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La profase è la prima fase della divisione cellulare: nella mitosi avviene una sola volta, nella meiosi due volte, distinguendosi in profase I e profase II. La profase può aver inizio solo se la cellula ha già replicato il DNA e duplicato il centrosoma, che è il principale centro organizzatore dei microtubuli. Nella profase si condensano i cromosomi, costituiti da due cromatidi fratelli, e all'esterno della membrana nucleare inizia a formarsi il fuso mitotico, mentre i centrosomi si allontanano verso i poli opposti della cellula. La profase si conclude quando inizia la disgregazione della membrana nucleare: è l'inizio della prometafase[1].
Divisione meiotica modifica
Nella profase I della divisione meiotica avviene la ricombinazione omologa, cioè lo scambio di materiale genetico tra cromosomi omologhi. Il processo durante il quale due cromatidi non fratelli si scambiano parte dei filamenti di DNA viene detto crossing-over. Alla fine della profase I gli omologhi sono liberi di separarsi, ma le coppie di cromatidi di origine paterna e materna, dette bivalenti o tetradi, rimangono collegate fino all'inizio dell'anafase I grazie ai chiasmi, il punto dello scambio tra i cromatidi non fratelli. In ogni bivalente possono avvenire più scambi[2].
Note modifica
- ^ Alberts et al, pp. 637-640
- ^ Alberts et al, pp. 668-672
Bibliografia modifica
- B. Alberts, D. Bray, K. Hopkin, A. Johnson, J. Lewis, M. Raff, K. Roberts e P. Walter, Biologia molecolare della cellula, Bologna, Zanichelli, maggio 2015, ISBN 9-788808-15139-1.
Voci correlate modifica
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Collegamenti esterni modifica
Chiesa di san Rocco | |
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Stato | Italia |
Regione | Friuli-Venezia Giulia |
Località | Muggia |
Coordinate | 45°36′22.43″N 13°45′18.22″E / 45.606232°N 13.75506°E |
Titolare | san Rocco |
Consacrazione | [[]] |
Architetto | [[]] |
Stile architettonico | neogotica |
Inizio costruzione | 1864 |
Completamento | [[]] |
La Chiesa di san Rocco è una piccola chiesa edificata nei pressi di Muggia dopo la fine della pestilenza del 1631 dedicata al santo protettore degli appestati.
Cenni storici modifica
La chiesa fu eretta nei pressi del luogo adibito a lazzaretto, ma nel 1864 fu demolita per essere ricostruita nei pressi dell'allora nascente porto san Rocco. L'edificio, di stile neogotico, sopra l'ingresso reca infissa una lastra che riassume la sua storia. Il quotidiano "Diavoletto"[1] del 7 aprile 1865 riporta che la pala dell'altare maggiore era dedicata a Maria assunta in cielo ritratta con ai piedi la nuova chiesa e il cantiere. Il professor Giuseppe Cuscito [2] però nel libro "Le chiese di Trieste"[3] sottolinea che sia la pala, sia le opere di maggior pregio della chiesetta, sono andate perdute entro il 1960. Ospite frequente della chiesa l'Arciduca Ludovico Salvatore d'Asburgo Lorena, figlio dell'ultimo granduca Leopoldo II di Toscana e della granduchessa Maria Antonietta di Borbone, che amava recarsi in questo luogo per la preghiera anche oramai gravemente ammalato.
Servizio di culto modifica
La chiesa, annessa alla parrocchia di San Matteo Apostolo di Zindis, frazione del comune di Muggia, è tuttora aperta al culto, ma vi si celebra solo la Messa vigilare del sabato nel periodo estivo, dato che è priva dell'impianto di riscaldamento. Durante il resto della settimana è aperta per le sole visite.
Note modifica
- ^ Quotidiano triestino pubblicato dal 1852 al 1870 dalla tipografia Lloyd Austriaco
- ^ Già professore incaricato dell'Università di Trieste di Patrologia e Archeologia cristiana e comm. dell'ordine di San Gregorio Magno Papa
- ^ Le Chiese di Trieste, pp. 201-202
Bibliografia modifica
- Giuseppe Cuscito, Le Chiese di Trieste, Trieste, Italo Svevo, aprile 1992.