E Dio disse a Caino...

film del 1970 diretto da Antonio Margheriti (aka Anthony Dawson)

E Dio disse a Caino... è un film del 1970 diretto da Antonio Margheriti, con lo pseudonimo di Anthony Dawson.

E Dio disse a Caino...
La tormenta nella città
Lingua originaleitaliano, tedesco
Paese di produzioneItalia, Germania Ovest
Anno1970
Durata96 minuti
Rapporto2,35:1
Generewestern
RegiaAnthony Dawson
SoggettoGiovanni Addessi
SceneggiaturaGiovanni Addessi, Antonio Margheriti
ProduttoreGiovanni Addessi
Casa di produzioneDC.7 Film, Peter Cartsen Films
Distribuzione in italianoPanta Cinematografica
FotografiaRiccardo Pallottini, Luciano Trasatti
MontaggioNella Nannuzzi
Effetti specialiCataldo Galliano
MusicheCarlo Savina
ScenografiaMario Giorsi
CostumiMario Giorsi
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Il film è stato uno tra i 32 film scelti per la retrospettiva dedicata agli spaghetti-western durante la Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia del 2007.

Come disse anche il regista:

«Il produttore Giovanni Addessi e io abbiamo scritto il copione con la chiara volontà di uscire dal genere, di sottrarci al già visto. E poi, non ho mai amato seguire i dettami. Mi piace fondere più registri, lo faccio in quasi ogni mio film: sono un ribelle.[1]»

il film realizza una commistione tra il genere dello spaghetti-western e l'horror-gotico.

Trama modifica

 
Gli uomini di Acombar

Gary Hamilton, ex ufficiale dell'esercito nordista, è in carcere condannato ai lavori forzati, per omicidio e tentata rapina. In realtà è stato un suo amico, Acombar, a commettere la razzia e a lasciare, sul luogo del crimine, la borraccia di Gary, per impossessarsi di tutti i suoi averi e sposare la sua donna. Dieci anni dopo, graziato per i suoi precedenti meriti, Gary torna al paese natio, deciso a vendicarsi di Acombar e di sua moglie.

Ma, sulla diligenza che lo porta in città, Gary incontra il giovane Dick, figlio di Acombar, il quale è all'oscuro di tutto. Gary lo incarica allora, spacciandosi per un amico di Acombar, di avvertire il padre del suo prossimo arrivo. Ricevuto il messaggio, Acombar organizza la difesa della città e della sua magione, per evitare a tutti i costi che Gary riesca a giungere in paese. Ma l'ex militare, grazie all'intricata rete sottorrenea della città, un vecchio cimitero indiano, e approfittando di un violento tornado che riduce di molto la visibilità, riesce, nel corso della notte, a massacrare ad uno ad uno tutti gli sgherri di Acombar nei modi più efferati (uno viene impiccato alla corda della campana della chiesa in modo che questa, mossa dal tornado, suoni e faccia ondeggiare su e giù il corpo dell'uomo).

 
L'uomo impiccato alla campana in chiesa

Intanto Dick viene a conoscenza della verità su suo padre e sua madre, ma decide di schierarsi ugualmente al suo fianco. Quando Gary è ormai giunto alla magione, si fa vedere dalla moglie. Questa scappa ad avvisare il marito, ma proprio in quel momento entra Dick, e Acombar lo uccide. Acombar legatissimo al figlio accusa della morte la moglie, che lo aveva messo in tensione, e la uccide. Lei nel cadere urta una lampada e l'edificio prende fuoco. Rimasto solo Acombar cerca Gary nella magione in fiamme, lo trova, e i due si sfidano a duello. Gary lo uccide e, avuta la sua vendetta, lascia la città dicendo agli abitanti di cercare tutto l'oro accumulato da Acombar ed usarlo per ricostruire.

Regia modifica

 
Gary (Klaus Kinski), all'uscita dalla prigione

Scrive Edoardo Margheriti, figlio del regista:

«Antonio lavorò in questo film per la prima volta con Klaus Kinski, un attore notoriamente difficile. [...] Per sua sfortuna Antonio non aveva un carattere facile sul set e non gli era da meno, per cui la "corda" si spezzò dopo pochissimi giorni di riprese: stavano girando dentro delle caverne, quando Kinski ebbe una delle sue crisi da "primadonna" e stava per lasciare il set. Antonio non ci vide più dalla rabbia e cominciò ad insultarlo, arrivando anche a tirargli dietro uno dei fucili di scena. Curiosamente, questo gesto accrebbe smisuratamente il rispetto di Kinski per Antonio e tornò sul set docile come un cagnolino, completando il film senza dargli ulteriori fastidi.[1]»

Collegamenti ad altri media modifica

 
Il duello finale tra gli specchi, con la casa in fiamme

«Il Signore disse a Caino: «Dov'è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?». Il Signore disse: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra. Ora tu sarai maledetto, scacciato lontano dalla terra che ha aperto la sua bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano. Quando coltiverai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti e tu sarai vagabondo e fuggiasco sulla terra».»

Titoli per l'estero modifica

Note modifica

  1. ^ a b c Informazioni sul film E Dio disse a Caino, disponibili qui Archiviato il 30 ottobre 2007 in Internet Archive.; ultimo accesso il 5 novembre 2007.

Collegamenti esterni modifica

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