Dario Antoniozzi

politico italiano (1923-2019)

Dario Antoniozzi (Rieti, 11 dicembre 1923Cosenza, 25 dicembre 2019) è stato un politico italiano, esponente della Democrazia Cristiana e parlamentare europeo.

Dario Antoniozzi
Dario Antoniozzi nel 2011

Ministro per i beni culturali e ambientali
Durata mandato11 marzo 1978 –
31 marzo 1979
Capo del governoGiulio Andreotti
PredecessoreMario Pedini
SuccessoreEgidio Ariosto

Ministro del turismo e dello spettacolo
Durata mandato29 luglio 1976 –
11 marzo 1978
Capo del governoGiulio Andreotti
PredecessoreAdolfo Sarti
SuccessoreCarlo Pastorino

Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri
Segretario del Consiglio dei ministri
Durata mandato6 agosto 1970 –
18 febbraio 1972
Capo del governoEmilio Colombo
PredecessoreAntonio Bisaglia
SuccessoreFranco Evangelisti

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato25 giugno 1953 –
22 gennaio 1980
LegislaturaII, III, IV, V, VI, VII, VIII
Gruppo
parlamentare
Democratico Cristiano
CircoscrizioneCatanzaro-Cosenza
Sito istituzionale

Europarlamentare
Durata mandato17 luglio 1979 –
24 luglio 1989
LegislaturaI, II
Gruppo
parlamentare
PPE
CircoscrizioneItalia meridionale
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDemocrazia Cristiana
Titolo di studiolaurea in giurisprudenza
Professioneavvocato

Biografia modifica

Nato a Rieti, è cresciuto a Cosenza, dove il padre Florindo si era trasferito per ragioni di lavoro (è stato per anni direttore generale della Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania). Eletto per la prima volta alla Camera nel 1953 (circoscrizione XX Calabria), ha conservato il seggio fino al 1980.

Vicesegretario politico della Democrazia Cristiana e leader del partito in Calabria per lungo tempo, è stato sottosegretario e Ministro per circa vent'anni, nel dicastero del turismo e spettacolo con il III Governo Andreotti, ai beni culturali ed ambientali nel IV Governo Andreotti, beni culturali e ricerca scientifica nel V Governo Andreotti, e trascorrendo lungo tempo al Ministero dell'Agricoltura.

Membro del Parlamento europeo fin dalla sua istituzione, nel 1979 ottenne un ottimo successo personale alla prima elezione diretta dell'Assemblea di Strasburgo. Allora era Ministro dei Beni culturali, ma si dimise per dedicarsi all'Europa. Avrebbe voluto lasciare subito anche il seggio a Montecitorio, ma il partito gli chiese di attendere.

 
Dario Antoniozzi negli anni '70

Nel 1980 presentò le dimissioni. Alle successive elezioni europee (1984) venne rieletto. È stato membro della Commissione per le relazioni economiche esterne, della Commissione per il controllo di bilancio, della Commissione per gli affari istituzionali, della Delegazione per le relazioni con il Canada, della Delegazione per le relazioni con la Norvegia, della Delegazione per le relazioni con la Repubblica popolare cinese.

Ha aderito al gruppo parlamentare del Partito Popolare Europeo – Democratici Europei. Alle successive elezioni europee, indebolito dalle lotte intestine interne alla DC e dall'avversione esplicita di Riccardo Misasi (noto politico calabrese vicino a Ciriaco De Mita ed alla sinistra "di base" della DC), non fu rieletto e quindi si ritirò dalla vita politica attiva, continuando a tenere conferenze di alto livello, in tutto il mondo, sull'Europa ed il significato di questa scelta, essendone stato tra l'altro uno dei principali fautori fin dai primissimi albori.

Anche negli anni successivi è stato chiamato presso le principali istituzioni in Paesi Europei e nel mondo, come relatore sui principali temi dell'Europa, anche in rappresentanza del PPE, di cui è stato uno dei fondatori. Il figlio Alfredo, dopo una consolidata esperienza nella Democrazia Cristiana della Capitale – ottenendo ottimi successi elettorali in una regione diversa da dove aveva operato il padre – ha aderito a Forza Italia ed è stato eletto più volte parlamentare europeo.

Onorificenze modifica

Note modifica

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