Complessità irriducibile

concetto

La «complessità irriducibile» è un concetto introdotto da Michael Behe nel suo libro Darwin's Black Box («La scatola nera di Darwin») per descrivere quei sistemi biologici il cui funzionamento dipenderebbe dall'interazione di molte parti, tutte indispensabili. Tale concetto è stato impiegato da Behe nella sua esposizione della teoria creazionista del disegno intelligente, come esempio di fenomeno che la teoria dell'evoluzione non sarebbe in grado di spiegare, in quanto i sistemi a complessità irriducibile non potrebbero formarsi per lenta evoluzione, ma dovrebbero necessariamente essere progettati ed assemblati tutti in una volta da un progettista intelligente.

Il concetto di complessità irriducibile viene respinto dalla comunità scientifica,[1] che considera il disegno intelligente alla stregua di una pseudoscienza.[2]

Storia modifica

Michael Behe, un professore di biochimica alla Lehigh University, è stato il primo a sostenere che la complessità irriducibile renderebbe impossibile l'evoluzione di alcuni sistemi complessi attraverso la sola selezione naturale di mutazioni casuali.[3]. Tuttavia, i biologi evoluzionisti hanno dimostrato come tali sistemi possano in realtà evolvere.[4][5] Ci sono infatti molti esempi documentati attraverso la genomica comparativa che mostrano come anche sistemi molecolari complessi si siano formati attraverso successive aggiunte di componenti come rivelato dalle diverse origini temporali delle loro proteine[6][7].

Nel processo del 2005 Kitzmiller contro la Dover Area School District, Behe fu chiamato a testimoniare sul tema della complessità irriducibile. Nella sentenza con la quale affermava che il disegno intelligente non è scienza ma di natura fondamentalmente religiosa,[8] la Corte ritenne che «il sostegno del professor Behe alla complessità irriducibile fosse stata smentita in articoli di ricerca peer-reviewed e largamente respinta dalla comunità scientifica».[1]

Definizioni modifica

La definizione originaria di «complessità irriducibile» di Behe è la seguente:

(EN)

«A single system which is composed of several interacting parts that contribute to the basic function, and where the removal of any one of the parts causes the system to effectively cease functioning»

(IT)

«Un singolo sistema composto da diverse parti interagenti che contribuiscono alla funzione di base, e per il quale la rimozione di una qualunque delle parti causerebbe la cessazione del funzionamento del sistema.»

Va notato che Behe ha fornito una seconda definizione, quella «evoluzionistica»:

(EN)

«An irreducibly complex evolutionary pathway is one that contains one or more unselected steps (that is, one or more necessary-but-unselected mutations). The degree of irreducible complexity is the number of unselected steps in the pathway.»

(IT)

«Un percorso evoluzionistico a complessità irriducibile è quello che contiene uno o più passi non selezionati (cioè, una o più mutazioni necessarie ma non selezionate). Il grado della complessità è il numero di passi non selezionati nel percorso.»

Un'altra definizione è stata formulata dal sostenitore del disegno intelligente William Dembski:

(EN)

«A system performing a given basic function is irreducibly complex if it includes a set of well-matched, mutually interacting, nonarbitrarily individuated parts such that each part in the set is indispensable to maintaining the system's basic, and therefore original, function. The set of these indispensable parts is known as the irreducible core of the system.»

(IT)

«Un sistema che esegue una data funzionalità di base è a complessità irriducibile se comprende un insieme di parti ben assemblate, mutuamente interagenti, non arbitrariamente individuate tali che ciascuna di queste parti sia indispensabile a mantenere la funzionalità di base, e dunque originale, del sistema. Un insieme di queste parti indispensabili è noto come nucleo irriducibile del sistema.»

Esempi di complessità irriducibile modifica

Come esempio di «complessità irriducibile», Behe propone una trappola per topi costituita di cinque pezzi: una tavoletta di legno su cui è inchiodata una piccola tagliola; una molla al posto giusto per farla scattare; una bacchetta metallica che tiene la molla aperta; un pezzo di formaggio come esca.[9] Behe sostiene che, sebbene la trappola sia una macchina molto semplice, la sua struttura non può essere ulteriormente semplificata: non è che in mancanza anche di un solo pezzo, la trappola funzioni meno bene, al contrario essa non funziona affatto. La conclusione di Behe è che la trappola non può essersi formata a poco a poco, con aggiunte e miglioramenti, ma che la trappola è stata realizzata fin dall'inizio così, progettata interamente per uno scopo, la cattura del topo. Behe sostiene che in biologia ci siano meccanismi che la teoria dell'evoluzione non potrebbe spiegare, come la coagulazione del sangue, il sistema immunitario e il flagellum.

