L'Epitaphios (Greco: Ἐπιτάφιος, epitáphios, o Ἐπιτάφιον, epitáphion; Slavonico: Плащаница, plashchanitsa; Arabo: نعش, naash) è un'icona, che oggi più spesso si trovano in un grande panno, ricamato e spesso riccamente ornato, che viene utilizzato durante la Liturgia del Venerdì Santo e Sabato Santo nelle Chiese orientali ortodosse e nelle Chiese orientali cattoliche che seguono il rito bizantino. Esiste anche in forma dipinta o mosaico, su parete o pannello.

Questa voce è parte della serie
Oriente cristiano

Cristo Pantocratore nella basilica di Santa Sofia in Istanbul.

Riti liturgici
Portale Cristianesimo
Epitaphion del XVII secolo della chiesa Fëdorovskaja a Jaroslavl'

L'Epitaphios è anche una comune forma abbreviata di Epitáphios Thrēnos, la "Lamentazione sulla Tomba" in Greco, che è la parte principale del servizio religioso del Mattutino del Sabato Santo, officiato la sera del Venerdì Santo.

Etimologia modifica

La parola Epitáphios è composta dal Greco επί, epí, "su" o "sopra", e τάφος, táphos, "fossa" o "tomba".

Iconografia modifica

 
Epitaphios ricamato a mano (Plashchanitza) in posizione orizzontale.

L'icona raffigura Cristo dopo che è stato levato dalla croce, supino, mentre si sta preparando il suo corpo per la sepoltura. La scena è tratta dal Vangelo di San Giovanni Apostolo (Giovanni 19:38-42|VSG). Mostrata intorno a lui, e in lutto per la sua morte, potrebbe essere sua madre (la Theotókos o Beata Vergine Maria); Giovanni il discepolo prediletto; Giuseppe di Arimatea; e Maria Maddalena, così come gli angeli. Possono anche essere illustrati Nicodemo e altri[1]. Spesso i Quattro Evangelisti saranno raffigurati negli angoli. A volte, il corpo di Cristo appare da solo, tranne che per gli angeli, come se si trovasse in quel posto[2]. La più antica icona superstite ricamata, circa del 1200 (Venezia) è in questa forma. I soggetti equivalenti in Occidente sono chiamati "L'unzione del corpo di Cristo", o Compianto sul Cristo morto (con un gruppo presente), o la Pietà, con un solo Cristo tenuto da Maria.

 
Epitaphios dipinto da Viktor Vasnetsov, 1896 (Museo russo, San Pietroburgo).

L'immagine può essere ricamata o dipinta su tessuto o qualche altro substrato, che viene poi montato in un bordo di telo largo (bordeaux è il colore più comune) spesso con bordo frangiato in oro. Di solito il troparion del giorno è ricamato a lettere d'oro attorno ai bordi dell'icona:

Il Nobile Giuseppe, deponendo il Tuo Corpo purissimo dalla Croce, lo ha avvolto in un lenzuolo pulito, con spezie dolci, e lo ha deposto in un sepolcro nuovo.

Nel tardo periodo bizantino, l'icona raffigurante la sepoltura di Gesù è stata comunemente dipinta sotto un Cristo Pantocratore nell'abside della prothesis (il luogo del presbiterio[3] in cui viene effettuata la preparazione della liturgia nella Chiesa ortodossa orientale e nella Chiesa cattolica orientale), che illustra un inno liturgico che celebra Cristo "sul trono di sopra e nella tomba sotto".[4] L'icona, in particolare una versione su pannello di mosaico portato a Roma, probabilmente nel XII secolo, sviluppata in Occidente col soggetto Cristo dolente, era enormemente popolare nel tardo Medioevo, anche se l'immagine mostra un Cristo vivo, normalmente con gli occhi aperti.

Uso in Liturgia modifica

 
Un Epitaphos posto sulla sacra mensa in una Chiesa greco-cattolica ucraina San Giuseppe dei promessi Sposi a Chicago.

L'Epitaphios è usato negli ultimi due giorni della Settimana Santa nel rito bizantino, come parte delle cerimonie per la morte e la risurrezione di Cristo. Viene poi posto sulla "Sacra Mensa" (altare), dove rimane per tutto il periodo pasquale.

Epitaphios della Theotokos modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Dormizione di Maria.
 
Mosaico della Dormizione di Maria, XIV secolo (Chiesa di Chora, Costantinopoli).

Esiste anche un Epitaphios della Theotókos (Maria, madre di Gesù). Anche questa è l'icona di un panno ricamato, ma che rappresenta invece il corpo della Theotokos che giace supina[5]. Questo è usato in occasione della festa della Dormizione della Theotokos il 15 agosto, conosciuta in occidente come la Assunzione di Maria. L'Epitaphios della Theotokos è usato con corrispondenti inni di doglianza, posto in una bara[6] e portato in processione nello stesso modo come l'Epitaphios di Cristo, anche se non è mai posto sulla Sacra Mensa.

Il Rito della "sepoltura della Theotokos" è iniziato a Gerusalemme, e da lì si è diffuso in Russia, dove è stato utilizzato nella Cattedrale Uspensky (Dormizione) a Mosca. Il suo uso si è lentamente diffuso tra la Chiesa ortodossa russa, anche se non è affatto una officiatura standard in tutte le parrocchie, o anche nella maggior parte delle cattedrali o monasteri. A Gerusalemme, il servizio liturgico è cantato durante la veglia notturna della Dormizione di Maria. In alcune chiese e monasteri russi, è svolto il terzo giorno dopo la Dormizione.

Note modifica

  1. ^ Copia archiviata, su easternchristiansupply.biz. URL consultato il 27 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2007).
  2. ^ Copia archiviata (JPG), su shroudforum.com. URL consultato il 27 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2006).
  3. ^ Tradizionalmente, nelle chiese ortodosse, l'intero presbiterio è detto "Altar", l'altare in se stesso è definito "sacro tavolo" o "trono".
  4. ^ G Schiller, Iconography of Christian Art, Vol. II,1972 (trad. in inglese dal tedesco), Lund Humphries, London, p.199, ISBN 0853313245
  5. ^ Copia archiviata (JPG), su uncutmountainsupply.com. URL consultato il 27 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2007).
  6. ^ [1][collegamento interrotto]

Bibliografia modifica

  • Ignazio Guidi, Raccolta di scritti 1: Oriente cristiano, Istituto per l'oriente Ed., 1945
  • Atti del convegno internazionale sul tema: L'oriente cristiano nella storia della civiltà: Roma, 31 marzo-3 aprile 1963 - Firenze, 4 aprile 1963, Roma, Accademia nazionale dei Lincei, 1964
  • Vincenzo Poggi, L´Oriente cristiano: Panorama delle Chiese cristiane in Asia e in Africa, Edizioni Studio Domenicano, 2005, ISBN 978-88-7094-557-7
  • Riccardo Pane, L'Oriente cristiano - La Chiesa armena, Edizioni Studio Domenicano, 2005, ISBN 88-7094-560-X

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica