Contratto Sociale del Rojava

Il Contratto Sociale del Rojava, formalmente Carta del contratto sociale per l’autogestione democratica nelle Regioni Autonome di Afrîn, Cîzire e Kobane, è un atto che ha portato alla nascita del Rojava prima e della confederazione democratica del nord-est Siria poi. Tale atto ha valore di Costituzione provvisoria.[1]

Il contratto sociale è l'elemento attorno al quale è nata la democrazia radicale in Siria e attraverso il quale questo modello sociale ha superato la caratterizzazione etnica su base curda e si è trasformato in un sistema di governo che vede compartecipare tutte le etnie presenti a est dell'Eufrate, nella città di Manbij e fino al 2018 ad Afrin (città).

Caratteristiche modifica

A differenza di una legge fondamentale un contratto sociale prevede l'adesione volontaria, elemento cardine del confederalismo democratico, la piattaforma politica-sociale sviluppata da Abdullah Öcalan.[2]

Struttura modifica

La Costituzione provvisoria è suddivisa nelle seguenti nove sezioni, precedute da una prefazione:[3]

  1. Principi generali
  2. Principi fondamentali
  3. Diritti e libertà
  4. Il progetto di autonomia democratica. L’assemblea legislativa
  5. Il consiglio esecutivo
  6. Il consiglio giudiziario
  7. L’Alta commissione per le elezioni
  8. La suprema corte costituzionale
  9. Regole generali

Prefazione modifica

Nella prefazione della Carta viene sancito l'intento di costituire un sistema politico e amministrativo che assicuri una pacifica convivenza, tra etnie differenti, nel rispetto dei principi di libertà, giustizia, dignità e democrazia.[3]

Note modifica

  1. ^ Giordano Stabile, Un Kurdistan siriano con il sì di Mosca e il tacito assenso Usa, in La Stampa, 3 marzo 2016. URL consultato il 23 gennaio 2019.
  2. ^ abdullah ocalan, confederalismo democratico (PDF), su uikionlus.com. URL consultato il 19 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 20 gennaio 2019).
  3. ^ a b carta del contratto sociale rojava (PDF), su eleuthera.it. URL consultato il 19 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2019).
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