Duomo di Tolmezzo

edificio religioso di Tolmezzo

Il duomo di Tolmezzo, dedicato a san Martino, è la principale chiesa di Tolmezzo, in provincia e arcidiocesi di Udine; fa parte della forania della Montagna.

Duomo Arcidiaconale di San Martino Vescovo
Il Duomo di San Martino, Tolmezzo
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneFriuli-Venezia Giulia
LocalitàTolmezzo
IndirizzoPiazza XX settembre
Coordinate46°24′21.38″N 13°00′51.08″E / 46.40594°N 13.01419°E46.40594; 13.01419
ReligioneChiesa Cattolica
TitolareSan Martino Vescovo di Tours
Arcidiocesi Udine
Consacrazione1764
ArchitettoDomenico Schiavi
Stile architettonicoBarocco di tipologia Veneto-Friulana
Inizio costruzione1752
Completamento1764

La chiesa è assieme alla pieve di Santa Maria Oltre But sede arcidiaconale.

Descrizione modifica

 
L'interno del Duomo

LA PRECEDENTE CHIESA E LA COSTRUZIONE DELL’ATTUALE DUOMO:

La precedente Chiesa di San Martino, a metà Settecento, risultava troppo piccola per le necessità di Tolmezzo, perciò si decise di ampliarla, ma questo non fu possibile, così si optò per la decisione drastica: demolire l’edificio e costruire un nuovo Duomo. Il progetto fu affidato a Domenico Schiavi di Tolmezzo (famoso architetto di molte Chiese friulane e venete) e al fratello Francesco. Nell’Aprile 1752 fu abbattuta la Chiesa, e il mese successivo iniziarono i lavori di costruzione del nuovo edificio, terminati solo nel giugno 1764. La facciata, per mancanza di fondi, fu lasciata incompleta; furono costruite solo due nicchiette che avrebbero dovuto contenere delle statue. Il Campanile invece, risaliva ad ancor prima che la precedente chiesa venisse demolita, inglobato nella Sacrestia, era alto 45 metri, la Cella Campanaria aperta su tutti i 4 lati aveva una bifora, la cuspide era ottagonale, e sopra gli fu posto un Angelo anemometro (esistente tuttora).

IL NUOVO CAMPANILE:

Durante il primo conflitto mondiale, nel Duomo furono requisite 5 campane, e nel 1919 si affidò al fonditore veronese Luigi Cavadini di rifondere il concerto. Per far entrare le prime 2 campane (di cui oggi rimane solo la campana piccola) si dovette abbattere il campanile dalla cella in su. Nel 1921 la Campana piccola arrivo in paese, e per questo la Cella Campanaria fu rialzata di 10 metri, aperta su tutti i 4 lati, la bifora divenne in trifora, e la cuspide ottagonale, divenne quadrata, ad immitare il campanile di San Marco a Venezia. Il campanile fu coronato dall’ Angelo anemometro risalente alla metà dell’ Ottocento. Il campanile ad oggi è alto più di 50 metri, con l’Angelo.

IL DUOMO DOPO IL 1928:

Nel Marzo 1928 un forte terremoto colpì la conca tolmezzina con epicentro Cavazzo Carnico. I danni riportati dal Duomo furono molti: La facciata crollò; il campanile fu gravemente danneggiato; e il tetto rischiò di cedere. L’ Architetto Filippo Filipuzzi, stesso architetto che nel 1921 ricostruì il campanile, decise di ricostruire la facciata e di completarla, modificando un po’ il progetto di Angelo Schiavi, nipote di Domenico Schiavi. Le due nicchiette furo chiuse, ma furono completate le 6 colonne dall’ Architetto De Giudici. Inoltre fu ingrandita la Sacrestia e demolito il cimitero che affiancava il Duomo per costruire 2 strade, furono costruite due nuove porte laterali per accedere all’edificio e fu ampliato il sacrato con una scalinata.

