Ernesto Invernizzi

imprenditore italiano

Ernesto Invernizzi (Como ?, 1852Caslino d'Erba, 28 luglio 1929) è stato un imprenditore italiano.

Biografia modifica

La famiglia di Giovanni Battista Invernizzi (1805-1857), padre di Ernesto, possedeva una filanda a Caslino d'Erba, in provincia di Como. Morta la moglie, Giovanni Battista si risposò, a gennaio 1851, a Caslino d'Erba, con Margherita Tavecchio, una ragazza molto più giovane di lui, da cui ebbe due figli: Enrico e Ernesto. Diventata vedova, Margherita contrasse matrimonio con il capitano garibaldino Angelo Rossy che combatté nel 1860 a Milazzo. Anche due fratellastri di Ernesto, volontari garibaldini, parteciparono alla battaglia di Milazzo: Ignazio (1834-1898), che poi entrò in magistratura[1] e Vincenzo (1844- ).

Rimasto orfano, Ernesto Invernizzi - con suo fratello Enrico - si trasferì a Milano, dove lavorò come arrotino in una officina che produceva coltelli. Emigrato a Parigi nel 1874, trovò un impiego nella fabbrica di strumenti chirurgici Collin,[2] la cui fondazione risaliva all'epoca della rivoluzione francese. A Parigi entrò in contatto con studenti e professori della Sorbonne, tra cui il chirurgo italiano Francesco Durante che, chiamato a Roma a dirigere la clinica chirurgica, gli propose di seguirlo e di realizzare gli strumenti chirurgici che gli erano necessari. Gli mise a disposizione alcuni locali nel seminterrato della clinica chirurgica, che allora era in via Garibaldi.[3]

Trasferita la clinica al corso, Ernesto Invernizzi aprì un negozio in corso Umberto I, n. 47-49, dove commerciava al dettaglio i suoi prodotti e anche strumentario fabbricato da altri. L'officina la trasferì in via Castro Pretorio. La ditta si espanse e in breve tempo fornì strumenti medici e chirurgici alle più importanti strutture ospedaliere italiane.[4] Ernesto Invernizzi divenne anche fornitore della Real Casa, di ministeri[5] e di cliniche, della Croce Rossa Italiana, dei Cavalieri di Malta, delle Ferrovie dello Stato, di ospedali militari, di luoghi pii, di studi medici privati.[6]

Ernesto Invernizzi comprò dai cugini Invernizzi la filanda; acquistò un terreno al centro di Caslino d'Erba, con una vecchia casa, e vi costruì una nuova casa e a Caslino aprì la sua officina, dove produceva strumenti chirurgici. Il conferimento della onorificenza di Cavaliere del Lavoro, nel 1909, testimonia il suo passaggio dall'artigianato all'industria.

Della stima tributata da chirurgi ad Ernesto Invernizzi abbiamo testimonianze, come questa: «L'osteoclaste Robin[7] [...] si costruisce esattamente dal bravo fabbricante d'istrumenti di chirurgia, Cav. Ernesto Invernizzi di Roma.»[8]

Alle origini della riabilitazione ortopedica modifica

Il 1 marzo 1896, durante la battaglia di Adua, caddero circa cinquemila soldati italiani. Agli àscari eritrei prigionieri - guerrieri indigeni che appartenevano all'Esercito italiano - per punizione furono amputati la mano destra e il piede sinistro, per impedir loro di imbracciare il fucile, di camminare e di montare a cavallo. Fu chiamato ad Asmara Ernesto Invernizzi, che arrivò insieme al suo capotecnico e a tre operai, portando il materiale idoneo a fabbricare protesi di piede e di mano per gli ascari mutilati.[9] Un disegno illustra il momento in cui Ernesto Invernizzi prova una protesi di gamba, del tipo "Beaufort", su un arto amputato. L'immagine è stata pubblicata sulla copertina de La Tribuna, Supplemento illustrato della domenica, 14 giugno 1896. All'ospedale di Asmara furono scattate fotografie di Ernesto Invernizzi tra gli Ascari.

Nel 1903 la società Cav. Ernesto Invernizzi, per l'industria degli strumenti chirurgici ed ortopedici, risultava costituita da questi soci: Ernesto Invernizzi, Marco Carpani, Luigi Salvini, Eugenio Sabatini e Vittorio Zambra.[10]

Ernesto Invernizzi sposò Maria Cleofe Tradigo (1858-1900). Dal 1892, nella conduzione dell'azienda, fu affiancato da Vittorio Zambra - suo nipote e anche suo genero, per aver sposato sua figlia maggiore Margherita - che lo aiutò ad ampliare la società e a strutturarla la nella forma giuridica di società anonima. Dopo la morte di Ernesto Invernizzi, Vittorio Zambra portò avanti l'azienda, fino alla morte, nel 1950, quando la direzione passò ai suoi nipoti Claudio e Vittorio Della Valle, figli della sua unica figlia Maria Cleofe, che aveva sposato il geografo Carlo Della Valle.

