Enrico del Vasto

nobile siciliano
Disambiguazione – Se stai cercando il capostipite della famiglia dei Del Carretto, vedi Enrico I Del Carretto.

«E de' villaggi lombardi il G. Conte Ruggiero nominò primo conte Enrico figlio a Manfredi marchese di Lombardia e suo cognato, perché fratello alla moglie Adelaide, e anch' egli lombardo. Ad essi fu imposto il debito di fornire all'armata navale del regno uomini e danari, come il Gregorio ricorda.»

Enrico del Vasto, detto anche Enrico di Lombardia, Enrico di Savona, Enrico Aleramico, Enrico di Paternò, Enrico di Butera, Enrico di Policastro (Piemonte, ante 1079Sicilia, 1137), fratello minore di Adelaide del Vasto, fu capo degli Aleramici di Sicilia[2] e conte dei lombardi di Sicilia[3].

Enrico del Vasto
Stemma degli Aleramici
Conte di Policastro
In carica? –
1137
SuccessoreSimone del Vasto
Conte di Butera
In carica1089 –
1137
SuccessoreSimone del Vasto
Conte di Paternò
In carica1092 –
1137
PredecessoreFlandina d'Altavilla
SuccessoreSimone del Vasto
NascitaPiemonte, prima del 1079
MorteSicilia, 1137
DinastiaDel Vasto
PadreManfredi
ConsorteFlandina d'Altavilla
FigliSimone
Matilde
ReligioneCattolicesimo

Biografia modifica

 
Abbazia di Ferrania, Cairo Montenotte, Savona

Membro dei Del Vasto di discendenza aleramica, Enrico era fratello minore di Adelaide del Vasto, figlio di Manfredi, e nipote di Bonifacio del Vasto, marchese di Savona, della Liguria Occidentale e di ampi territori del Piemonte meridionale.

Enrico del Vasto compare nel 1097 assieme allo zio Bonifacio in una donazione alla canonica di Ferrania nella Val Bormida, nel retroterra savonese: Bonifacius marchio filius quondam Teutonis… marchio et Henrico nepos suus.[4]

Scese in Sicilia, dove risulta già personaggio di primo piano della corte normanna nel 1094,[5] dai grandi possedimenti familiari tra Piemonte e Liguria, con molti suoi conterranei della Marca Aleramica, per aiutare il condottiero normanno Ruggero nelle ultime fasi della guerra contro gli arabi per la conquista dell'isola. Questa gente aleramica al seguito di Enrico costituì la prima ondata migratoria di lombardi (in realtà, piemontesi e liguri, e in minor parte lombardi ed emiliani)[6] che ripopolarono alcuni centri della Sicilia occidentale e orientale tra l'XI e il XIII secolo.

I normanni incoraggiarono infatti una decisa politica d'immigrazione della loro gentes, francese e dell'Italia settentrionale, anche con la concessione di privilegi. L'obiettivo era quello di rafforzare il "ceppo franco-latino" che in Sicilia e in Calabria era minoranza rispetto ai più numerosi greco-bizantini e arabo-saraceni.[7]

In Sicilia scesero anche tre sorelle di Enrico. Adelaide, la più celebre, che sposò il gran conte Ruggero nel 1087 (o nel 1089) e divenne contessa di Sicilia; mentre le altre due sorelle sposarono i figli illegittimi di Ruggero, Giordano e Goffredo.

Enrico sposò Flandina, anche lei figlia di Ruggero ma nata dal matrimonio con Giuditta d'Evreux. Flandina era vedova del cavaliere normanno Ugo di Jersey, primo conte di Paternò, e così Enrico ricevette in feudo la contea di Paternò, alla quale si aggiunsero quella di Butera, sempre in Sicilia, e quella di Policastro tra Basilicata, Calabria e Campania meridionale. Proprio Paternò divenne il centro dei possedimenti degli Aleramici di Sicilia, un territorio discontinuo che si estendeva a sud in direzione di Catania, a sud ovest comprendeva Piazza Armerina, Aidone, Butera, Mazzarino, a nord ovest si estendeva fino a Nicosia, e a nord si allargava fino a Cerami, Capizzi e Randazzo.[8]

Enrico e Flandina ebbero due figli, Simone e Matilde. Simone del Vasto (o Simone d'Altavilla, o Simone di Butera) fu conte di Policastro e conte di Paternò. Alla morte del padre, Simone prese il suo posto come capo degli aleramici siciliani e dei lombardi di Sicilia.

Note modifica

  1. ^ Lionardo Vigo, Canti popolari siciliani, 1857, p. 48.
  2. ^ Aa.Vv., Archivio storico per la Sicilia orientale, Volume 11, Società di storia patria per la Sicilia orientale, Editore La Società, Palermo 1914, p. 156.
  3. ^ Guido Di Stefano, Monumenti della Sicilia normanna, Monumenti ed artisti di Sicilia, Curatore Wolfgang Krönig, Edizione II, Dario Flaccovio Editore, Palermo 1979, p. 126.
  4. ^ Armando Tallone, Regesto dei documenti dei marchesi di Saluzzo (1091-1340), I, p. 1/
  5. ^ R. Pirro, Sicilia Sacra, (a cura di A. Mongitore), Palermo 1733, notitia IV, p. 771, col. 2.
  6. ^ Vincenzo D'Alessandro, Servi e liberi in Uomo e ambiente nel Mezzogiorno normanno-svevo, Edizioni Dedalo, Bari 1989, p. 312.
  7. ^ «Ruggero I veniva insediando gli immigrati in una zona della Sicilia gravitante intorno all'Etna, zona che stava a cavaliere tra l'area occidentale abitata da Arabi e quella orientale popolata da Greco-Bizantini. Era suo interesse legare alla dinastia e ai conquistatori franco-normanni l'affine elemento italico, in cui primeggiavano i del Vasto, e fare di questi elementi etnici di origine latino-germanica un contrappeso agli altri due elementi, l'arabo e il greco, esistenti nell'isola». E. Pontieri da Adelasia del Vasto, ad vocem, Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani.
  8. ^ Salvatore Tramontana, Popolazione, distribuzione della terra, classi sociali nella Sicilia di Ruggero il Gran Conte in A.a.V.v. Ruggero il gran conte e l'inizio dello stato normanno, Volume 2, Edizioni Dedalo, Bari 1991, p. 234.

Bibliografia modifica

  • Carlo Alberto Garufi, Gli Aleramici e i Normanni in Sicilia e nelle Puglie, in Centenario della nascita di Michele Amari, I, Palermo 1910

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