte del bottino se lo avesse aiutato nell'impresa contro i Turingi[10]. Allora Clotario I e Teodorico accompagnato dal figlio, Teodeberto I, attaccarono i Turingi e, nella battaglia nei pressi del fiume Onestrudem, fecero una tale strage di Turingi che riempirono di caduti l'alveo del fiume e passarono sull'altra sponda passando sui cadaveri come fossero un ponte[10]. Ottenuta quindi la vittoria, i Franchi occuparono la regione e la ridussero sotto il loro dominio[10]. Fu in questa occasione che Clotario conobbe Radegonda, figlia di Bertario, che fece parte del suo bottino di guerra e che poi divenne sua moglie[10].
Ad Ermanafrido che era riuscito a fuggire durante la battaglia fu data garanzia di poter fare ritorno nel proprio regno[11].

Clotario e Childeberto presero parte a diverse spedizioni contro i Burgundi, che portò alla conquista di tutto il regno, mentre il loro re Gondomaro, che, nel 524, aveva ucciso in battaglia Clodomiro, fu costretto a fuggire[12]; infine, nel 534, assieme al fratello Childeberto ed al nipote Teodeberto I riuscì a portare a termine la conquista di tutta la Borgogna che venne divisa in tre parti che furono assegnate ad ognuno dei tre re Franchi, e ad esiliare definitivamente il suo re (Gondomaro)[12].

Dopo aver occupato la Burgundia assieme al fratello ed al nipote si avventarono sulla Provenza che era stata occupata dagli Ostrogoti e che fu divisa in tre parti come la Burgundia: le città di Orange, Carpentras e Gap toccarono a Clotario. Nel 536, Vitige, il re degli Ostrogoti, riconobbe la cessione della Provenza, ai Franchi.

Col fratello Childeberto, poi partecipò anche a molte spedizioni contro i Visigoti di Spagna, e nel 533, invasero la Navarra e occuparono Pamplona, arrivarono sino a Saragozza, a cui posero l'assedio. Allora Teudi, il nuovo re dei Visigoti, corse in aiuto alla città con due eserciti (uno comandato da lui, ed uno da comandato da Teudiselo); i Franchi, al suo arrivo, si ritirarono verso i Pirenei, dove furono sconfitti dalla sua armata, mentre Teudiselo, corrotto dai Franchi, non intervenne nella battaglia e permise ai Franchi di ritirarsi indisturbati, carichi di bottino.
Clotario partecipò anche alla spedizione a Saragozza, del 542, quando Childeberto portò a Parigi la tunica di San Vincenzo[13].

Durante questo periodo, Clotario fondò chiese e monasteri, tra cui la chiesa dedicata a san Medardo a Soissons, mentre Santa Redegonda fondava l'abbazia della Santa Croce a Poitiers.

Nel 555, dopo pochi anni di regno, morì l'ultimo erede di suo fratellastro Teodorico I di Austrasia: il suo pronipote Teodebaldo, che, secondo le cronache del vescovo Mario di Avenches[14], morì a causa della sua precoce dissolutezza (secondo Gregorio di Tours fu colpito da un malore che gli paralizzò gli arti inferiori e poco dopo morì[15]). Senza eredi, i suoi territori passarono al prozio Clotario I, che a quanto pare si prese anche la moglie di Teodebaldo, Valdrada[15].

In quello stesso anno i Sassoni si ribellarono; Clotario, col suo esercito si mosse contro di loro, uccidendoli in gran numero, percorrendo l'intero Turingia, che i Sassoni da lui avevano ottenuto come compenso[16].

Childeberto I, dopo una malattia, morì a Parigi, il 23 dicembre 558, e venne sepolto nell'abbazia di Saint-Germain-des-Prés che lui aveva fondato[17].
Non avendo avuto figli maschi dalla moglie Vultrogota, ed essendogli premorti gli eredi designati, della discendenza del fratellastro Teodorico I, alla sua scomparsa i suoi possedimenti passarono a Clotario, che rimase così l'unico re dei Franchi ed immediatamente dopo essersi impossessato del tesoro di Parigi, esiliò la vedova del fratello e le due figlie[17].

Dopo che Clotario era divenuto l'unico re dei Franchi, il suo figlio primogenito, Cramno, si ribellò al padre e fuggì in Bretagna[18], presso il conte dei Bretoni, Chonoobro[17]. Allora Clotario, nel 560, marciò contro i Bretoni, li sconfisse e fece prigioniero Cramno che fu messo a morte con la moglie e le figlie[17]. Nello stesso anno fu scomunicato dal vescovo di Treviri, Nicezio (che fu poi santificato), per i suoi misfatti.

