Dipartimento del Taro

dipartimento del Primo impero francese in Italia (1808-14)

Il dipartimento del Taro (département du Taro) fu un dipartimento dell'impero napoleonico situato in Italia. Prende il nome dal fiume Taro che lo attraversa. Creato il 24 maggio 1808, quando il ducato di Parma, Piacenza e Guastalla venne annesso alla Francia in seguito al Trattato di Fontainebleau, aveva come capoluogo Parma e terminò il 21 maggio 1814.

Dipartimento del Taro
Informazioni generali
Nome ufficialeDépartement du Taro
CapoluogoParma
Superficie5.768 km²[1] (1810)
Popolazione295.885[1] (1810)
Dipendente da Primo Impero francese
Suddiviso in3 arrondissement
Amministrazione
Forma amministrativaDipartimento dell'Impero Francese
Evoluzione storica
Inizio1808
Fine1814
Cartografia

Storia modifica

L'invasione napoleonica e la successiva annessione alla Francia modifica

 
Médéric Louis Élie Moreau de Saint-Méry, amministratore del ducato nel 1802.

Il 21 marzo 1801 con il trattato di Lunéville che sancisce la pace tra la Francia e l'Austria, Napoleone Bonaparte si impadronisce del Ducato di Parma e Piacenza, il confine contestato in Italia veniva sistemato con il Granducato di Toscana trasformato in Regno d'Etruria e assegnato a Ludovico di Borbone, figlio del duca di Parma Ferdinando di Borbone in cambio del Ducato parmense. Precedentemente, nel 1796, le truppe francesi avevano occupato Piacenza e con il trattato di Sant'Ildefonso concluso con la Spagna, la Francia promise di assegnare all'Infante di Parma la Toscana e le Legazioni romagnole con il titolo regio. Il 10 ottobre 1802 viene annunciata la morte di sua altezza reale l'infante duca don Ferdinando di Borbone il quale rifiutava ancora di lasciare i suoi territori. Il decesso fu diagnosticato come colera sporadico dai medici francesi ma forse si trattò di avvelenamento[2]. Il 24 dello stesso mese avviene la comunicazione della devoluzione alla sovranità francese del Ducato di Parma in seguito alla recente morte dell'infante duca di Parma in virtù di una convenzione precedentemente conclusa tra la Francia e la Spagna.[3]

A questo periodo risalgono le numerose spoliazioni napoleoniche perpetrate nel territorio di Parma; con l'armistizio del 9 maggio 1796, il Ducato di Parma e Piacenza dovette consegnare 20 quadri, identificati da commissari francesi. Nel 1803, per ordine del ministro Moreau de Saint Mery, furono tolti gli intagli e gli ornati del palazzo Farnese di Piacenza, da San Sisto il quadro dell’Incoronata coi SS. Anselmo e Martino di Giuseppe Crespi, dal Duomo i due quadri del Lanfranco di Sant’Alessio e San Corrado, da San Lazzaro la tavola di San Rocco opera di Giuseppe Ribeira. Ettore Rota pubblica alcune tabelle riassuntive: 55 opere dal ducato di Parma, delle quali 30 restituite. Il San Corrado del Lanfranco e l’Incoronata del Ribeira rimangono in Francia dove sono ancora visibili. Le restanti opere risultano disperse.

 
Jean-Jacques Régis de Cambacérès. Principe dell'impero e duca di Parma (puramente nominale) dal 1808 alla fine del dipartimento del Taro

Nello stesso anno, Napoleone affidò il governo a Médéric Louis Élie Moreau de Saint-Méry già presente a Parma dal marzo 1801 per preparare il cambiamento. Moreau de Saint-Méry prende possesso del ducato in qualità di amministratore delegato generale degli Stati Parmensi, patrocinato dal Talleyrand. Con una serie di atti amministrativi, fu l'artefice di importanti riforme nel campo del Diritto: abolì le leggi anti-ebraiche, vietò la tortura, separò completamente le leggi civili dalle leggi penali, fece anche la riforma dei tribunali introducendo nuove leggi, alcune derivate dalla nuova legislazione francese. Il 1º luglio 1805 le riforme giuridiche che introdusse scomparvero con l'introduzione del codice napoleonico in tutto l'Impero.

