Enrico Accinni

militare e politico italiano (1838-1904)

Enrico Accinni (Napoli, 8 luglio 1838Roma, 24 maggio 1904) è stato un ammiraglio e politico italiano.

Enrico Accinni

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaXVII, XIX
Sito istituzionale

Senatore del Regno d'Italia
Legislaturadalla XX (nomina 9 dicembre 1898)
Incarichi parlamentari
Commissario di vigilanza al Fondo per l'emigrazione (25 giugno-27 novembre 1901)
Sito istituzionale
Enrico Accinni
NascitaNapoli, 8 luglio 1838
MorteRoma, 24 maggio 1904
Cause della mortenaturali
ReligioneCattolica
Dati militari
Paese servito Regno delle Due Sicilie
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Marina del Regno delle Due Sicilie
Marina dittatoriale siciliana
Regia Marina
Anni di servizio1853-1860 (Regno delle Due Sicilie)
1861-1902 (Regno d'Italia)
GradoViceammiraglio
GuerreTerza guerra d'indipendenza italiana
CampagneSpedizione dei mille
Campagna piemontese in Italia centrale
Comandante dicorvetta a ruote Governolo
incrociatore Cristoforo Colombo
Decorazionivedi qui
Studi militariScuola di marina di Napoli
dati tratti da Uomini della Marina 1861-1946 Dizionario Biografico[1]
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Biografia modifica

 
La pirofregata Governolo in navigazione

Nacque a Napoli l'8 luglio 1838.[1] Arruolatosi nella Regia Marina del Regno delle Due Sicilie, il 30 maggio 1853 iniziò a frequentare la Scuola di Marina di Napoli, da cui poi uscì con il grado di guardiamarina entrando in servizio effettivo. Divenuto alfiere il 2 gennaio 1859, l'anno successivo si dimise dai ruoli della marina del Regno delle Due Sicilie e fu posto a disposizione del governo dittatoriale di Giuseppe Garibaldi che lo inserì nei ruoli della propria marina con il grado di tenente di vascello il 18 agosto 1860.[1] Dopo aver partecipato alla campagna militare del 1859-1860, dopo la Proclamazione del Regno d'Italia transitò in servizio nella neocostituita Regia Marina.[1] La sua carriera militare proseguì senza intoppi, e promosso capitano di fregata il 5 settembre 1867 al comando della pirofregata a ruote Governolo eseguì una lunga missione in Estremo Oriente raggiungendo dapprima il Borneo,[N 1] poi la Cina e quindi il Giappone, navigando per circa 20.000 miglia, di cui la metà a vela.[1] Promosso capitano di vascello il 23 novembre 1876 comandò (1876-1877) la stazione navale del Mare della Plata nel corso di un periodo di forti tensioni tra l'Argentina e l'Uruguay.[1] Per questo fatto fu nominato Aiutante di campo onorario di S.M. il Re Umberto I il 14 marzo 1878. Assunto il comando dell'incrociatore Cristoforo Colombo portò a compimento un nuovo viaggio in Estremo Oriente tra il 1883 e il 1886 stipulando, insieme all'ambasciatore De Luca, un trattato di amicizia e commercio con la Corea.[N 2][1] Promosso contrammiraglio il 4 luglio 1886, ritornò in Italia nel 1887, per divenire Aiutante di campo generale effettivo di S.M. il Re (4 dicembre 1887-10 aprile 1892), e ricoprì gli incarichi di Membro del Consiglio superiore di marina tra il 10 agosto 1886 e il 6 febbraio 1887 e di Giudice effettivo del Tribunale supremo di guerra e marina dal 7 novembre 1886 al 17 aprile 1887.[1] Aiutante di campo generale onorario di S.M. il Re dal 10 aprile 1892, fu elevato al rango di viceammiraglio il 9 febbraio 1893, ed assunse il comando della Squadra navale.[1] Nel 1895, al comando di una potente formazione navale, fu inviato in Levante a seguito della strage degli Armeni, in quanto le grandi potenze stavano valutando una azione militare contro la Sublime porta.[1] Tra il 1893 e il 1902 fu Presidente del Consiglio superiore di marina. Deputato per le circoscrizioni di Grosseto e Gaeta, il 9 dicembre 1898 fu nominato senatore.[1] Lasciato il servizio attivo nel 1902, si spense a Roma il 24 maggio 1904.[1]

Commemorazione modifica

«Signori senatori! Con vivo dolore vi annuncio la morte del senatore Accinni, avvenuta qui in Roma alle ore 12 di questo medesimo giorno. Ne ricevo ora l'annuncio per telegramma. Io non sono in grado di parlarvi di lui come vorrei e forse dovrei. Questo solo so e credo di potere affermare (cosa d'altronde nota a tutti), che il senatore Accinni, il quale apparteneva al Senato fin dal 1898, era assiduo ai nostri lavori e fra i più operosi. Egli era entrato in posizione ausiliaria dopo aver servito fedelmente e nobilmente per il corso di lunghi anni. Occupò i gradi più alti della regia marina; giunse al supremo grado quando fu comandante di squadra all'estero. Il senatore Accinni anche recentemente tenne il grado di presidente del Consiglio superiore di marina, e cioè dal 16 ottobre 1898, quando passò in posizione ausiliaria. Egli ebbe anche il favore e l'onore di essere aiutante generale di Sua Maestà il Re per tutto il tempo che la legge lo consente, cioè dal 1887 fino al 1892. Egli era dunque un buono e valoroso soldato, un eccellente collega, amato generalmente da tutti, assiduo ai nostri lavori; e quindi, senza che io aggiunga altro, perché non saprei entrare in maggiori dettagli, credo che tutti vi assocerete a me nel mandare al defunto nostro collega l'ultimo nostro affettuoso saluto. (Approvazioni vivissime).
MIRABELLO, ministro della marina. A nome del Governo e coll'animo vivamente commosso, mi associo alle nobili parole pronunziate dall'illustre nostro Presidente in memoria del viceammiraglio Accinni testé defunto. Uomo di slancio e di gran cuore, prode soldato, marinaro valentissimo e perfetto gentiluomo, l'ammiraglio Accinni ha reso dei segnalati servizi alla marina, la quale con rammarico lo vide testé uscire, innanzi tempo, per sua volontà dai quadri del servizio attivo, ed ora ne apprenderà con vivo dolore e rimpianto la immatura fine. (Approvazioni).»

Onorificenze modifica

Italiane modifica

Straniere modifica

Note modifica

Annotazioni modifica

  1. ^ Allo scopo di individuare il luogo più adatto ad installarvi una colonia penale.
  2. ^ Tale trattato venne ratificato due anni dopo dal capitano di fregata Federico Cravosio.

Fonti modifica

Bibliografia modifica

  • Paolo Alberini e Franco Prosperini, Uomini della Marina 1861-1946 Dizionario Biografico, Roma, Ufficio Storico della Marina Militare, 2016, ISBN 978-88-98485-95-6.
  • Carlo Randaccio, Storia delle marine militari italiane dal 1750 al 1860 e della marina militare italiana dal 1860 al 1870 (2 volumi), Roma, Forzani, 1886.

Collegamenti esterni modifica

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