Enrichetta Di Lorenzo

rivoluzionaria e patriota italiana

Enrichetta Di Lorenzo (Orta di Atella, 5 giugno 1820Napoli, 1871) è stata una rivoluzionaria e patriota italiana.

Biografia

Enrichetta Di Lorenzo nacque il 5 giugno 1820 nei pressi di Aversa da una famiglia di piccola nobiltà (il padre era il marchese Raffaele Di Lorenzo di Atella la madre la marchesina Elena Muti di Firenze). A soli 17 anni, nonostante avesse già conosciuto Carlo Pisacane, fu spinta dalla famiglia a sposare il conte Dionisio Lazzari con un matrimonio celebrato il 16 gennaio 1838, ma il marito più anziano di lei e che non condivideva i suoi stessi interessi culturali cercava solo una moglie "servile" da esibire in società. [1] Da questo matrimonio Enrichetta ebbe quattro figli: Manina (di cui non sono riuscita a rintracciare il certificato di nascita, ma che dai riferimenti presenti nelle lettere della madre dovrebbe essere nata nel 1840), Giuseppe (nato il 13 novembre 1842), Eugenio (nato il 30 agosto 1844) ed infine Ernesto (nato il 29 novembre 1845 e deceduto il 19 giugno 1846), anche se il marito non le permise di occuparsi di loro.[2]

A 24 anni Enrichetta rincontrò Carlo Pisacane, cugino di suo marito. Nonostante i due nascondessero la loro relazione contrassegnata da un amore reciproco e sincero, nel 1846 Lazzari inviò dei sicari sotto casa di Pisacane il quale venne ferito, ma non in modo grave e venne curato anche da Enrichetta.[3]

Nel febbraio del 1847 Enrichetta e Carlo decisero di fuggire destando scalpore e inseguiti dalla polizia borbonica. In quel momento lei aspettava già un bambino da Carlo. Dopo una tappa a Livorno, finalmente riuscirono a raggiungere Londra e poi Parigi dove si ambientarono bene tra gli esuli italiani, tra cui Guglielmo Pepe e Gabriele Rossetti e gli intellettuali del posto come George Sand. In questo periodo, attraverso la sua corrispondenza, Enrichetta criticò "quella ipocrisia morale e sociale che costringeva le donne alla schiavitù, quei matrimoni combinati con cui si salvava l'ideologia dell'onore famigliare a discapito dei sentimenti individuali, quella famiglia patriarcale dove nulla era concesso alla donna se non l'obbedienza cieca [...]"[4].

Proprio a Parigi però, i due furono arrestati dalla polizia francese. Finirono entrambi in carcere dove, nonostante i tentativi di persuasione dell'ambasciatore di Napoli a Parigi, Enrichetta decise di restare con Carlo.

Dai registri dello stato civile ricostituito di Parigi non risulta alcuna nascita, anche se in Francia all'epoca era obbligatorio registrare anche i bambini nati in anticipo che non sopravviveveno al parto e venivano indicati nell'atto di nascita come enfant sans vie di sesso femminile o maschile senza l'attribuzione di un nome. Una ricerca negli archivi storici del comune di Marsiglia dimostra però che nel registro annuale delle nascite risulta una Pisacane Catherine Henriette Clémentine nata nel 1847 (atto del 30 novembre del registro delle nascite del comune di Marsiglia, figlia di Pisacane Charles Michel Vincent, la francesizzazione del nome era normale all'epoca anche Maroncelli nel registro dei matrimoni di Parigi risulta come Maroncelli Pierre)

La detenzione non durò a lungo, comunque, perché, secondo le leggi dell'epoca, non si poteva trattenere una donna per adulterio se non su richiesta del legittimo coniuge.[5] Dionisio Lazzari non sporse all'epoca una denuncia per adulterio, ma denuncio' solo la moglie per aver sottratto al momento di partire alcuni gioielli e 200 ducati oggetti e somma che facevano parte della dote di Enrichetta, ma di cui secondo gli accordi matrimoniali lei non sarebbe stata autorizzata a disporre, in modo da evitare i guai legati al suo tentato assassinio di Carlo.[6] mentre le autorità li inseguirono per la falsificazione del passaporto avendo usato per la tratta via mare Napoli Livorno due documenti con nomi diversi da quelli effettivi.

Successivamente Pisacane si arruolo' ad ottobre del 1847 nella Legione Straniera e venne inviato in Algeria, mentre Enrichetta tentava una mediazione con la famiglia d'origine, la quale però non ebbe successo tanto che anche lei un paio di mesi dopo decise di raggiungere il marito e di arruolarsi come infermiera per non restare da sola a Marsiglia con la bambina in ristrettezze economiche. Nel frattempo nacque la figlia Carolina che però morì in giovane età (Caroline Henriette Clemence Pisacane nata a Marsiglia il 30 settembre 1847 e deceduta sempre a Marsiglia il 17 febbraio 1848, registrata come figlia legittima di Pisacane Charles Michel Vincent, nel certificato di morte risulta che il padre al momento del decesso è sottotenente nella Legione Straniera ed è residente ad Oran).

In seguito alle agitazioni in Francia, Carlo ottenne 2 anni di congedo non pagato dalla Legione Straniera e si recò a Parigi con Enrichetta per partecipare all'insurrezione del giugno 1848 in seguito alla quale Luigi Filippo d'Orléans abdicò al trono. Nel frattempo soffiava aria di rivolta anche in Italia: Pisacane e Carlo Cattaneo parteciparono ai moti milanesi contro gli austriaci. Pisacane però venne ferito durante una delle battaglie della prima guerra di Indipendenza e da Tremosine venne trasferito a Salò dove ricevette le cure di Enrichetta.

