La dottrina Giedroyc (in polacco doktryna Giedroycia) o dottrina Giedroyc–Mieroszewski è stata una dottrina politica che auspicava una riconciliazione tra i Paesi dell'Europa centro-orientale. Venne concepita nel secondo dopoguerra dagli émigrés polacchi in Francia, in particolare dall'editore Jerzy Giedroyc con un contributo significativo di Juliusz Mieroszewski.

Jerzy Giedroyc a Maisons-Laffitte, 1997.

Storia modifica

Giedroyc sviluppò la dottrina negli anni settanta sulla rivista Kultura assieme a Juliusz Mieroszewski (per questo viene spesso chiamata anche "dottrina Giedroyc-Mieroszewski"[1][2]) e altri émigrés del gruppo di Maisons-Laffitte.[1][3][4][5][6] La dottrina può essere rintracciata nel progetto interbellico del prometeismo polacco di Józef Piłsudski.[6]

La dottrina esortava la necessità di ricostruire delle buone relazioni tra i Paesi dell'Europa centro-orientale e dell'est, inoltre chiedeva alla Polonia di rifiutare qualunque ambizione imperialista e rivendicazioni territoriali e di accettare i cambiamenti dei confini postbellici.[3][5][6] La dottrina sosteneva l'indipendenza della Bielorussia e dell'Ucraina,[3] auspicando anche ad un trattamento equo di tutti i Paesi dell'Europa dell'Est da parte dell'Unione Sovietica, rifiutando un trattamento speciale per l'URSS.[1][4] La dottrina non era ostile allo Stato sovietico ma lo invitava assieme alla Polonia di abbandonare la lotta per la dominazione dell'Europa orientale, in particolare sui Paesi baltici, la Bielorussia e l'Ucraina (di conseguenza venne coniato il nome di "dottrina ULB", dove "ULB" sta per "Ucraina, Lituania, Bielorussia").[1][3][4][5]

Inizialmente, indicava l'atteggiamo degli emigrati polacchi nel secondo dopoguerra, specialmente quello del Governo in esilio della Polonia a Londra, e auspicava il riconoscimento dello status quo post-guerra.[7] Successivamente, venne adattata intorno all'obiettivo di portare la Bielorussia, l'Ucraina e la Lituana al di fuori dell'influenza sovietica e poi russa.

La dottrina sosteneva l'Unione europea e mirava a rimuovere l'Europa orientale dalla sfera d'influenza dell'URSS.[3] Dopo la caduta del regime comunista in Polonia durante le rivoluzioni del 1989, la dottrina venne implementata nelle politiche estere del nuovo governo polacco. La Polonia iniziò il suo processo di inclusione nella UE, entrandovi ufficialmente nel 2004.[3][4][6] Il Paese ha allo stesso modo appoggiato l'ingresso dell'Ucraina nell'Unione Europea e nella NATO.[3] La dottrina ha portato tuttavia ad alcune tensioni con la Russia.[3]

Negli anni duemila, molti politici e commentatori hanno discusso la dottrina,[4] abbandonata nel corso degli anni dal Ministero degli affari esteri polacco.[5] Tuttavia, altri studiosi sostengono che la politica sia rimanga ancora in vigore e seguita dal governo.[1][8]

Note modifica

  1. ^ a b c d e (EN) Živilė Dambrauskaitė, Tomas Janeliūnas, Vytis Jurkonis, Vytautas Sirijos Gira, Lithuanian – Polish Relations Reconsidered: A Constrained Bilateral Agenda or an Empty Strategic Partnership? (PDF), su lfpr.lt, pp. 126-127. URL consultato il 25 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 17 luglio 2021).
  2. ^ (PL) Do uczniów Giedroycia | Tygodnik "Przegląd", su Przeglad-tygodnik.pl. URL consultato il 25 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2013).
  3. ^ a b c d e f g h Aleks Szczerbiak, Poland within the European Union: New Awkward Partner or New Heart of Europe?, CRC Press, 23 aprile 2012, pp. 1904-1905, ISBN 978-1-134-17902-2.
  4. ^ a b c d e (PL) Piotr A. Maciążek, Słownik Polityki Wschodniej (PDF), su Polityka Wschodnia, 2011. URL consultato il 25 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2017).
  5. ^ a b c d (EN) Marcin Celinski, The Giedroyc era ended in foreign policy, su Liberte World, 8 marzo 2011. URL consultato il 7 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2011).
  6. ^ a b c d Andreas Lorek, Poland's Role in the Development of an 'Eastern Dimension' of the European Union, GRIN Verlag, febbraio 2009, pp. 23-24, ISBN 978-3-640-25671-6.
  7. ^ (PL) Do uczniów Giedroycia, su Przeglad, 7 novembre 2002. URL consultato il 25 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2019).
  8. ^ (PL) O Giedroycia sporu nie ma. Rozmowa z Radosławem Sikorskim (PDF), in Nowa Europa Wschodnia, n. 1/2010, pp. 69-77 (archiviato dall'url originale il 6 novembre 2011).

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica