Docetismo

dottrina cristologica

Il docetismo è una dottrina cristologica, ovvero una concezione sulla vera natura del Cristo.

Il suo nome deriva dal verbo greco dokéin, che significa apparire[1][2], e trovò nel teologo gnostico Basilide un suo grande assertore. Essa si riferisce alla convinzione che le sofferenze e l'umanità di Gesù Cristo fossero apparenti e non reali; tale convinzione è ritenuta eretica dalle chiese cristiane che riconoscono il Primo Concilio di Costantinopoli.

Il filosofo e orientalista Henry Corbin ha inoltre esteso il significato del termine "docetismo", per indicare una teoria della conoscenza visionaria che sarebbe comune a diverse correnti spirituali e di gnosi nelle tre religioni abramitiche (ebraismo, cristianesimo, islam)[3].

Origine modifica

Questa dottrina nasce e si sviluppa principalmente nell'ambito delle comunità gnostiche nei primi secoli dell'era cristiana, grazie soprattutto all'insegnamento di Basilide[2]. In effetti spesso gli gnostici utilizzarono questa dottrina per rimuovere quello che essi consideravano lo "scandalo della crocifissione"[1].

Tale concezione fu il frutto della riflessione di vari maestri gnostici; già Simon Mago aveva elaborato il concetto che il Cristo non avesse sofferto sulla croce[4], perché sostituito da altri (secondo lo stesso Basilide, lo sostituì Simone di Cirene[2][4]) o perché l'intero episodio della crocifissione sul Calvario era stato soltanto un'illusione.

Dottrina modifica

La natura fittizia del corpo di Cristo modifica

Secondo i docetisti, non era concepibile che in Gesù Cristo potessero convivere contemporaneamente natura umana e divina[1], essendo queste rappresentazioni, rispettivamente, del Male e del Bene[5]. Da questa considerazione deriva che Cristo non poteva avere un corpo umano reale, ma soltanto un corpo etereo (o apparente)[2]. Ne consegue che nell'eucaristia non vi potrebbe essere il corpo di Cristo, dal momento che esso è una creatura "priva di sostanza"[6]. Questa concezione è quindi opposta alla transustanziazione.

Data l'opposizione tra spirito (il bene) e la materia (il male), la redenzione dell'uomo passa attraverso la purificazione progressiva dalla materia al fine di trasformarsi in puro spirito. Solo così il Verbo divino non si sarebbe degradato diventando carne o materia.

Le reazioni modifica

Nel Vangelo secondo Giovanni, viene esposta una tesi completamente opposta:

« [...] i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.  »   ( Gv 1,13-14, su laparola.net.)

Giovanni, sostenendo la corporeità vera del Cristo, getta le basi per la formulazione di una teoria completamente opposta: Cristo è vero Dio e vero uomo; il Logos è diventato carne[7]. Stessa posizione viene ripresa da Giovanni nella sua Prima Lettera:

«Carissimi, non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo. Da questo potete riconoscere lo spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio.»

Su questa scia, nel corso del secolo successivo (III secolo) Ippolito di Roma inserì, come professione di fede dei catecumeni (Costituzione di Ippolito) una professione antidocetista[8]. Anche Sant'Ignazio di Antiochia fu uno dei primi e più strenui oppositori del docetismo, in quanto autore di testi antidocetisti come le lettere Ai Tralliani e Agli Smirnesi[9].

Note modifica

  1. ^ a b c C.Andresen - G.Denzler, Dizionario storico del Cristianesimo, p. 254.
  2. ^ a b c d Guido Pagliarino, Cristianesimo e Gnosticismo: 2000 anni di sfida, p. 37. URL consultato il 30/03/2015 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
  3. ^ Revello, Roberto, Il logos dello ierofante. Docetismo e metafisica dell'immagine nella filosofia delle religioni di Henry Corbin., 2014. URL consultato l'11 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2018).
  4. ^ a b Teodorico Moretti-Costanzi, Dio: corso di filosofia teoretica : anni 1955-56/1956-57, p. 188. URL consultato il 30/03/2015.
  5. ^ Il docetismo, in quanto ramificazione dello gnosticismo, si concentrava nella lotta tra il Bene e il Male, intesi come principi autonomi l'un l'altro. Si veda la voce gnosticismo.
  6. ^ Docetismo, su Eresie.it. URL consultato il 30/03/2015.
  7. ^ Verbum caro factum est, come si pronuncia nella preghiera dell'Angelus.
  8. ^ C.Andresen - G.Denzler, Dizionario storico del Cristianesimo, p. 255.
  9. ^ G.Visonà (a cura di), La speranza nei padri, p. 94, nota 2. URL consultato il 30/03/2015.

Bibliografia modifica

  • Andresen, Carl - Denzler, Georg, Dizionario storico del Cristianesimo, edizione italiana Paoline, Cinisello Balsamo 1998.
  • Moretti Costanzi, Teodorico, Dio: corso di filosofia teoretica: anni 1955-56/1956-57, Armando Editore, Roma 2003.
  • Pagliarino, Guido, Cristianesimo e Gnosticismo: 2000 anni di sfida, Prospettiva Editrice, Civitavecchia-Roma 2003.
  • Visonà, Giuseppe (a cura di), La speranza nei padri, Edizioni Paoline, Milano 1993.
  • Revello, Roberto, Il logos dello ierofante. Docetismo e metafisica dell'immagine nella filosofia delle religioni di Henry Corbin, tesi di dottorato, Università dell'Insubria, Varese 2014.

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