Diocesi di Pomaria

La diocesi di Pomaria (in latino: Dioecesis Pomariensis) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Pomaria
Sede vescovile titolare
Dioecesis Pomariensis
Chiesa latina
Vescovo titolareEdward Eugeniusz Białogłowski
IstituitaXVI secolo
StatoAlgeria
Diocesi soppressa di Pomaria
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

Storia modifica

Pomaria, identificabile con Tlemcen nell'odierna Algeria, è un'antica sede episcopale della provincia romana della Mauritania Cesariense.

Unico vescovo conosciuto di questa diocesi africana è Longino, il cui nome appare al 43º posto nella lista dei vescovi della Mauritania Cesariense convocati a Cartagine dal re vandalo Unerico nel 484; Longino, come tutti gli altri vescovi cattolici africani, fu condannato all'esilio.[1] Secondo Mandouze, questo vescovo deve essere distinto dall'omonimo vescovo,[2] menzionato dalle fonti coeve senza indicazione della sede di appartenenza, che viene ricordato nel Martirologio Romano alla data del 2 maggio con queste parole:[3]

«Commemorazione dei santi martiri Vendemiale, vescovo di Gafsa in Numidia, nell'odierna Tunisia, e Longino di Pamaria in Mauritania, ora in Algeria, che, per essersi opposti agli ariani nel Concilio di Cartagine, furono condannati dal re vandalo Unnerico alla decapitazione.»

Secondo testimonianze arabe, nell'XI secolo era ancora presente una comunità cristiana con una propria chiesa.

Dal XVI secolo Pomaria è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; dal 28 novembre 1987 il vescovo titolare è Edward Eugeniusz Białogłowski, già vescovo ausiliare di Rzeszów.

Cronotassi modifica

Vescovi residenti modifica

Vescovi titolari modifica

Note modifica

  1. ^ Mandouze, Prosopographie de l'Afrique chrétienne, p. 644, Longinus 1.
  2. ^ Mandouze, Prosopographie de l'Afrique chrétienne, p. 644, Longinus 2.
  3. ^ Martirologio Romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, Città del Vaticano, Libreria editrice vaticana, 2004, p. 372.

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica

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