GrassMaster

fondo per terreni sportivi composto da erba naturale rinforzata da fibre artificiali
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GrassMaster è il nome commerciale di una tecnologia ibrida di produzione di tappeti erbosi a uso sportivo.

Presentato nel 1989 dalla compagnia olandese Desso, dal 2015 GrassMaster è un marchio dell'azienda francese Tarkett. A differenza dei primi fondi completamente sintetici in uso fino a tutti gli anni ottanta, la tecnologia GrassMaster utilizza la componente sintetica solo come sostegno di quella naturale ed è al 2020 utilizzata in numerosi impianti di prima categoria dedicati a calcio, rugby e football americano.

Descrizione modifica

La tecnologia realizzativa di GrassMaster consiste nell'iniettare nel terreno, a distanza di cm l'una dall'altra, delle fibre di materiale sintetico lunghe 20 centimetri per 9/10 della loro lunghezza[1]. Su ogni metro quadro di prato sono quindi interrate 2500 fibre e un terreno di gioco delle dimensioni di circa 100 × 70 m (7000 m²) ne presenta più di 17 milioni.

Successivamente il campo viene seminato e le radici dell'erba si intrecciano con i filamenti sintetici interrati fino a raggiungere, 18 centimetri sotto il filo del prato, lo strato di sabbia che assicura il drenaggio[1][2]. Il produttore garantisce che, con tale soluzione tecnica, la radice ancorata al filamento rende più stabili e resistenti alla torsione i fili d'erba fuori dal terreno[1][2] e, inoltre, che le fibre piantate nel terreno riducono il rischio di sollevamento di zolle che con un manto d'erba senza sostegni sintetici tendono a prodursi per stress meccanico della superficie[3].

Il 2 gennaio 2015 Desso fu acquistata dal gruppo industriale francese Tarkett[4], specializzato nella produzione di rivestimenti sintetici per pavimenti, e con esso anche la proprietà del marchio e della tecnologia GrassMaster[4].

Impianti modifica

Numerosi stadi, di proprietà dei club e non, adottano la soluzione ibrida GrassMaster. Senza pretesa di esaustività, tra i più rilevanti figurano quelli, solo calcistici, del Manchester Utd (Old Trafford), il terreno del Liverpool (Anfield)[5]; lo stadio di Inter e Milan ("Giuseppe Meazza")[3]; ancora, gli impianti interni di Ajax e Juventus (rispettivamente Johan Cruijff Arena ad Amsterdam e Juventus Stadium a Torino)[5].

Tra quelli multifunzione figurano il City of Manchester Stadium, lo Stade de France a Saint-Denis[5] e il Parco dei Principi a Parigi[6].

Il più noto tra gli impianti dedicati solo al rugby ad avere adottato la soluzione mista GrassMaster è il londinese Twickenham che nel 2012 abbandonò la soluzione interamente naturale[7].

Note modifica

  1. ^ a b c Desso Sports Systems presenta il nuovo campo dello stadio San Siro, in Sport Industry, Bologna, Editrice il Campo, 29 aprile 2012. URL consultato il 18 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2020).
  2. ^ a b (EN) What is Desso GrassMaster?, su dessosports.com, Desso. URL consultato il 19 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2008).
  3. ^ a b Roberto Pellegrini, Con 250 000 euro San Siro sarà come Wembley, in la Gazzetta dello Sport, 25 maggio 2012. URL consultato il 18 febbraio 2020.
  4. ^ a b (EN) Tarkett has completed the acquisition of Desso, one of the European leaders in commercial carpets, su tarkett.com, 2 gennaio 2015. URL consultato il 19 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2015).
  5. ^ a b c (EN) GrassMaster Projects, su grassmastersolutions.com, GrassMaster Solutions. URL consultato il 19 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2019).
  6. ^ (FR) Jean-Clément Borella, Les gazons maudits de la Ligue 1, in le Monde, 15 agosto 2018. URL consultato il 6 gennaio 2020.
  7. ^ (EN) Hallowed turf of Twickenham all set to take centre stage, su world.rugby, World Rugby, 24 ottobre 2015. URL consultato il 16 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 15 febbraio 2020).

Collegamenti esterni modifica