Discussione:Battaglia di Talamone

Ultimo commento: 11 anni fa, lasciato da Innocenti Erleor in merito all'argomento Richieste e possibili imprecisioni
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Antica Roma
Guerra
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La battaglia di Talamone è a conclusione della guerra con i galli che i romani tennero tra il 225-222 a.c. Di conseguenza la data dovrebbe essere 222 e non 225. Inoltre nella pagina di Talamone paese è indicata una direzione di marcia dei Galli (verso Roma) totalmente errata visto che si stavano recando verso nord. Naturalmente attendo commenti, e rimando a "Storia di roma" di Adam Ziolkowski Mondadori pp. 137-138.--Fedebelli (msg) 01:52, 9 apr 2009 (CEST)Rispondi

In effetti la voce andrebbe migliorata. Anch'io avrei da aggiungere molti altri dettagli riguardo la battaglia. Se vuoi possiamo collaborare e fare insieme questo lavoro.--Terminus86 (msg) 14:11, 8 ago 2009 (CEST)Rispondi

Sono stato diverse volte sul presunto sito della battaglia e credo proprio che l'attacco di Gaio Attilio Regolo, sceso in campo a sorpresa da Poggio Ospedaletto, sia stato determinate contro i Galli in ripiego, essendo questi ultimi impantanati nell' attraversamento del fiume allora molto copioso d'acqua nel loro arretrare all'avanzata romana. Infatti i Galli indietreggiando verso Nord si sono trovati prima con le spalle al fiume OSA avendo davanti i Romani che avanzavano irrefrenabili, Questo fece si che si incanalassero nell'unica via di fuga possibile: la gola stretta tra poggio ospedaletto e Poggio Talamonaccio! Ma come avvenne per lo sterminio di Arminio sui romani molti secoli dopo, una gola stretta e boscosa con un fiume di traverso costrinse i Galli seppur più numerosi a mettersi in "fila indiana" nell'arretrare. Questo creo un campo di battaglia sempre più stretto e un via di fuga lenta ( oltrechè paludosa ) per i galli. Gaio Regolo a questo punto lanciò la cavalleria da Poggio ospedaletto che travolse lungo la boscosa e paludosa stretta fuga i terrorizzati Galli. Inoltre mi chiedo chi sia quel Genio che ha permesso in loco di costruire un complesso residenziale: sopra il sepolcreto della Battaglia!! Ci ho dormito spesso in quel villaggio e mi chiedo quanti sappiano nel loro relax di ciò che è accaduto nei giardini ora eleganti de "La Corte dei Butteri" !! Ho notato inoltre ( sempre su basi storiche di alcuni saggi dei viaggiatori del Gran Tour Italico del 1700, che la casella del barcaiolo ha in verità sembianze di un mausoleo. Credo sia il luogo esatto dove venne ucciso Regolo, risalito su quel poggiolo dopo aver attraversato la fila indiana dei galli in ritirata e probabilmente colpito da una Lancia mentre guardava lo svolgersi della battaglia ormai in fase finale e vittoriosa per le sue due legioni. Alcune spade ed elmi sono stati raccolti dai proprietari della torre di talamonaccio e conservati nella hall dell'Hotel ( ma dico io!! ) e il rispetto dei morti?? Sono curioso di sapere dove seppellirono i Galli morti ( circa 40,000 ) perché credo che l'arenaria del lago estinto in superficie e le acque melmose dell'Osa abbiano molto da dire appena due metri sotto ( forse meno ) dell'attuale fondale.

Taurini e taurisci modifica

necessita di una disambiguazione si tratta di due popoli diversi di cui autori sia antichi e moderni riportano entrambe le versioni del nome Cunibertus (msg) 19:32, 26 lug 2010 (CEST)Rispondi

Richieste e possibili imprecisioni modifica

Non c'è modo di spiegare come si fossero ritrovati i Galli con un esercito alle spalle e l'altro di fronte? Nelle primissime righe della citazione, "di fronte a loro in direzione opposta" è riferito ai Galli (come parrebbe dalla sintassi) o ai Romani (come vorrebbe la logica)? Lo chiedo perché se due schieramenti sono di fronte (si guardano) e sono in direzione opposta, si affrontano o vogliono massacrare chi sia fra loro due, come con la manovra a tenaglia. Mi piacerebbe sapere se la citazione manchi di qualche riga all'inizio, perché mi pare precipitosa la descrizione dello scontro della cavalleria per il possesso della collina, infatti con le frasi "In un primo momento la battaglia fu limitata alla sola zona collinare, dove tutti gli eserciti si erano rivolti. Tanto grande era il numero di cavalieri da ogni parte che la lotta risultò confusa." si presuppone la conoscenza che nel territorio circostante ci fossero colline oltre a quello sulla quale avevano messo il bottino i Galli e che si affrontavano le cavallerie degli eserciti. Grazie. --InnOcenti Erleor Baruk Khazâd! 20:32, 10 gen 2013 (CET)Rispondi

A suo tempo avevo inserito un passo di Polibio. Non avevo studiato a fondo la battaglia. E' tutta da fare, confrontandola con altre fonti, costruendo mappe, ecc. Magari un giorno... :) --Cristiano64 (msg) 08:09, 11 gen 2013 (CET)Rispondi
Ricevuto... ma quanto fai!? :-) Ad ogni ricerca di chiarimento (bene o male per ogni pagina che leggo) spunta la tua risposta! Grazie. --InnOcenti Erleor Baruk Khazâd! 15:07, 11 gen 2013 (CET)Rispondi


Complimenti con l'Utente qui sopra, per la puntuale esposizione del terreno di battaglia. E del suo triste stato attuale, totalmente trascurato benchè sia teatro di una delle più importanti azioni militari dell'antichità ma del resto in Italia l'incuria e l'indifferenza sia della pubblica opinione che dei pubblici poteri (che in teoria avrebbero invece il dovere di comportarsi ben diversamente) verso il patrimonio storico nazionale è quasi una legge...se Talamone fosse in Svizzera o in Francia, sarebbe famosa in tutta il mondo, ci sarebbero siti internet dedicati e la gente farebbe la fila per visitarla (a pagamento). Ma passiamo oltre. Come tutti i resoconti storici romani, anche la descrizione della battaglia fatta da Polibio è da prendere molto, ma molto con le molle. Non si capisce affatto cosa sia successo con la cavalleria, che nella fase iniziale deve aver visto a un certo punto la cavalleria romana (stranamente) trionfante: lo prova che nella carica effettuata successivamente, Regolo potè farla poichè non aveva più nulla da temere da quella avversaria, evidentemente dispersa. Ma, da militare, mi chiedo come sia possibile, e a chi possa venire in mente, di combattere una battaglia di cavalleria in collina... Molti autori, correttamente, riportano che Regolo fu ucciso mentre comandava uno dei due eserciti consolari, quello che attaccava cioè da nord (mi pare) e che affrontò le falangi compatte di Insubri e Boii, le migliori truppe celtiche: tanto che l'esercito di Regolo fu messo in rotta dal feroce assalto dei Galli e la sua testa portata trionfalmente a Concolitano, re dei Boii (e non dei Gesati: quello era Anaeroeste. Il re degli Insubri, Virdumar, non era invece presente).

Però, a sud, i Gesati che combattevano nudi invece soffrirono molto per i giavellotti che i disciplinati Romani scagliavano a ondate. Pertanto retrocessero sempre più andando a cozzare contro Insubri e Boii e scompaginandone le fila. A quel punto la cavalleria romana, senza più avversari poichè la cavalleria celtica era stata già sconfitta, va alla carica tra le fila dei Gesati in ritirata e li fa a pezzi. Polibio riporta anche Insubri e Boii, ben protetti dai loro "mantelli" (ma va letto come "armature", non essendo i mantelli di solito molto protettivi) tenevano il campo, ma abbandonati da tutti gli altri, furono costretti anch'essi alla fuga.

Fin qui l'andamento generale dello scontro così come ce lo hanno riportato: Polibio, Plutarco e Tito Livio, le fonti più avvalorate, non c'erano e pertanto si saranno fatti raccontare le cose dai tribuni e consoli presenti (Polibio in particolare) ma permangono forti dubbi. Anzitutto, basta dare un'occhiata a Google per capire che la gola dell'Osa non può assolutamente permettere il passaggio di 50.000 uomini (tanti erano i Galli, secondo le fonti romane). Il massacro dei Galli dev'essere avvenuto nel campo regio, con la forra paludosa del fiume alle spalle come unica via di fuga, e si immagina quindi la fanteria celtica sacrificarsi, in una incredibile e drammatica confusione, per permettere il passaggio dei commilitoni verso la salvezza.


Poi, il numero dei caduti. Un esercito consolare romano di 2 legioni, al comando di Regolo, era stato sconfitto e vagava in ritirata verso nord: si può ipotizzare che avesse perso almeno la metà degli effettivi. Almeno 10,000 uomini. Quanto ai Galli, 40,000 caduti è un numero semplicemente impossibile. Sarebbero occorse settimane per seppellirli tutti e si sarebbe reso necessario un complesso colossale, anche ricorrendo alle fosse comuni. Erano certamente molti di meno, comunque tanti.

Inoltre, il fatto che ai Romani fossero occorsi altri tre anni di campagna (di cui uno, il 223, con esiti fallimentari e gravi perdite) impegnando tutte le loro forze in Italia per sconfiggere i Boii, ci dice che i Galli erano ben lungi dall'aver riportato una sconfitta schiacciante. Devastante sì, significativa dal punto di vista militare, poichè da Talamone in poi i Galli dovettero stare sulla difensiva e ogni ulteriore invasione della penisola italica divenne per loro impossibile; ma occorsero altri 30 anni di guerra quasi ininterrotta per far sì che i Celti cisalpini cessassero di essere una minaccia militare.

Ben più cocente fu per i Celti la sconfitta di Clastidium, perchè vi morì il loro re Virdumar e questo li lasciò senza una guida effettiva. I molti e litigiosi principi non furono in grado o non vollero accordarsi per la successione e questo fu il loro disastro: gli stessi Romani, in marcia vittoriosa su Milano da Clastidium, furono colti di sorpresa dalla guarnigione di Milano nella foresta che allora si stendeva dal Ticino a Lodi, nei pressi di Marignano, e si salvarono dal totale disastro grazie a una fuga precipitosa e soprattutto al fatto che all'esercito insubre mancava un comandante. La scenetta raccontata da Polibio del console Marcello che sgrida i legionari in fuga, invoca gli Dèi Mani e li sprona al contrattacco, è una pietosa bugia. Dovette ritirarsi in fretta e furia e attendere il suo collega; poi potè cingere d'assedio milano e conquistarla, molto aiutato dal fatto che i capi insubri stavano lottando tra loro per la successione.


Come è possibile poi che Polibio affermi che "la spada gallica è buona solo per colpire di taglio, e non di punta", quando le spade celtiche giunte sino a noi, sia di bronzo che di acciaio, sono tutte immancabilmente a punta e a doppio taglio?

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