Comitato di coordinamento dei partiti e dei movimenti maoisti dell'Asia Meridionale

Il Comitato di coordinamento dei partiti e dei movimenti maoisti dell'Asia Meridionale è una federazione di vari partiti e movimenti maoisti dell'Asia meridionale. Il suo scopo è coordinare le loro attività in Asia meridionale e altrove.

Comitato di coordinamento dei partiti e dei movimenti maoisti dell'Asia Meridionale
Stato Internazionale
Fondazione2001
IdeologiaMaoismo

Partiti membri modifica

Il Comitato è stato fondato nel 2001 dai seguenti partiti:

Bangladesh modifica

  • Partito Purba Bangala Sarbahara (Comitato Centrale)
  • Partito Purba Bangla Sarbahara
  • Partito Comunista del Bangladesh (Marxista-Leninista)
  • Partito Comunista di Purba Banglar (Marxista-Leninista)
  • Movimento di Riorganizzazione Bolscevica Maoista del Partito Purba Bangla Sarbahara

Bhutan modifica

India modifica

  • Partito Comunista dell'India (Marxista-Leninista) Naxalbari
  • Centro Comunista Maoista
  • Centro Comunista Rivoluzionario Indiano (Marxista-Leninista-Maoista)
  • Centro Comunista Rivoluzionario Indiano (Maoista)
  • Partito Comunista Indiano (Marxista–Leninista) Guerra Popolare

Nel 2003 il Centro comunista rivoluzionario indiano (maoista) e il Centro comunista maoista si sono fusi nel Centro comunista maoista indiano; l'anno seguente quest'ultimo si è fuso con il Partito Comunista Indiano (Marxista-Leninista) Guerra Popolare, dando origine al Partito Comunista dell'India (Maoista).

Nepal modifica

Sri Lanka modifica

Dichiarazione modifica

Nel 2002, durante la seconda conferenza annuale, il comitato ha rilasciato una dichiarazione per spiegare il suo ruolo nella politica rivoluzionaria, la sua strategia e la sua interpretazione della situazione politica in Asia meridionale e nel mondo[1]. L'organizzazione ha dichiarato la volontà di seguire le idee e i principi di Karl Marx, Lenin e Mao Tse-tung e di mettere in pratica gli insegnamenti della guerriglia popolare permanente in Perù, Nepal, India, Turchia e altrove.

Note modifica

  1. ^ The Hindu, su hindu.com. URL consultato il 14 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2007).

Collegamenti esterni modifica