Consiglio dei Cento (Barcellona)

organo governativo della città di Barcellona fino al 1714
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Il Consiglio dei Cento (in catalano Consell de Cent, in spagnolo Consejo de Ciento) fu l'istituzione dell'autogoverno municipale della città di Barcellona tra il XIII e il XVIII secolo. Prende il nome dal fatto che era composta da un'assemblea di cento cittadini, detti "giurati", che consigliavano e controllavano i magistrati municipali consiglieri di Barcellona. Il numero iniziale dei membri era stato fissato in cento, anche se poi con il tempo tale numero è aumentato.

La Sala dei Cento nel palazzo dell'attuale municipio di Barcellona

Storia modifica

Originariamente il governo locale era in carico a funzionari (un veguer o un balivo) che rappresentavano il potere regio o signorile con giurisdizione e poteri giudiziari per mantenere la pace e l'ordine. Questi funzionari presiedevano le assemblee cittadine che avevano funzioni consultive. Nel XII secolo grazie a una concessione reale iniziarono a comparire le prime forme autonome di governo municipale in alcune località del Regno di Aragona e la vecchia assemblea cittadina fu sostituita da un consiglio municipale ristretto composto dai cittadini più in vista (probiviri o consiglieri) che avevano l'incarico di consigliare i magistrati ufficialmente responsabili del governo municipale (consoli, reggenti, giurati, consiglieri).

Nel 1238 nella città reale aragonese di Jaca si stabilì un primo Consiglio dei Cento[1], che ricevette l'approvazione reale da parte di Giacomo I d'Aragona nel 1265.[2] Questo modello fu esteso a Barcellona e ad altre città capoluogo dello stato retto dalla Corona di Aragona. Il nuovo consiglio ristretto del regime municipale di Barcellona prese forma nel corso del XIII secolo in seguito a una serie di privilegi concessi da Giacomo I (1249, 1258, 1265).

Nel 1249 fu creata la struttura fondamentale del governo municipale di Barcellona sotto forma di un consiglio composto da quattro magistrati reggenti (paer), rinnovato ogni anno tramite cooptazione, i quali potevano nominare un numero imprecisato di consiglieri e che collaboravano con i funzionari reali ufficiali (il balivo e il veguer).[3]

Nel 1258 i quattro magistrati reggenti furono sostituiti da otto consiglieri,[4] anch'essi a rinnovo annuale per cooptazione, con l'incarico di designare un consiglio o parlamento di 200 probiviri per consigliare e collaborare con i funzionari reali ufficiali.[4]

Dopo alcuni aggiustamenti, nel 1265 l'organizzazione municipale assunse la sua struttura definitiva: un nuovo privilegio reale rafforzò e semplificò il governo cittadino. I magistrati reggenti tornarono a essere quattro, sempre a rinnovo annuale per cooptazione, mentre l'assemblea consultiva fu ridotta da 200 a 100 membri.[5] Il veguer e il balivo erano affiancati dai consiglieri che esercitavano anche funzioni di controllo, delibera e risoluzione. L'autorità municipale faceva riferimento al Consigliere in Capo, eletto da un consiglio di cento personalità.

Un'ultima disposizione del 1274 fissò a 5 il numero dei consiglieri, da eleggersi ogni anno nel giorno di Sant'Andrea da parte di una commissione di 12 membri scelti tra il Consiglio dei Cento.[4] A loro volta, i 5 consiglieri come primo atto del loro mandato sceglievano i 100 probiviri che avrebbero costituito il nuovo Consiglio dei Cento. A causa della difficoltà a riunire il consiglio nella sua interezza, fino al 1325 fu istituito un consiglio ridotto formato all'incirca da un quarto dei probiviri, inizialmente 25 poi 30 e infine 36, denominato "Trentenario".[6][7]

Nell'anno 1335, Pietro IV permise al Consell de Cent di utilizzare le insegne reali dei Pali d'Aragona.[8]

Nel 1455, di fronte alle tensioni interne tra le due fazioni in cui si era diviso il Consiglio dei Cento (denominate "la Trave" e "il Pilastro", in catalano la Biga e la Busca rispettivamente), Alfonso V d'Aragona concesse un nuovo privilegio regolatorio che suddivideva in modo prefissato la composizione degli organi di governo municipale tra le diverse componenti.[9]

Il Consiglio dei Cento acquisì un'importanza crescente e nel 1464 riuscì a elevare il conte di Barcellona al rango di re di Aragona con il nome di Pietro V.[10]

Nel 1621 prima e poi tra il 1641 e il 1652 Ferdinando II d'Aragona attuò una ulteriore serie di riforme, sostituendo l'elezione per cooptazione con quella tramite sorteggio e fissando la composizione del Consiglio dei Cento in 144 giurati così suddivisi:[11]

  • 32 onorati cittadini e dottori in diritto e medicina
  • 12 cavalieri
  • 4 nobili
  • 32 mercanti
  • 32 artigiani di cui 10 notai pubblici di Barcellona, 4 notai reali, 10 tra farmacisti e droghieri, 2 produttori di candele e 6 barbieri-chirurghi
  • 32 piccoli imprenditori

Il "Trentenario" o "Consiglio ordinario dei Trentasei" aveva l'incarico di preparare la proposte da sottoporre al Consiglio generale e potere decisionale su questioni di ordinaria amministrazione. Era composto da 36 membri: otto onorati cittadini e dottori in diritto e medicina; quattro tra cavalieri e nobili; 8 mercanti; 8 artigiani e 8 piccoli imprenditori.[7] Le sei cariche di Consigliere erano così suddivise: il Consigliere in capo, il Secondo Consigliere e il Terzo Consigliere erano scelti tra gli onorati cittadini, i dottori in diritto e medicina, i cavalieri e i nobili e dovevano essere assegnati a rotazione a due personalità civili e a una militare; il Quarto consigliere era espresso dai mercanti, il Quinto dagli artigiani e il Sesto dai piccoli imprenditori.

Durante la guerra di successione spagnola il Consiglio dei Cento si schierò dalla parte della casa d'Asburgo mettendo in campo un reggimento[12] ma il 15 settembre 1714, dopo l'assedio alla città e il successivo ingresso delle truppe francesi, fu sciolto d'autorità dal duca di Berwick, capo dell'esercito francese.[13][14] Da quel momento in poi, il governo della città venne controllato direttamente dalla monarchia.

Fondo documentale del Consiglio dei Cento modifica

Il fondo documentale del Consiglio dei Cento è conservato presso l'Archivio storico della città di Barcellona (in catalano Arxiu Històric de la Ciutat de Barcelona, AHCB) e fa parte della sezione "Consiglio della città e della municipalità moderna" (in catalano Consell de la Ciutat i Ajuntament Modern, CCAM). Questa sezione è dedicata alla documentazione municipale propriamente detta ed è organizzata secondo la struttura funzionale di classificazione elaborata dall'AHCB[15] e comprende i documenti prodotti dall'antica amministrazione locale e dal Consiglio dei Cento fino alla sua soppressione nel 1714 e quelli relativi alla municipalità moderna, con la documentazione relativa al periodo borbonico del XVIII e XIX secolo.

Il fondo permette di conoscere, analizzare e studiare tutti gli aspetti e le vicende in cui l'autorità municipale è intervenuta, sia in forma diretta che indirettamente, in virtù delle sue competenze e funzioni nell'amministrazione, gestione e governo del territorio e dei suoi abitanti. Il rapporto sommario delle competenze municipali esercitate nell'arco di sei secoli aiuta ad orientarsi nelle materie indirizzate dai documenti del fondo. Tra questi spiccano per rilevanza:

  • Le pergamene[16] che comprendono privilegi reali, capitoli di Corte, documentazione sulle baronie cittadine, censimenti e documenti privati correlati al municipio dal IX al XVIII secolo.
  • I manoscritti,[17] documenti di carattere prevalentemente giuridico di competenza del Consiglio dei Cento; spiccano tra quei i Libri dei privilegi (il Libro Verde, il Libro Rosso e gli Usi di Ramon Ferrer); i Commentaria super Usaticis Barchinone di Jaume Marquilles; Dels dits i fets memorables, la traduzione in catalano di Factorum et dictorum memorabilium libri IX di Valerio Massimo a opera del frate Antoni Canals e le Rúbriques de Bruniquer.
  • Il Libro del Consiglio,[18] i Registri delle delibere[19] e gli Accordi: raccolgono gli atti delle riunioni degli organi di governo municipale
  • Atti relativi ai processi delle Corti catalane[20]
  • Atti del Consolato del Mare,[21] istituzione dipendente dal Consiglio dei Cento con giurisdizione nelle materie di ambito marittimo e mercantile; la documentazione copre l'arco che va dal XIV al XVII secolo.
  • Bandi e altre pubblicazioni: disposizioni delle diverse autorità cittadine nel periodo dal XV al XX secolo.

Toponomastica modifica

Il Carrer del Consell de Cent è una delle strade principali di Barcellona, con un percorso parallelo alla Gran Via de les Corts Catalanes che va dall'altezza della Plaça d'Espanya fino all'Avinguda Meridiana.[22]

Note modifica

  1. ^ (ES) Mercedes Lasaosa Sánchez, Jaca: un municipio de Felipe IV (1626-1652), in Argensola: Revista de Ciencias Sociales del Instituto de Estudios Altoaragoneses, n. 104, 1990, p. 102, ISSN 0518-4088 (WC · ACNP).
    «Prima della fondazione del consiglio barcellonese nel 1249, nel settembre 1238 era stato creato a Jaca il Consiglio dei Cento, formato da cento persone che prendevano parte alle decisioni dei giurati della città»
  2. ^ (ES) Tomás Buesa Oliver, Aspectos de Jaca Medieval, in Archivo de Filología Aragonesa, vol. 26-27, Saragozza, Institución «Fernando el Católico», C.S.I.C., 1980, pp. 99-134, ISSN 0210-5624 (WC · ACNP).
  3. ^ (CA) Ferran Valls i Taberner e Ferran Soldevila i Zubiburu, Història de Catalunya, L'Abadia de Montserrat, 2002, p. 146.
  4. ^ a b c (ES) Luis Suárez Fernández, Historia de España antigua y media, vol. 1, Ediciones Rialp, 1976, p. 52, ISBN 9788432118821.
  5. ^ (CA) Consell de Cent (XML), su enciclopedia.cat, Gran enciclopèdia catalana.
  6. ^ (CA) J. M. Font i Rius, Estudis sobre els drets i institucions locals en la Catalunya medieval, Barcellona, Universitat de Barcelona, 1985.
  7. ^ a b (CA) Trentenari (XML), su enciclopedia.cat, Gran enciclopèdia catalana.
  8. ^ (ES) Iván Pérez Marinas, Leovigildo de Córdoba: el De habitu clericorum y su trasfondo histórico, 2013, pp. 137-148.
  9. ^ (ES) Yolanda Guerrero Navarrete, Las crisis del siglo XV, Liceus, Servicios de Gestió, 2006, p. 11, ISBN 8498225132.
  10. ^ (ES) Persona - Avis y Aragón, Pedro de (1429-1466), su pares.mcu.es, Gobierno de España - Ministerio de Cultura y Deporte.
  11. ^ (EN) J.H. Elliot, The Revolt of the Catalans - A Study in the Decline of Spain 1598-1640, Cambridge University Press, 1984, p. 165.
  12. ^ (CA) Albert Balcells, Histōria de Catalunya, La Butxaca, 2011, ISBN 8499302238.
  13. ^ (ES) Historia de Catalunya. La caida de Barcelona y la abolición de la Generalitat (1714-1716), su scgenealogia.org, Societat Catalana de Genealogia (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2009).
  14. ^ (CA) Genna Aguilera, La nació espoliada, in Sàpiens, num. 108 Monogràfic Especial 1714, Barcellona, settembre 2011, pp. 48-52, ISSN 1695-2014 (WC · ACNP).
  15. ^ (CA) Quadre de classificació Consell de la Ciutat i Ajuntament Modern (PDF), su w110.bcn.cat, Arxiu Històric de la Ciutat de Barcelona. URL consultato l'8 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2016).
  16. ^ (CA) M. C. Mañé i Mas e M. Rovira i Sola (a cura di), Catàleg dels pergamins municipals de Barcelona. Set volums, Barcellona, Institut de Cultura. Arxiu Històric de la Ciutat.
  17. ^ (CA) Manuscrits, su catalegarxiumunicipal.bcn.cat, Arxiu Històric de la Ciutat de Barcelona.
  18. ^ (CA) Inventari de la sèrie documental Llibre del Consell, su catalegarxiumunicipal.bcn.cat, Arxiu Històric de la Ciutat de Barcelona.
  19. ^ (CA) Índex analític del Registre de deliberacions, su catalegarxiumunicipal.bcn.cat, Arxiu Històric de la Ciutat de Barcelona.
  20. ^ (CA) Processos de les Corts catalanes, su catalegarxiumunicipal.bcn.cat, Arxiu Històric de la Ciutat de Barcelona.
  21. ^ (CA) Consolat de Mar, su catalegarxiumunicipal.bcn.cat, Arxiu Històric de la Ciutat de Barcelona.
  22. ^ Carrer del Consell de Cent, Barcelona, su openstreetmap.org.

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