La diocesi di Bissau (in latino: Dioecesis Bissagensis) è una sede della Chiesa cattolica in Guinea Bissau immediatamente soggetta alla Santa Sede. Nel 2020 contava 176.700 battezzati su 1.126.200 abitanti. È retta dal vescovo José Lampra Cá.

Diocesi di Bissau
Dioecesis Bissagensis
Chiesa latina
 
Mappa della diocesi
 
VescovoJosé Lampra Cá
Vicario generaleDavide Sciocco, P.I.M.E.
Vescovi emeritiJosé Câmnate na Bissign
Presbiteri76, di cui 17 secolari e 59 regolari
2.325 battezzati per presbitero
Religiosi76 uomini, 143 donne
 
Abitanti1.126.200
Battezzati176.700 (15,7% del totale)
StatoGuinea-Bissau
Superficie11.495 km²
Parrocchie23
 
Erezione4 settembre 1940
Ritoromano
CattedraleNostra Signora della Candelaria
IndirizzoC.P. 20, Av. Combatentes da Liberdade da Patria, 1001 Bissau CODEX, Guine-Bissau
Dati dall'Annuario pontificio 2021 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Guinea-Bissau

Territorio modifica

La diocesi comprende le seguenti regioni della Guinea-Bissau: Cacheu, Oio, Biombo e Bissau.

Sede vescovile è la città di Bissau, dove si trova la cattedrale di Nostra Signora della Candelaria.

Il territorio si estende su 11.495 km² ed è suddiviso in 23 parrocchie.

Storia modifica

La missione sui iuris della Guinea portoghese fu eretta il 4 settembre 1940 con la bolla Sollemnibus Conventionibus di papa Pio XII, ricavandone il territorio dalla diocesi di Santiago di Capo Verde.

Inizialmente l'azione pastorale fu affidata ai francescani portoghesi, gli unici che avevano accettato di farsi carico della colonia, che mancava dei mezzi di sussistenza e assistenza sanitaria ed era piagata dalla malaria, ma era limitata all'assistenza dei portoghesi che vivono nella cittadine lungo la costa. Nonostante cinque secoli di dominazione portoghese, le popolazioni locali non erano state evangelizzate. Solo alcuni meticci e indigeni assimilati ai portoghesi, si erano fatti «cristón», pur rimanendo quasi del tutto pagani. Avevano formato una sorta di nuova tribù. L'islam invece riusciva ad avere conversioni fra le tribù legate ai culti tradizionali. Il 25 maggio 1947 giunsero a Bissau i primi missionari non portoghesi, i padri italiani del Pontificio istituto missioni estere. Avrebbero voluto rivolgere la loro azione alla popolazione locale, ma trovarono una certa ostilità da parte dei francescani portoghesi, da cui, in forza del vigente regime del Padroado, dipendevano tutte le decisioni. I missionari italiani ricevevano una retribuzione insufficiente per far crescere la missione ed erano costretti a predicare soltanto in portoghese, lingua che non era compresa dalla popolazione locale. All'inizio degli anni 1950 la missione fu divisa in due vicarie, una a Bissau affidata ai francescani e una a Bafatá affidata al Pime. Ai missionari italiani furono attribuite la missione di Suzana tra i felupe (1952) e quella di Bubaque tra i bijagós delle isole omonime (1954). Progressivamente i missionari italiani furono lasciati liberi di predicare nelle linguae locali, tuttavia perduravano i contrasti con i francescani portoghesi.[1]

Il 29 aprile 1955 la missione sui iuris fu elevata a prefettura apostolica.

Il padre Antonio Grillo, apostolo dei balanta a Bambadinca, fu arrestato dalla polizia politica portoghese (la PIDE) il 23 febbraio 1963, e incarcerato prima a Bissau e poi a Lisbona. Fu liberato il 4 luglio come atto di omaggio del Portogallo al nuovo papa Paolo VI. La Guinea-Bissau viveva in un clima di guerriglia, in cui le missioni del Pime, nelle regioni più periferiche, erano in prima linea. Quella di Suzana fu occupata dai militari portoghesi; Catiò era nella zona più calda degli scontri e i missionari avevano bisogno di permessi della polizia per visitare i villaggi; Farim rimase isolata; si susseguivano azioni militari con villaggi bruciati, torture ed eccidi. In questo clima le attività dei missionari cercarono di ripartire dalle periferie delle cittadine principali.[1]

Il 1º gennaio 1975 assunse il nome di prefettura apostolica della Guinea Bissau.

Il 21 marzo 1977 la prefettura apostolica è stata elevata a diocesi con la bolla Rerum catholicarum di papa Paolo VI.

Nel 1982 è stato fondato il liceo diocesano «Giovanni XXIII», nonostante il sistema scolastico fosse stato interamente statalizzato, considerato una scuola di eccellenza.[1]

Nel gennaio del 1990 ha ricevuto la visita pastorale di papa Giovanni Paolo II.

Il 13 marzo 2001 ha ceduto una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Bafatá.

Cronotassi dei vescovi modifica

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche modifica

La diocesi nel 2020 su una popolazione di 1.126.200 persone contava 176.700 battezzati, corrispondenti al 15,7% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 8.139 359.124 2,3 18 1 17 452 7 12 6
1970 29.007 559.560 5,2 28 28 1.035 38 23 15
1980 45.300 560.000 8,1 37 37 1.224 48 22 13
1990 66.000 969.000 6,8 52 2 50 1.269 1 67 79 27
1999 135.252 1.040.400 13,0 65 13 52 2.080 66 123 29
2000 138.000 1.060.800 13,0 67 12 55 2.059 68 129 29
2001 105.000 650.000 16,2 50 9 41 2.100 51 53 13
2002 110.600 1.082.000 10,2 68 10 58 1.626 73 110 20
2003 120.000 1.200.000 10,0 66 12 54 1.818 70 102 25
2004 89.000 810.000 11,0 55 7 48 1.618 69 101 24
2006 95.000 845.000 11,2 60 11 49 1.583 68 99 24
2007 95.000 827.000 11,4 62 9 53 1.532 1 76 98 23
2012 166.000 1.055.000 15,7 83 18 65 2.000 1 85 119 26
2015 167.900 1.070.000 15,7 76 13 63 2.209 83 114 26
2018 172.575 1.099.970 15,7 72 16 56 2.396 81 98 27
2020 176.700 1.126.200 15,7 76 17 59 2.325 76 143 23

Note modifica

  1. ^ a b c Piero Gheddo, P.I.M.E. 1850-2000. 150 anni di missione. XV. In Africa: Sudan (1878-1894), Etiopia (1937-1942) e Guinea-Bissau (1947) Archiviato il 18 marzo 2023 in Internet Archive., Emi, 2000
  2. ^ Già amministratore apostolico dall'11 luglio 2020 al 29 gennaio 2022, giorno della presa di possesso della diocesi.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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