Clotario morì alla fine del 561, durante il suo cinquantunesimo anno di regno, a un anno dalla morte di suo figlio Cramno, a causa di una febbre contratta durante la caccia nella foresta di Cotia, che lo costrinse ad interrompere la caccia e rientrare nella città di Compendio, dove morì; fu sepolto a Soissons, nella chiesa di san Medardo da lui fondata[19].
Alla sua morte i figli superstiti si divisero il regno dei Franchi:

Matrimoni e discendenza modifica

Clotario si sposò diverse volte, ed ebbe almeno due amanti:

Dalla due amanti ebbe due figli:

  • da Chunsina che forse fu la moglie (prima), Clotario ebbe un figlio[23]:
    • Cramno (?- 560), che si ribellò al padre, che lo fece uccidere.
  • da una sua seconda amante di cui non si conosce il nome ebbe un figlio:
    • Gundovaldo (?- 585), che si dichiarò figlio di Clotario e nel 584, fu proclamato re dei Franchi[25]

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Meroveo Clodione  
 
 
Childerico I  
 
 
 
Clodoveo I  
 
 
 
Basina  
 
 
 
Clotario I  
Gundioco Gundicaro  
 
 
Chilperico II dei Burgundi  
 
 
 
Clotilde  
 
 
 
 
 
 
 
 

Cronologia dei regni franchi dal 511 al 561 modifica

TeodobaldoTeodeberto ITeodorico I (Merovingi)ClodomiroChildeberto IClotario IReimsOrleansParísSoissons

Note modifica

  1. ^ Assieme al fratellastro, Teodorico I, Re dei Franchi di Austrasia ed Aquitania e ai fratelli Clodomiro, Re dei Franchi della Loira e Childeberto I, Re dei Franchi di Neustria e Bretagna
  2. ^ Dal 558 al 561 fu il re di tutti i Franchi.
  3. ^ Clotario in realtà era il quintogenito di Clodoveo I, il quale aveva avuto già un figlio, Teodorico I, dalla prima moglie
  4. ^ (LA) Gregorio di Tours, Historiarum Francorum, Quod Chlodovechus Chrodigilde accepit. II, 28
  5. ^ a b (EN) Re dei Merovingi
  6. ^ a b (LA) Gregorio di Tours, Historiarum Francorum, De filiis Chlodovechi. III, 1
  7. ^ a b c (LA) Gregorio di Tours, Historiarum Francorum, De interitu Chlodomeris. III, 6
  8. ^ (LA) Gregorio di Tours, Historiarum Francorum, De interitu filiorum Chlodemeris. III, 18
  9. ^ (LA) Gregorio di Tours, Historiarum Francorum, De interitu Amalarici. III, 10
  10. ^ a b c d e (LA) Gregorio di Tours, Historiarum Francorum, Bellum contra Thoringus. libro III par.7
  11. ^ (LA) Gregorio di Tours, Historiarum Francorum, De interitu Hermenifredi. libro III par.8
  12. ^ a b (LA) Gregorio di Tours, Historiarum Francorum, Quod Childeberthus Burgundias abiit. III, 11
  13. ^ (LA) Gregorio di Tours, Historiarum Francorum, Quod Childeberthus in Hispaniis abierunt. III, 29
  14. ^ Marii Episcopi Aventicensis Chronica
  15. ^ a b c (LA) Gregorio di Tours, Historiarum Francorum, De obitu Theudovaldo. IV, par.9.
  16. ^ (LA) Gregorio di Tours, Historiarum Francorum, De rebellione Saxenum. IV, 10
  17. ^ a b c d (LA) Gregorio di Tours, Historiarum Francorum, De obitu Childeberthi et interitu Chramni. IV, 20
  18. ^ L'Armorica, durante questo secolo, il sesto, era stata invasa dalle popolazioni provenienti dal sud della Britannia, che avevano preso il sopravvento sulle popolazioni locali di origine gallo-romana, per cui cominciava ad essere denominata Bretagna.
  19. ^ (LA) Gregorio di Tours, Historiarum Francorum, De obitu Chlothachari regis. IV, 21
  20. ^ Settipani (1993), p. 66
  21. ^ (EN) Re dei Burgundi
  22. ^ Settipani (1993), p. 70
  23. ^ a b c d e (LA) Gregorio di Tours, Historiarum Francorum, De uxoribus ac filiis eius. IV, 3
  24. ^ (LA) Gregorio di Tours, Historiarum Francorum, Quod Theudoberthus in Provincia abiit. III#21
  25. ^ (LA) Gregorio di Tours, Historiarum Francorum, Item de insidiis Theudori episcopi et de Gundovaldo. VI#24

Bibliografia modifica

  • Christian Pfister, La Gallia sotto i Franchi merovingi, vicende storiche, in Cambridge University Press - Storia del mondo medievale, vol. I, pp. 688-711, Garzanti, 1978
  • Christian Pfister, La Gallia sotto i Franchi merovingi, istituzioni, in Cambridge University Press - Storia del mondo medievale, vol. I, pp. 712-742, Garzanti, 1978
  • Rafael Altamira, La Spagna sotto i visigoti, in Cambridge University Press - Storia del mondo medievale, vol. I, pp. 743-779, Garzanti, 1978

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