Enrico Borwin III

Signore di Rostock.

Enrico Borwin III (1220 circa – 1º agosto 1278) è stato un principe del Meclemburgo signore di Rostock.

Enrico Borwin III
Signore di Rostock
Stemma
Stemma
In carica1229/1230 - 1278
SuccessoreValdemaro di Rostock
Nascita1220 circa
Morte1 agosto 1278
Casa realeCasato di Meclemburgo
Religionecristiana

Enrico Borwin III era il terzo figlio maschio di Enrico Borwin II, signore di Meclemburgo. Alla morte del padre lui e i suoi fratelli gestirono congiuntamente il Meclemburgo per un primo periodo di tempo poi, intorno al 1230, procedettero alla spartizione del territorio. Da questa operazione, nota come prima partizione del Meclemburgo, Enrico Borwin III ricevette la Signoria di Rostock.[1]

Al momento della spartizione Enrico era ancora giovane per cui la Signoria di Rostock fu retta dal fratello Nicola I di Werle fino al 1236.[2]

Durante la signoria di Enrico III iniziarono i contrasti con le città di Rostock e Wismar.[3] Questo in quanto le suddette città, che erano diventate parte della Lega anseatica stavano acquistando notevole autonomia dalla signoria in quanto tutte le decisioni che riguardavano la città venivano prese dal consiglio comunale, formato da una cerchia esclusiva di famiglie facoltose e ricchi mercanti.

Nel 1237 Enrico sposò Sophie, forse figlia di Erik X di Svezia, da cui ebbe quattro figli:[4]

  • Giovanni (†1266), co-reggente con il fratello dal 1262;
  • Valdemaro, signore di Rostock;
  • Enrico, morto in giovane età;
  • Erico, morto in giovane età.

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Pribislavo di Meclemburgo Niklot  
 
 
Enrico Borwin I di Meclemburgo  
 
 
 
Enrico Borwin II di Meclemburgo  
 
 
 
 
 
 
 
Enrico Borwin III di Meclemburgo  
Carlo VII di Svezia Sverker I di Svezia  
 
Ulvhild Håkonsdotter  
Sverker II di Svezia  
Kristina Stigsdotter Hvide Stig Tokesen  
 
Margherita di Danimarca  
Kristina di Svezia  
 
 
 
 
 
 
 
 

Note modifica

  1. ^ Wieden, Op. citata, pag. 589
  2. ^ Wigger, Op. citata, pag 262
  3. ^ Herrlich, Op. citata, pag. 12-22
  4. ^ Wigger, Op. citata, pag 262-265

Bibliografia modifica

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