Das Recht aufs Dasein

film del 1913 diretto da Joseph Delmont

Das Recht aufs Dasein è un film del 1913, diretto da Joseph Delmont.

Das Recht aufs Dasein
Titolo originaleDas Recht aufs Dasein
Paese di produzioneGermania
Anno1913
Dati tecniciB/N (con toning
rapporto: 1,33:1
film muto
Genereazione, drammatico, poliziesco
RegiaJoseph Delmont
ProduttoreFranz Vogel
Casa di produzioneEiko-Film
Interpreti e personaggi
  • Joseph Delmont: Joseph Dermott
  • Fred Sauer
  • Ilse Bois: Edith


Trama modifica

Joseph Dermott viene rilasciato dalla prigione. Camminando per le vie cittadine, egli ode un inquietante rumore provenire dall'interno di un caseggiato; vi ci penetra, e vede una donna, Edith, giacere in fondo ad una rampa di scale; le si avvicina, tenta di sincerarsi di cosa sia successo e di soccorrerla, ma la donna appare senza vita. Temendo le conseguenze negative che un pregiudicato come lui potrebbe soffrire se fosse trovato vicino a un cadavere, Joseph si allontana. E le conseguenze non tardano a manifestarsi: la polizia fa un sopralluogo, trova Edith in vita ma incosciente, rileva le impronte digitali trovate sul luogo, e risale facilmente a Joseph Dermott, sul capo del quale viene emessa una consistente taglia, essendo ora sospettato di aggressione e tentato omicidio. Sui manifesti che vengono affissi sui muri, oltre alla sua fotografia, vengono indicati i segni particolari del presunto aggressore: tatuaggio sul braccio sinistro, e dito mignolo - sempre della sinistra - più corto del normale. È in base a quest'ultima particolarità che Dermott viene identificato in un locale dei dintorni.

Ma egli sfugge all'arresto, ed inizia un inseguimento, che si svolge avventurosamente su terrazzi e tetti di edifici, travi sospese ad altitudine notevole, funi metalliche dipendenti da carrucole, ponteggi. Joseph, al termine, sfugge alle forze dell'ordine e trova temporaneo rifugio in casa di un'amica; ma, seguendo le indicazioni di una cittadina ligia al dovere e allettata dalla taglia, che ha scoperto dove si trovi Joseph spiando il vicinato tramite uno specchietto, la polizia giunge a casa della sua amica, che nega di averlo ospitato, mentre Joseph fugge di nuovo, e di nuovo viene inseguito. Nel frattempo si apprende che Edith si va ristabilendo, ma soffre di amnesia e non ricorda cosa le sia successo.

Il secondo inseguimento è ancora più spericolato del primo – campate di ponti sul fiume, tetti e fiancate di imbarcazioni e treni in corsa, che pure gli passano sopra mentre egli è steso sui binari - e termina quando Joseph si accascia esausto e ferito ai bordi di una strada, dove viene raccolto dal dottor Kraft, neurologo, che passava di lì in auto, e che lo ricovera nella propria clinica.

Nella stessa clinica si viene a ritrovare anche Edith: il dottore spera di farle riacquistare la memoria sottoponendola ad un'operazione. Ma serve una donazione di sangue, e il donatore, fa sapere il dottore, verrà ricompensato lautamente. Joseph quindi si offre. Kraft, durante la trasfusione, nota il tatuaggio di Joseph, lo identifica perciò come il (presunto) aggressore e chiama la polizia, che giunge sul luogo e lo arresta. Ma l'operazione di Edith è riuscita alla perfezione. Ella riacquista la memoria, e ricorda che la causa del suo trovarsi esanime in fondo alla scala era stato il risultato di una sua caduta, un incidente, quindi. Joseph viene scagionato e rilasciato. Edith vuole ringraziare personalmente il generoso donatore, e fra i due pare nascere l'amore.


Produzione modifica

Il regista Joseph Delmont, prima di intraprendere la cinematografia, era stato attivo in un circo internazionale in qualità di trapezista e domatore: buona parte della sua produzione filmica porta sullo schermo animali "selvaggi"[1].

Le riprese esterne sono state effettuate a Berlino[2].

La Deutsche Kinemathek – Museum für Film und Fernsehen conserva una copia positiva della pellicola in formato 35mm, virata, della lunghezza di 879 metri, con sottotitoli in olandese[3][4]. Il DFF – Deutsches Filminstitut & Filmmuseum detiene locandine originali del film[5]. La pellicola è stata sottoposta a restauro a cura dell'EYE Film Instituut Nederland.