L’INTERNO DEL DUOMO:

Il Duomo di Tolmezzo è un grande edificio di notevoli dimensioni, quasi 60 metri, in stile Barocco di tipologia Veneto-friulana. Al suo interno è costituito da un’unica navata. Sul soffitto troviamo tre grandi affreschi, di cui mancano alcune parti andate perdute con i sismi del 1928 e del 1976. Il Presbiterio, rialzato di 3 gradini, è sovrastato da una finta cupola affrescata da Pietro Antonio Novelli, raffigurante la Santissima Trinità nella Gloria degli Angeli. Sotto la cupola si trova il maestoso Altare Maggiore, di marmo bianco di Carrara, è dono della famiglia Linussio di Tolmezzo. La pala dell’Altare Maggiore è opera di Francesco Fontebasso del 1763 o 1764. Raffigura la Santissima Vergine con in braccio il bambino Gesù, seduta sul trono affiancata da una moltitudine di angeli. Sotto la Vergine ci sono San Martino Vescovo con un chierichetto, e San Carlo Borromeo. Affianco all’Altare Maggiore troviamo i 2 Organi risalenti alla fine dell’’Ottocento, restaurati molte volte, contano 1583 canne e 42 registri, che possono essere comandati sia da soli dai propri terrazzini, sia insieme dal presbiterio. Sotto i due organi si trova il Coro. A destra dell’ entrata, accolta da un portico interno, troviamo una bellissima acquasantiera in marmo bianco, opera di Bernardino da Bissone del Cinquecento. Il primo altare destro, dono di un’altra importante famiglia di Tolmezzo, la famiglia De Marchi, ha una pala di Pietro Antonio Novelli, raffigurante San Luigi Gonzaga, San Giovanni Battista, un Santo Vescovo, Un Angelo e un bambino in preghiera, al cospetto della Santissima Vergine. L’ Altare è dedicato a San Luigi Gonzaga ed è coronato da due Angeli. Il secondo altare destro, identico all’altare posto difronte, è dono della famiglia Linussio di Tolmezzo, la pala di Pietro Antonio Novelli raffigura la Decollazione di Sant’Ilario. L’Altare è dedicato al Patrono della Carnia Ilario Martire, e nel paliotto dell’Altare marmoreo, si trova la mensa, scavata dai fratelli Filipuzzi; contiene le Reliquie di Sant’Ilario, giunte in Carnia nel 1657. Il terzo altare destro è dono di Alfonso Pozzi ed è dedicato alle anime del Purgatorio. La pala è di Gaspare Diziani e raffigura i Santi Francesco d’Assisi, Antonio da Padova e Girolamo che invocano la vergine. Il primo altare sinistro, è dono di Nicolò Janesi. La pala di Filippo Giuseppini raffigura San Nicola tra le Sante Lucia ed Anna. L’Altare è dedicata a San Nicola di Bari. Il secondo altare destro, identico all’altare posto difronte è dono della famiglia Linussio. È detto del Rosario, perché per tutto l’anno sull’Altare viene esposta la statua della Santissima Vergine, a cui ogni anno a Maggio viene recitato il Santo Rosario. È dedicato a San Domenico. La pala di Pietro Antonio Novelli raffigura la Sacra famiglia tra i Santi Domenico e Caterina da Siena. Il terzo altare destro è opera della famiglia Camucio, dedicato a San Pietro. La pala andò persa durante un incendio, e sostituita da un’altra attribuita al Martinelli, Raffigurante il Redentore che incorona la Santissima Vergine e due Santi Francescani. Affiancati al Presbiterio due quadri di Fialetti, quella di destra raffigura la decollazione di San Giovanni Battista, quella sinistra la Visitazione. Gli altri 14 quadri presenti sono opera di Nicolò Grassi. I quadri sono quelli di San Luca Evangelista, San Marco Evangelista, San Filippo, San Giacomo Minore, Sant’Andrea, Sant’Ilario, San Mattia, Gesù Cristo, San Giovanni Battista, San Giacomo Maggiore, Santi Pietro e Paolo, San Matteo Apostolo ed Evangelista, San Giovanni Evangelista. Tutti i quadri sono stati commissionati da Jacopo Linussio, Signore di Tolmezzo. Altri due quadri sono conservati in Sacrestia, anch’essi di Nicolò Grassi, uno raffigura La Madonna Addolorata, l’altro il Crocifisso con la Santissima Vergine addolorata, la Maddalena e San Giovanni. Un altro quadro sempre del Grassi è quello di Jacopo Linussio. In Sacrestia è conservato un Ciborio in marmo bianco. Altri due quadri della Sacrestia rappresentano Don Flumiani, Arcidiacono del Duomo e Carlo Camucio, Arcidiacono del Duomo, poi Vescovo e Patriarca di Antiochia. In Sacrestia troviamo due enormi armadi di legno di noce attribuiti a Deganutto di Cividale. Nella navata troviamo un pulpito di legno dipinto d’oro e davanti ad esso un Crocifisso in legno alto 2 metri risalente al Cinquecento; sempre nella navata troviamo il Fonte Battesimale, opera di Carlo da Corona. Dono della famiglia Linussio sono anche un’ostensorio e un reliquiario d’argento. A fine Settecento la famiglia Linussio ha donato al Duomo tutti gli addobbi che rendono molto più bello il Duomo nelle solennità, tutti i teli Rossi con immagini dorate ricavate a mano, i teli rossi che coprono i due altari centrali e i teli oro che coprono l’Altare Maggiore.