La comunità scientifica rigetta le affermazioni di Behe sull'irriducibilità dei sistemi biologici. I suoi critici fanno notare come tutti gli esempi biologici portati da Behe non corrispondono a meccanismi a complessità irriducibile;[10] persino la trappola per topi potrebbe essersi formata gradualmente.[11]

Complessità irriducibile come presunta prova a sostegno del disegno intelligente modifica

I sostenitori del disegno intelligente usano questo termine per riferirsi a quei sistemi biologici che ritengono non possano essere il risultato di alcuna serie di piccole modifiche. Essi sostengono[senza fonte] che qualunque forma meno che completa di un tale sistema non funzionerebbe affatto e pertanto non sopravvivrebbe ad un processo di selezione naturale. Quindi i sistemi caratterizzati da complessità irriducibile non possono essere spiegati dalla teoria dell'evoluzione; da ciò si dedurrebbe la necessità dell'intervento di un progettista intelligente che abbia creato la vita o comunque guidato la sua evoluzione.

Lo stesso Charles Darwin formulò la prova che avrebbe falsificato la sua teoria, esponendola ne L'origine delle specie:[12]

«Se si potesse dimostrare l'esistenza di un qualsiasi organo complesso, che non si fosse potuto formare attraverso una serie di leggere mutazioni successive, la mia teoria non starebbe assolutamente più in piedi. Ma non ne ho trovato alcuno.»

A questo proposito lo stesso Behe, in una intervista al quotidiano Avvenire, afferma:[13]

«La ricerca ha provato che il fondamento della vita, la cellula, è gestita da una complessa e sofisticata macchina molecolare. Ci sono, letteralmente, piccoli camion e piccoli autobus molecolari che lavorano nella cellula e piccoli motori fuoribordo che le permettono di muoversi. Di tali aspetti si dà un migliore resoconto considerandoli prodotto di un progetto piuttosto che del caso e della selezione naturale. La scatola nera è la cellula. Darwin, come altri scienziati dell'epoca, ne aveva scarsa conoscenza e pensava che fosse molto semplice. Oggi sappiamo invece che è enormemente sofisticata e complessa, dando la forte impressione di essere stata esplicitamente progettata. La complessità irriducibile è legata al fatto che tutte le macchine, per funzionare, hanno bisogno di vari componenti e si fermano se vengono private di quelli indispensabili.»

Il dibattito riguardo alla complessità irriducibile tratta due questioni: se la complessità irriducibile possa essere trovata in natura e quale sarebbe in questo caso il suo significato.

La risposta della comunità scientifica modifica

Come il disegno intelligente, il concetto che mira a sostenere, la compessità irriducibile non è riuscita ad ottenere alcuna notevole accettazione all'interno della comunità scientifica. Uno scrittore l'ha definita "una strategia di resa intellettuale in piena regola"[14].

La riducibilità dei sistemi "irriducibili" modifica

I ricercatori hanno proposto percorsi evolutivi potenzialmente vitali per i presunti sistemi irriducibilmente complessi come la coagulazione del sangue, il sistema immunitario[15] e il flagello[16][17] - i tre esempi proposti da Behe. John H. McDonald ha dimostrato come anche il suo esempio di una trappola per topi sia riducibile[18][19]. Se la complessità irriducibile fosse un ostacolo insormontabile per l'evoluzione, non dovrebbe essere possibile concepire tali percorsi[20].