Distribuzione modifica

Ottenuto il visto della censura nell'aprile del 1913, il film è uscito nelle sale cinematografiche tedesche il 23 maggio dello stesso anno.

In tempi recenti, il film è stato programmato all'interno della rassegna "Jean Desmet's Cinema of Sensation and Sentiment", organizzato dal MoMA di New York nel 2007[6].

È attestata una edizione in VHS del film[7].

Il film è visionabile sulla piattaforma YouTube.

Accoglienza modifica

Lo studioso di media Klaus Kreimeier ritiene che: "Il film di Delmont Das Recht aufs Dasein leghi la rappresentazione cinematografica al tema sociale di un uomo rilasciato di prigione che viene erroneamente ritenuto un assassino, e pertanto perseguito. Lo spettatore sa fin dall'inizio che il protagonista è innocente, e ciò gli permette di sperare in una conclusione felice durante il drammatico susseguirsi di fughe e inseguimenti. Nello stesso tempo, questo conoscenza gli permette di seguire l'accadere fisico degli avvenimenti, coi suoi dettagli spettacolari – in altre parole, la realtà filmica: il susseguirsi delle immagini delle indagini in un alternarsi di piani ravvicinati e a campo più largo; l'affannoso inseguimento attraverso la grigia zona industriale di una grande città; il montaggio incrociato fra la vittima e i suoi inseguitori; riprese di uno specchio montato sulla finestra (che consente il controllo della strada); rapidi movimenti verticali della cinepresa lungo la facciata di una casa inquadrata con un angolo estremamente acuto, o, filmato verticalmente dall'alto, il destreggiarsi dell'inseguito fra un vagone ferroviario e la locomotiva.[8]"


Note modifica

  1. ^ (FR) Claude Rieffel, Das Rechts auf Dasein [sic] (Le droit de vivre), su avoir-alire.com. URL consultato l'8 ottobre 2021.
  2. ^ (EN) Susan Ingram, World Film Locations: Berlin (abstract), Intellect Ltd, 2012, p. 9, ISBN 978-1841506319. URL consultato l'8 ottobre 2021.
  3. ^ La presenza della pellicola in Olanda, già dai tempi della sua realizzazione, si deve all'intraprendente opera di Jean Desmet, gestore di cinema, collezionista e distributore cinematografico, che ordinò, presso la ditta Hanewacher & Schele di Berlino, nel 1913, copie di Das Recht aufs Dasein, comprandone in esclusiva i diritti per il mercato olandese per 1200 marchi: (EN) Ivo Blom, Jean Desmet and the Early Dutch Film Trade, Amsterdam University Press, 2003, pp. 150, 153, ISBN 978-9053564639.; il titolo olandese del film è Op Bevel Van Aanhouding: (DE) Recht aufs Dasein, Das, su emuseum.duesseldorf.de, Filmmuseum der Landeshauptstadt Düsseldorf. URL consultato l'8 ottobre 2021.
  4. ^ (DE) Das Recht aufs Dasein – Archive Holdings, su filmportal.de. URL consultato l'8 ottobre 2021.
  5. ^ (DE) Das Recht aufs Dasein – Filmplakat, su filmportal.de. URL consultato l'8 ottobre 2021.
  6. ^ (EN) Museum of Modern Art – Sensation and Sentiment (PDF), su assets.moma.org, MoMA, 2007. URL consultato l'8 ottobre 2021.
  7. ^ (DE) Das Recht auf Sasein, su bundesarchiv.de, Bundesarchiv, 30 luglio 2021. URL consultato l'8 ottobre 2021.
  8. ^ (DE) Klaus Kreimeier, Traum und Exzess: Die Kulturgeschichte des frühen Kinos, Vienna, Paul Zsolnay Verlag, 2011, p. 334, ISBN 978-3552055520., citato in (DEEN) Klaus Kreimeier, Joseph Delmont, su Traum und Excess, 19 marzo 2013. URL consultato l'8 ottobre 2021.

Bibliografia modifica

  • (DE) Gerhard Lamprecht, Deutsche Stummfilme 1913-1914, Berlino, Deutsche Kinemathek, 1969, p. 47.
  • (DE) Herbert Birett (a cura di), Verzeichnis in Deutschland gelaufener Film, Monaco di Baviera/New York/Londra/Parigi, KG. Saur, 1980, p. 321.
  • (DE) Heide Schlüpmann, Unheimlichkeit des Blicks. Das Drama des frühen deutschen Kinos, Basilea/Francoforte, Stroemfeld/Roter Stern, 1990, pp. 117-122, 124, 127, 145, ISBN 9783878773733.

Collegamenti esterni modifica

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