Elenco degli arcidiaconi modifica

Elenco degli arcidiaconi della Carnia prima dell'unione con la pieve di Santa Maria Oltre But:

  • Ermanno dei conti d'Ortembug (1169-...)
  • Paolo (1256-1258)
  • Rinaldo (1258-1262)
  • Enrico d'Illegio (1262-1284)
  • Pietro Buca (1284-1290)
  • Ryale di Treviso (1312-1318)
  • Nicolussio (1318-1339)
  • Simone Ziliolo (1349-1351)
  • Ancelotto di Cuccagna (1352-1358)
  • P.Giovanni di Tolmezzo (1377-1378)
  • Nicolò di Nesdicz (1388-...)
  • Antonio Gaetani (1401-...)
  • Giacomo di Arpino (1401-1407)
  • Giovanni Hertlino (1418-1421)
  • Doringussio di Mels (1421-...)
  • Cesare di Sacile (1445-...)
  • Agapito (1449-1450)
  • Giorgio Veniero (1462-1464)

Elenco dei pievani arcidiaconi pro tempore dopo l'unione dell'arcidiaconato della Carnia con la pieve di Santa Maria Oltre But di Tolmezzo (dal 1777 protonotari apostolici)

  • Giovanni De Blanzate (1464-1467)
  • Filippo da Prepotto (1467-1468)
  • Marco da Conegliano (1468-1488)
  • Francesco d'Aviano (1488-1506)
  • Scisma (1506-1507):
  • Gregorio de Bertolini (1508-1509)
  • Giovanni Giacomo de Flumiani (1509-1523)
  • Giovanni Antonio de Flumiani (1523-1572)
  • Placido Quintiliano (1572-1620)
  • Giuseppe Bruno (1620-1629)
  • Valentino Michise (1629-1635)
  • Giuseppe Gottardis (1635-1661)
  • Fabio Deciani (1661-1695)
  • Francesco Galazio (1695-1707)
  • Giuseppe Antonini (1707-1744)
  • Carlo Camucio (1744-1756)
  • mons Giacomo Sabadini (1757-1782)
  • mons Giuseppe Rizzardi (1783-1790)
  • mons Giuseppe Agnese (1791-1832)
  • mons Francesco Comelli (1832-1840)
  • mons Giuseppe Chiussi (1841- 1859)
  • mons Pietro Rossi (1860-1889)
  • (1889-1896) sede vacante con nomina dell'economo Liberale Dell'Angelo
  • mons Giovanni Luigi Canciani (1896-1911)
  • mons Pietro Ordiner (7 maggio 1911 - 13 febbraio 1948)
  • mons Luigi Tonutti (11 settembre 1949 - giugno 1981)
  • mons Franco Puntel (15 novembre 1981 - 11 febbraio 1998)
  • mons Angelo Zanello (5 settembre 1998 - in carica)

Note modifica


Bibliografia modifica

  • Guida rossa, Friuli-Venezia Giulia, Milano, Touring Club editore, 1999, p. 365, ISBN 88-365-1162-7.
  • Friuli Venezia Giulia - Guida storico artistica naturalistica, Trieste, Bruno Fachin Editore, 2004, p. 254, ISBN 88-85289-69-X.

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