Note modifica

  1. ^ a b "Troviamo pertanto che l'affermazione del professor Behe sulla complessità irriducibile sia stata smentita negli articoli di ricerca peer-reviewed ed è stata respinta dalla comunità scientifica in generale."Ruling, Judge John E. Jones III, Kitzmiller v. Dover Area School District.
  2. ^ "Accuratamente in questa ultima variante creazionista, i sostenitori del cosiddetto disegno intelligente (...) utilizzano un astuto linguaggio pseudoscientifico. Parlano di cose come "complessità irriducibile." (EN) Seth Shulman, Undermining science: suppression and distortion in the Bush Administration, Berkeley, University of California Press, 2006, p. 13, ISBN 0-520-24702-7.
    "(...) per la maggior parte dei membri della comunità scientifica ufficiale, il DI non è una teoria scientifica, ma una pseudoscienza creazionista." David Mu, Trojan Horse or Legitimate Science: Deconstructing the Debate over Intelligent Design (PDF), in Harvard Science Review, vol. 19, 1ª ed., autunno 2005 (archiviato dall'url originale il 24 luglio 2007).
    (EN) Perakh M, Why Intelligent Design Isn't Intelligent — Review of: Unintelligent Design, in Cell Biol Educ., vol. 4, n. 2, estate 2005, pp. 121-122, DOI:10.1187/cbe.05-02-0071, PMC 1.103.713.
    Mark D. Decker. College of Biological Sciences, General Biology Program, University of Minnesota Frequently Asked Questions About the Texas Science Textbook Adoption Controversy Archiviato il 30 settembre 2010 in Internet Archive. "Il Discovery Institute e i fautori del DI hanno un numero di obiettivi che sperano di ottenere con metodi in malafede e mendaci di marketing, pubblicità, e con la persuasione politica. Non praticano la scienza vera e propria, perché questo richiede troppo tempo, ma soprattutto perché questo metodo richiede che si abbiano prove effettive e motivi logici per le proprie conclusioni, e i fautori del DI semplicemente non li hanno. Se fossero in possesso di tali risorse, utilizzerebbero queste e non i metodi poco raccomandabili che effettivamente utilizzano."
    Vedi anche elenco delle società scientifiche che rifiutano esplicitamente il disegno intelligente.
  3. ^ (EN) Michael Behe, Darwin's Black Box, New York, Free Press, 1996, ISBN 978-0-684-82754-4.
  4. ^ (EN) Bridgham JT, Carroll SM, Thornton JW, Evolution of hormone-receptor complexity by molecular exploitation, in Science, vol. 312, 5770ª ed., aprile 2006, pp. 97–101, Bibcode:2006Sci...312...97B, DOI:10.1126/science.1123348, PMID 16601189.
  5. ^ Shanks, Niall e Joplin, Karl H., Redundant Complexity: A Critical Analysis of Intelligent Design in Biochemistry, in Philosophy of Science, vol. 66, 2, June, The University of Chicago Press, 1999, pp. 268–282, DOI:10.1086/392687, JSTOR 188646.
  6. ^ https://www.nature.com/nature/journal/v481/n7381/full/nature10724.html
  7. ^ https://www.biomedcentral.com/1471-2148/10/341
  8. ^ Curriculum, Conclusion
  9. ^ Behe parla della "Trappola per topi".
  10. ^ Miller.
  11. ^ McDonald, John, "A reducibly complex mousetrap".
  12. ^ tratto dall'edizione del 1859 de "Origine delle specie".
  13. ^ Andrea Lavazza, "Darwin nella trappola per topi" Archiviato il 20 giugno 2007 in Internet Archive., Avvenire.
  14. ^ Steve Mirsky Sticker Shock: In the beginning was the cautionary advisory Scientific American, febbraio 2005
  15. ^ Matt Inlay, 2002. "Evolving Immunity." In TalkDesign.org
  16. ^ Nicholas J. Matzke, 2003. "Evolution in (Brownian) space: a model for the origin of the bacterial flagellum"
  17. ^ Pallen MJ, Matzke NJ, dFrom The Origin of Species to the origin of bacterial flagella, in Nature Reviews Microbiology, vol. 4, fascicolo 10, ottobre 2006, pp. 784-790, DOI:10.1038/nrmicro1493, PMID 16.953.248 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2006).
  18. ^ A reducibly complex mousetrap (graphics-intensive, requires JavaScript)
  19. ^ (EN) Sean D. Pitman M.D., Evolving the Irreducible - Behe's Mousetrap Problem, su detectingdesign.com, ottobre 2008. URL consultato il 5 ottobre 2016.
  20. ^ Massimo Pigliucci, [1] Collaboration Sept. 2001.

Bibliografia modifica

  • Behe, Michael, Darwin's Black Box, The Free Press, 1996, ISBN 0-684-83493-6 (trad. it., La scatola nera di Darwin. La sfida biochimica all'evoluzione, Caltanissetta, Alfa & Omega, 2007, ISBN 978-88-88747-70-5).
  • Dembski, William, No Free Lunch: Why Specified Complexity Cannot Be Purchased without Intelligence, Rowman & Littlefield, 2002.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica