La diocesi di Emeria (in latino Dioecesis Hemeriensis) è una sede soppressa del patriarcato di Antiochia e una sede titolare della Chiesa cattolica.

Emeria
Sede vescovile titolare
Dioecesis Hemeriensis
Patriarcato di Antiochia
Sede titolare di Emeria
Mappa della diocesi civile d'Oriente (V secolo)
Vescovo titolaresede vacante
IstituitaXVII secolo
StatoTurchia
Diocesi soppressa di Emeria
Suffraganea diEdessa
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

Storia modifica

Emeria, nell'odierna Turchia, è un'antica sede episcopale della provincia romana dell'Osroene nella diocesi civile d'Oriente. Faceva parte del patriarcato di Antiochia ed era suffraganea dell'arcidiocesi di Edessa, come attestato in una Notitia Episcopatuum del VI secolo.[1]

Sono noti diversi vescovi di quest'antica diocesi. Eustazio fu corrispondente di san Basilio. Gioviano partecipò al primo concilio di Costantinopoli nel 381 e Ausonio al concilio di Efeso del 431. Uranio, avversario di Iba di Edessa, prese parte al sinodo di Antiochia del 445, a quelli di Tiro e di Beirut del 449, e al concilio di Efeso nello stesso anno. Manus fu cacciato dalla sua sede, verso la fine del V secolo, dall'imperatore Zenone, su istigazione di Pietro Fullo. Tommaso, vescovo monofisita, fu espulso dalla sua sede nel 518 per ordine di Giustino I, ma fu reintegrato nel 527 all'avvento sul trono imperiale di Giustiniano I e prese parte al colloquio di Costantinopoli del 533. Infine, Sergio fu tra i padri del concilio di Costantinopoli del 553.

Dal XVII secolo Emeria è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 30 gennaio 1965. Nelle fonti la sede è conosciuta come Hemeriensis oppure Himeriensis.

Cronotassi modifica

Vescovi greci modifica

  • Eustazio † (menzionato nel 370 circa)
  • Gioviano † (menzionato nel 381)
  • Ausonio † (menzionato nel 431)
  • Uranio † (prima del 445 - dopo il 449)
  • Manus † (? - fine del V secolo esiliato)
  • Sergio † (menzionato nel 553)

Vescovi titolari modifica

Note modifica

  1. ^ Siméon Vailhé in Echos d'Orient 1907, p. 94 e p. 145.

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica

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