Lo scontento della popolazione causato dalla coscrizione militare culmina nel 1806 con la sommossa dei contadini di Castel San Giovanni, che degenera in un combattimento con i soldati francesi a Bardi e Borgotaro. Napoleone vede in questi eventi la prova dell'incapacità di Moreau de Saint-Méry di gestire la situazione con maggior fermezza e lo fa sostituire con il generale Junot, che riceve ordini per una repressione rigorosa. Moreau de Saint-Méry cade in disgrazia, senza incarico né salario di consigliere di Stato, e rientra a Parigi rovinato.[4][5]

Il nuovo prefetto Nardon, con decreto del 20 marzo 1806, divide il territorio in tredici mairies (comuni) nominando primo sindaco di Parma Stefano Sanvitale; nel 1808 gli stati parmensi diventano il Dipartimento del Taro e parte integrante dell'Impero francese, ad esclusione del principato di Guastalla che venne staccato dal Ducato di Parma e assorbito dal Dipartimento del Crostolo. Parallelamente alla formazione di questo dipartimento, la Gazzetta di Parma cambiò il suo nome in Giornale del Taro dal 1811 al 1814. Nel 1808 Napoleone nomina due cariche simboliche, Jean-Jacques Régis de Cambacérès, principe dell'impero e duca di Parma e Charles François Lebrun, duca di Piacenza, entrambi mantennero il titolo onorifico fino al 1814.

La fine del Dipartimento modifica

 
Il Congresso di Vienna (1815) ridisegna la carta dell'Italia. Viene ristabilito il Ducato di Parma e Piacenza.

Il Dipartimento del Taro fu soppresso dopo la sconfitta di Napoleone nel 1814 e il successivo Congresso di Vienna del 1815 ristabilì il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla affidandolo agli Asburgo. Il suo territorio è attualmente diviso nelle province di Parma e di Piacenza.

Suddivisione, lingua, censimento modifica

Il numero del dipartimento era il 111 e nel 1812 fu diviso nei seguenti distretti:

 
Stemma di Parma nell'Impero napoleonico

La popolazione del territorio era stimata a 375. 558 abitanti per una superficie di 502.236 ettari. I Prefetti furono Hugues Nardon (1808) e Henry Jean Pierre Antoine Dupont-Delporte (dal mese di ottobre 1810). La lingua ufficiale negli atti pubblici era il francese, come possiamo vedere nell'atto di battesimo di Giuseppe Verdi, nato il 10 ottobre 1813 a Roncole di Busseto, allora facente parte del dipartimento del Taro. Sul documento, conservato nella Chiesa di San Michele Arcangelo, il futuro musicista viene registrato come "Joseph Fortunin François Verdi".

«L'An mil huit cent treize, le jour Douze d'Octobre, à neuf heures du matin, Par devant Nous Adjoint au Maire de Busseto, officier de l'état civil de la Commune de Busseto susdit Département du Taro; est comparu Verdi Charles, âgé de vingt huit ans, Aubergiste domicilié à Roncole lequel nous a présenté un Enfant du sexe Masculin né le jour dix du courant à huit heures du soir de lui déclarant et de la Louise Uttini, fileuse, domiciliée à Roncole, son épouse, et auquel il a déclaré vouloir donner les prénoms de Joseph-Fortunin-François»

«L'anno 1813, il giorno 12 ottobre, alle 9 del mattino, davanti a noi, vicesindaco di Busseto, ufficiale di stato civile del suddetto comune di Busseto, dipartimento del Taro, è comparso Verdi Carlo, di 28 anni, albergatore, domiciliato a Roncole, il quale ci ha presentato un bambino di sesso maschile, nato il giorno 10 corrente, alle 8 di sera, del dichiarante e di Luigia Uttini, filatrice, domiciliata a Roncole, sua moglie, e al quale ha dichiarato di voler dare i nomi di Giuseppe Fortunino Francesco...»

Suddivisioni e nomenclatura dell'autorità costituita modifica

Nell'Almanacco Imperiale per l'anno 1800, capitolo X (organizzazione amministrativa), sezione II, relativa alla Tabella dei Dipartimenti con il numero dei deputati che si devono eleggere per la formazione del corpo-Legislativo; la suddivisione militare, il gruppo della legion d'onore, le diocesi, la Corte d'appello dalla quale dipende; la suddivisione dei circondari comunali e delle Giustizie di Pace, l'organizzazione delle Prefetture e Sotto-Prefetture, ecc., si legge:

Questo dipartimento è composto dagli stati precedenti di Parma e di Piacenza. È limitato a est con il torrente Enza (Regno d'Italia), a ovest con il dipartimento di Genova, a sud con quello degli Appennini, e a Nord da parte del Po (regno d'Italia); la sua superficie è di circa 502,236 ettari; la sua popolazione è di 375,558 individui; è diviso in tre circondari comunali, il cui primo è ancora diretto da un sotto-delegato stabilito dal decreto imperiale del 2 termidoro, anno 13, e che vi esercita le funzioni attribuite ai Sotto-Prefetti dalla legge del 28 piovoso, anno 8. Questo dipartimento che fa parte della seconda serie, ed ha sei deputati ad eleggere al corpo legislativo, è compreso nella ventottesima divisione militare, il sedicesimo gruppo della legione d'onore, la senatorieria ....... delle diocesi di Parma, Borgo San Donnino e Piacenza, e rientra nella giurisdizione della Corte d'appello di Genova.[6]

PREFETTURA

  • Sig. Barone Hugues Nardon, Prefetto a Parma.
  • Sig. Guiod, Segretario Generale.
  • Consiglio di Prefettura composto da quattro Membri: Messieurs Bondani, Nasalli, Cornacchia, Reynaud.

SOTTO-PREFETTURE

Circondario di Parma

Circondario di Piacenza

Circondario di Borgo San Donnino

Circondario di Guastalla

  • Payani, 7 dicembre 1805 (il 30 marzo 1806 il circondario è ceduto a Paolina Borghese e il 24 maggio 1806 passa al Regno d'Italia).

Note modifica

  1. ^ a b L'ALMANACH IMPÉRIAL POUR L'ANNÉE 1810, CHAPITRE X, Sect. II, Tarn - Yonne, su napoleon-series.org. URL consultato il 28-09-2010.
  2. ^ Le sue ultime parole furono i m'l'an fata! (me la hanno fatta!) tradotto dal dialetto di Parma
  3. ^ Annali di Storia delle Università italiane - Volume 9 (2005) ASUP, Divisione Unica, cartella 18, fasc. 3, il n. 75, del 24 ottobre
  4. ^ Adele Vittoria Marchi, Parma e Vienna, Artegrafica Silva, Parma, 1988.
  5. ^ Gianfranco Stella, Parma, ed. Quaderni Parmensi, Parma 1988
  6. ^ Tradotto dal francese da: "ALMANACH IMPÉRIAL POUR L'ANNÉE MDCCCX, PRÉSENTÉ A S. M. L'EMPEREUR ET ROI, Par TESTU. A PARIS, CHEZ TESTU ET Cie, IMPRIMEURS DE SA MAJESTÉ, RUE HAUTEFEUILLE, N° l3. LE MINISTRE SECRÉTAIRE D'ETAT, Au Sieur Testu, Editeur et Propriétaire de l'Almanach impérial."

Bibliografia modifica

  • Tavole di confronto delle misure parmigiane col nuovo sistema metrico calcolate giusta i rapporti pubblicati dalla commissione dei pesi e delle misure del Dipartimento del Taro e date in luce ad uso comune da Giacomo Blanchon, COLLA Ferdinando, Parma, dalla Stamperia Giacomo Blanchon, 1809
  • Mario Palazzino, L'occhio del governo. Sottoprefetti e governatori nei ducati parmensi dalla dominazione francese all'Unità d'Italia 1805-1860, edizioni DIABASIS, 2004.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica