Domus de janas di Sedini

museo di Sedini

La domus de janas (letteralmente "casa delle fate") di Sedini, o "La Rocca", come la chiamano gli abitanti, era inizialmente una necropoli scavata nella roccia, la cui origine viene fatta risalire al IV o al III millennio a.C.[1]

Domus de janas di Sedini
La Rocca
La "domus de janas" di Sedini
CiviltàNeolitico Recente
UtilizzoMuseo etnografico
(un tempo abitativo)
Epoca3100-2500 a. C.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Comune

Sedini

Dimensioni
Superficie250 
Altezza12 metri
Amministrazione
ResponsabileComune
Visitabile
Mappa di localizzazione
Map

Descrizione modifica

Alcune particolarità rendono "La Rocca" di Sedini unica nel suo genere, al punto da essere definita "la cattedrale delle domus de Janas": la prima è che si trova nella via principale del paese, all'interno del centro storico e non, come nella maggior parte dei casi, in luoghi sperduti o difficilmente raggiungibili; la seconda è che è stata realizzata in un enorme masso che si trova completamente in superficie e per questo motivo, probabilmente, viene considerata la più grande della Sardegna. La terza particolarità è che, pur avendo mantenuto una parte delle sue caratteristiche originali, nei secoli ha subito diverse trasformazioni ed utilizzazioni che l'hanno resa parte viva del paese: è stata prigione, luogo di ricovero per animali, negozio, sede di partito e abitazione privata. Una parte conserva intatta la struttura medievale, con il focolare scavato al centro della stanza nel pavimento roccioso e scale a chiocciola ricavate nella viva roccia.[2]

A metà degli anni novanta è stata acquisita dall'amministrazione comunale e trasformata nel tempo in sede naturale di museo permanente delle tradizioni etnografiche di Sedini e dell'Anglona.

 
Prospetto da est
 
Vista degli interni

Vi si possono ammirare: una mostra fotografica sul territorio di Sedini (paesaggio, siti archeologici, flora e fauna); una mostra etnografico-antropologica di oggetti e utensili di uso quotidiano, domestici e da lavoro, a partire dal 1700; pregevoli "ricostruzioni ambientali", con oggetti di ottimo pregio espositivo della vita quotidiana anglonese e della tomba neolitica.[3]

Note modifica

  1. ^ Calzolari, p. 40
  2. ^ Calzolari, p. 45
  3. ^ Fresi, p. 52

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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