Elise Ottesen-Jensen

giornalista svedese

Elise Ottesen-Jensen (nota anche come Ottar; Høyland, 2 gennaio 18864 settembre 1973) è stata un'educatrice, giornalista e anarchica norvegese che si batté per i diritti delle donne in materia del controllo del proprio corpo e della propria sessualità. Fece parte dell'Unione anarco-sindacalista dell'Organizzazione Centrale dei Lavoratori della Svezia.[1]

Elise Ottesen-Jensen

Biografia modifica

Figlia di un vicario, nacque in una famiglia di 18 figli nell'allora comune di Høyland (incorporato poi in quello di Sandnes nel 1965), nella contea di Rogaland, in Norvegia.[2]

Da giovane sognava di diventare una dentista, ma un'esplosione nel laboratorio di chimica del suo liceo le ferì le dita, togliendole ogni possibilità di intraprendere questa carriera.[3] Iniziò dunque a lavorare nella redazione di un giornale. Aveva sempre messo in dubbio le prediche di suo padre e presto arrivò alla conclusione di non considerarsi cristiana. Scoprì anche che le sue simpatie politiche si avvicinavano al socialismo, per il quale lottò per il resto della sua vita.[2]

Tentò più volte di mobilitare le donne della classe operaia, le quali iniziarono anche a chiederle consigli in materia sessuale.[2] Alla fine della prima guerra mondiale Ottar incontrò e strinse un forte legame con l'anarco-sindacalista e pacifista svedese Albert Jensen, che in seguito sposò adottando anche il suo cognome. Quando Albert Jensen fu espulso dalla Norvegia, Ottar lo seguì in Danimarca, dove dette alla luce un bambino morto subito dopo la nascita.[2]

La coppia quindi si trasferì in Svezia, dove Ottar conobbe un dottore che tra l'altro le insegnò come usare un diaframma. Iniziò quindi il suo primo tour nazionale, viaggiando dalla Scania a Norrland e insegnando alle lavoratrici a prevenire la gravidanza. Combatté per il diritto delle donne di provare piacere sessuale, per l'aborto gratuito, per l'abrogazione delle leggi contro i contraccettivi e per i diritti degli omosessuali. Tutto ciò era illegale in quel'epoca e lei rischiò dure sanzioni.[2]

Negli anni '20, con la sua rubrica dedicata alle questioni femministe, Ottar diventò una redattrice abituale per Arbetaren. Dopo un disaccordo con gli altri redattori, nel 1925 passò al Vi kvinnor, anche se la rivista ebbe vita breve. Alcuni anni dopo scrisse per la rivista anarchica Brand.[2][4]

Nel 1933, insieme a numerosi medici radicali e sindacalisti, Ottar fondò l'Associazione svedese per l'educazione sessuale (in svedese Riksförbundet för Sexuell Upplysning , RFSU).[5][6] Divenne il suo primo presidente e ricoprì questo incarico fino al 1956.[7] Inoltre fu una dei fondatori dell'International Planned Parenthood Federation (IPPF) nel 1953.[8]

Opere modifica

Questo elenco contiene solo pubblicazioni con oltre 50 pagine.

  • Ovälkomna barn: ett ord till kvinnorna (1926)
  • Människor i nöd: Det sexuella mörkrets offer (1932)
  • ABC för ett lyckligt äktenskap (con Nils Nielsen, 1947)
  • Och livet skrev (1965)
  • Livet skrev vidare (1966)
  • Arbetarrörelsen - männens eller mänsklighetens rörelse? (una selezione degli articoli di Ottar in Arbetaren e Brand negli anni '20, di Ingrid Primander, 1980)

Note modifica

  1. ^ Britta Gröndahl, SAC Syndikalisterna: Elise Ottesen-Jensen, su sac.se, SAC. URL consultato il 26 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 9 febbraio 2007).
  2. ^ a b c d e f Cindy Larsen, Yelah.net - Om Elise Ottesen-Jensen, su yelah.net, Yelah, 5 marzo 2001. URL consultato il 28 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).
  3. ^ Bengt Hemlin, Elise Ottesen-Jensen, su hemlin.pp.se. URL consultato il 1º marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 16 febbraio 2007).
  4. ^ Hjördis Levin, Elise Ottesen-Jensen, su hem.passagen.se. URL consultato il 1º marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2007).
  5. ^ The Swedish Association for Sexuality Education: Our history, su rfsu.se, RFSU. URL consultato il 1º marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).
  6. ^ Carl Gustaf Boethius, Sex Education in Swedish Schools: The Facts and the Fiction, collana Family Planning Perspectives, Vol. 17, No. 6, Guttmacher Institute, 1985, pp. 276, DOI:10.2307/2135318, OCLC 38889422.
  7. ^ Per Magnus Johansson, Sweden and Psychoanalysis, su psychomedia.it, Psychomedia. URL consultato il 1º marzo 2007.
  8. ^ Lena Lennerhed, Histsex archives, January 2001, su lesleyahall.net, 10 gennaio 2001. URL consultato il 1º marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 23 dicembre 2006).

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