A Milano, alla Fondazione Pirelli si conserva un carteggio fra Ernesto Invernizzi e Giovanni Battista Pirelli i quali, oltre ad avere rapporti di lavoro, erano anche colleghi poiché, in anni diversi, erano stati nominati Cavalieri del Lavoro in rappresentanza della Lombardia.

Cataloghi modifica

  • Ernesto Invernizzi, Catalogo generale di strumenti chirurgici ed apparecchi ortopedici, Roma, Stab. Tip. G. Civelli, 1894.
  • Società anonima Ernesto Invernizzi, Cinquantenario dalla fondazione 1879-1929: Catalogo generale: strumenti chirurgici, apparecchi ortopedici, vetrerie ed apparecchi per igiene e bacteriologia, mobili e arredi sanitari, Roma, Arti grafiche umbre, 6 edizione, 1930, SBN IT\ICCU\UMC\0876540.
 
Aspiratore di sostanze con aghi, Inghilterra, 1870-1910

Onorificenze modifica

— 30 dicembre 1909[11]

Note modifica

  1. ^ Sono state pubblicate cinque sue lettere, scritte nel 1860 dalla Sicilia, accompagnate dalla biografia. Cinque lettere di un garibaldino lombardo dalla Sicilia, in Archivi di Lecco: rassegna trimestrale di studi sulla storia, l'arte, il folclore, la vita del territorio lecchese, VI, n. 4, Lecco, Associazione Giuseppe Bovara, ottobre-dicembre 1983, pp. 702-717, SBN IT\ICCU\LO1\0012260.
  2. ^ Collin ideò la pinza Collin, uno strumento impiegato nella chirurgia toracica, per afferrare con delicatezza il parenchima polmonare, senza arrecare traumi.
  3. ^ «Ernesto Invernizzi, per la esecuzione di opere attinenti alla permuta della forza motrice nell'Istituto chirurgico in via Garibaldi.», in: Gazzetta ufficiale del regno d'Italia, vol. 4, Torino, Tip. Favale, 1895, p. 6568, SBN IT\ICCU\RAV\0106503.
  4. ^ «ERNESTO INVERNIZZI. Il Fonendoscopio, applicato alle scienze mediche, serve indistintamente per l'ascoltazione di tutti i suoni spontanei o provocati che si svolgono nell'organismo umano.», in: Il policlinico. Sezione medica, Roma, Società editrice Dante Alighieri, 1897, SBN IT\ICCU\CFI\0397627.
  5. ^ "Invernizzi Ernesto fu Giovanni Battista a Roma: «Nuova pinza per togliere e raddrizzare i punti per la sutura metallica della pelle», richiesto il 2 febbraio 1903, per un anno." in: Italia: Ministero di agricoltura, industria e commercio, Bollettino ufficiale del Ministero d'agricoltura, industria e commercio, Roma, G. Bertero e C, 1903, SBN IT\ICCU\MIL\0254972. p. 921.
  6. ^ Invernizzi2.
  7. ^ L'osteoclaste serve a produrre una frattura sottocutanea, per correggere una deformità: è un'operazione ortopedica incruenta, indicata negli incurvamenti rachitici delle ossa degli arti, nel ginocchio varo o valgo, nel piede varo o valgo, e nelle deformità conseguenti a fratture consolidate con callo vizioso.
  8. ^ Gazzetta degli ospitali: officiale per la pubblicazione degli atti del Consiglio degli Istituti ospitalieri di Milano, Milano, F. Vallardi, 1888, SBN IT\ICCU\UM1\0003666.
  9. ^ «[...] Si specializzò nella produzione di strumenti chirurgici e affini, a quel tempo tutti importati, nonostante l'antichissima tradizione dei coltellinai italiani e il primo banco di prova fu la fornitura di arti artificiali per 400 mutilati nella battaglia di Adua.»Castagnoli-Scarpellini,  p. 92.
  10. ^ L'industria: rivista tecnica ed economica illustrata, Milano, Tip. Bernardoni di C. Rebeschini e C., 1903, p. 670, SBN IT\ICCU\TO0\0636445.
  11. ^ Dal sito della Federazione Nazionale dei Cavalieri del lavoro: «[...] Invernizzi cominciò a lavorare in una fabbrica di coltelli a Milano, dove orfano si era trasferito da Como. Frequentò le scuole serali. Si recò all'estero per apprendere tutti i segreti per la fabbricazione degli strumenti chirurgici, che l'Italia allora importava da altre nazioni. Con un modesto capitale impiantò a Roma un piccolo laboratorio, che in quattro anni si affermò per la bontà della sua produzione. Dopo la disastrosa battaglia di Adua fu incaricato dal Governo di fabbricare gli arti per ben 400 mutilati.»

Bibliografia modifica

  • Adriana Castagnoli, Emanuela Scarpellini, Storia degli imprenditori italiani, Torino, Einaudi, 2003, SBN IT\ICCU\UBO\2308000.
  • Robert Manske, Brent Brotzman, La riabilitazione in ortopedia, Milano, Edra Masson, 2014, SBN IT\ICCU\UBO\4103958. Edizione italiana a cura di Paolo Pilastrini; presentazione di Adriano Ferrari.