 
Proclamazione della Repubblica Romana (1849)

Partecipazione ai fatti della Repubblica Romana

Nel frattempo, nel 1849 viene instaurata la Repubblica romana, dove Enrichetta partecipa concretamente, combattendo con Carlo nella zona del Gianicolo[7] e occupandosi, assieme ad altre patriote tra cui Cristina di Belgiojoso, della cura dei feriti attraverso un sistema di cure efficienti ed ospedali mobili. Enrichetta viene infatti nominata "direttrice delle ambulanze".[8] Per raccontare l'esperienza di questi ospedali e la partecipazione dei romani a quell'iniziativa, Enrichetta scrisse un articolo sul Monitore Romano firmandosi Enrichetta Pisacane.[9]

La Repubblica romana, sebbene avesse destato un grande entusiasmo patriottico, durò solo cinque mesi. Quando ormai si era sicuri della vittoria delle incombenti truppe Francesi, Enrichetta tentò di convincere Carlo Pisacane ad abbandonare la lotta, ma lui persistette e venne arrestato e rinchiuso a Castel Sant'Angelo. Enrichetta quindi si spese per ottenere la sua liberazione. Seguì un breve periodo di crisi e separazione tra i due.[10]

Morte di Carlo e ultimi anni

Dopo un periodo a Genova, dove nel 1853 nacque la figlia Silvia frutto del ritrovato amore tra i due, Carlo ed Enrichetta si recarono a Torino. Lì Carlo, nonostante l'opposizione di Enrichetta probabilmente conscia della disorganizzazione dell'impresa[11], organizzò la spedizione di Sapri in seguito alla quale lui trovò la morte nel 1857.

Enrichetta assieme alla piccola Silvia tornò a Genova, dove vissero in condizioni di povertà. Dopo l'Unità d'Italia finì l'esilio di Enrichetta da Napoli e Garibaldi fece approvare un decreto per un assegno per il mantenimento di Silvia, la quale venne poi adottata dal ministro Giovanni Nicotera, uno dei pochi superstiti della strage di Sapri. Enrichetta collaborò, a partire dal 1862, con il "Comitato di donne per Roma capitale".[10]

Enrichetta di Lorenzo morì a Napoli nel 1871 e riposa nella tomba di famiglia del ministro Nicotera.[7]

Note

  1. ^ Dacia Maraini, La Coraggiosa Compagna di Pisacane. Enrichetta di Lorenzo, in AA.VV., Donne del Risorgimento, Il Mulino, 2011, p. 124
  2. ^ Alessandro Di Lorenzo, Enrichetta Di Lorenzo. Storia di una famiglia, in AA.VV., Note e documenti per la storia di Orta di Atella, Istituto di Studi Atellani, 2006, p. 89
  3. ^ Bruna Bertolo, Donne del Risorgimento, Le eroine invisibili dell'unità d'Italia, Ananke, 2011, p. 310
  4. ^ Alessandro Di Lorenzo, Enrichetta Di Lorenzo. Storia di una famiglia, in AA.VV., Note e documenti per la storia di Orta di Atella, Istituto di Studi Atellani, 2006, p. 90
  5. ^ Dacia Maraini, La Coraggiosa Compagna di Pisacane. Enrichetta di Lorenzo, in AA.VV., Donne del Risorgimento, Il Mulino, 2011, p. 128
  6. ^ Bruna Bertolo, Donne del Risorgimento, Le eroine invisibili dell'unità d'Italia, Ananke, 2011, p. 311
  7. ^ a b Alessandro Di Lorenzo, Enrichetta Di Lorenzo. Storia di una famiglia, in AA.VV., Note e documenti per la storia di Orta di Atella, Istituto di Studi Atellani, 2006, p. 91
  8. ^ Dacia Maraini, La Coraggiosa Compagna di Pisacane. Enrichetta Di Lorenzo, in AA.VV., Donne del Risorgimento, Il Mulino, 2011, p. 131
  9. ^ Monitore Romano, num. 92, 5 maggio 1849 http://www.repubblicaromana-1849.it/index.php?3/periodici/rml0028579/1849/n.92&type=magazinePage&id=8386#dettaglio
  10. ^ a b Bruna Bertolo, Donne del Risorgimento, Le eroine invisibili dell'unità d'Italia, Ananke, 2011, p. 313
  11. ^ Dacia Maraini, La Coraggiosa Compagna di Pisacane. Enrichetta di Lorenzo, in AA.VV., Donne del Risorgimento, Il Mulino, 2011, p. 134 e 136

Bibliografia

  • Alessandro Di Lorenzo, Enrichetta Di Lorenzo. Storia di una famiglia, in AA.VV., Note e documenti per la storia di Orta di Atella, Istituto di Studi Atellani, 2006
  • Dacia Maraini, La Coraggiosa Compagna di Pisacane. Enrichetta di Lorenzo, in AA.VV., Donne del Risorgimento, Il Mulino, 2011
  • Bruna Bertolo, Donne del Risorgimento, Le eroine invisibili dell'unità d'Italia, Ananke, 2011
  • Portale degli antenati ricerca Dionisio Lazzari stato civile ricostituito del regno di Napoli
  • Marseille archives ricerca nei registri dello stato civile del comune di Marsiglia

Collegamenti esterni