Ecco fatto il becco all'oca (e le corna al Podestà)

Ecco fatto il becco all'oca (e le corna al Podestà) è un proverbio fiorentino dal sapore iconoclasta ormai quasi completamente caduto in disuso. È stato coniato nella Firenze medioevale per indicare la figura del Podestà quale gabelliere gabbato dai debitori.

Il Bargello visto da Giacomo Brogi

Nella versione maggiormente diffusa di questo detto, quella in uso a Firenze, si sostiene che il Podestà avesse una moglie molto avvenente e molto disponibile per cui egli, per proteggere l'onore suo e di lei, fece costruire da un fabbro una cintura di castità con una chiave che doveva essere a prova di falsificazione; ma uno spasimante della moglie riuscì a produrre la chiave che aprì la cintura e questa pare avesse l'aspetto appunto di un becco d'oca. Una volta compiuta l'opera dell'apertura della cintura e giaciuto con la signora, lo spasimante pare esclamasse la frase: "Ecco fatto il becco all'oca e le corna al Podestà".[senza fonte]

L'oca citata era in effetti un'aquila in pietra affissa sulla facciata del Palazzo del Bargello, o Palazzo del Popolo (il bargello era la massima autorità al tempo dell'Italia medioevale dei Comuni.

Secondo il dizionario Zingarelli[1] la frase può essere adoperata anche per indicare che si è compiuto allegramente e con buon esito un lavoro. E ciò stante la definizione: (scherz.) per indicare che si è compiuto o completato un lavoro.

Note modifica

  1. ^ Fonte: Aiefirenze.it

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