Eteocle

re di Tebe nella mitologia greca, figlio di Edipo e Giocasta, fratello di Polinice
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Eteocle (figlio di Evippe).

Eteocle (in greco antico: Ἐτεοκλῆς?, Eteoklḕs) è un personaggio della mitologia greca, primogenito di Edipo.

Eteocle
Eteocle e Polinice di Giovanni Silvagni, 1800 ca.
SagaCiclo Tebano
Nome orig.Ἐτεοκλῆς (Eteoklés)
Lingua orig.Greco antico
Caratteristiche immaginarie
Specieumano
Sessomaschio
Professionere di Tebe

Il mito modifica

Dopo che Edipo si fu accecato ed ebbe lasciato Tebe,[1] il titolo di sovrano passò provvisoriamente a Creonte, fratello di Giocasta, moglie di Edipo. Tuttavia quando i due figli maschi di Edipo, Eteocle e Polinice, raggiunsero l'età per regnare, si pose il problema di chi sarebbe stato il successivo re di Tebe, poiché i due erano entrambi decisi a diventare re. Alla fine si giunse ad un compromesso: i due si sarebbero alternati sul trono, un anno a testa. Il primo a diventare sovrano fu Eteocle, ma, allo scadere del proprio anno, egli si rifiutò di cedere il titolo, rompendo l'accordo. Polinice si recò quindi ad Argo, dove regnava Adrasto, che accettò di allearsi con Polinice e muovere il proprio esercito contro Tebe per metterlo sul trono.

Inoltre, sui due fratelli gravava una maledizione lanciata dal padre Edipo: poiché né Eteocle né Polinice si erano opposti all'esilio del padre da Tebe, Edipo aveva affermato che i due fratelli sarebbero stati destinati a darsi la morte l'un l'altro. Essi quindi temevano che la profezia potesse avverarsi.

Quando arrivò la battaglia, la sorte volle che i due fratelli si incontrassero uno di fronte all'altro, davanti alla settima porta di Tebe.[2] Alla fine, come profetizzato da Edipo, i due si diedero la morte l'un l'altro. Al corpo di Eteocle furono tributati gli onori di difensore della città, mentre quello di Polinice fu lasciato insepolto, per ordine del re Creonte.

Secondo altre versioni del mito, invece, i due vennero cremati, ma quando vennero posti insieme sul rogo, tanto era l'odio che li aveva caratterizzati in vita che le fiamme del rogo si divisero in due.[3]

Collegamenti con la cultura ittita modifica

Alcuni studiosi (a partire dall'ittitologo svizzero Emil Forrer nel 1924) hanno accomunato la figura di Eteocle a quella di Tawagalawa, un personaggio noto nelle fonti Ittite come sovrano degli Ahhiyawa[4], popolazione che si tende a identificare con gli Achei.

Tawagalawa è presente (seppur marginalmente) nella lettera di Tawagalawa[5], nella quale sarebbe indicato come Grande Re, "fratello" del gran re acheo destinatario della missiva di cui si ignora il nome; nella missiva, il re ittita invoca l'aiuto di Tawagalawa nel contrasto (databile con molta approssimazione alla prima metà del XIII secolo a.C.) contro Piyama-Radu (nome che evoca il Priamo, re della Troia omerica), alleato degli Ahhiyawa e usurpatore della città di Wilusa (Ilios-Troia) di cui i sovrani ittiti vorrebbero l'estradizione.

Da questa fonte sembrerebbe che i due sovrani Ahhiyawa controllino Milawanda/Mileto, dove hanno insediato un sovrano, tale Atpa, genero di Piyama-Radu.

Genealogia modifica


Note modifica

  1. ^ Secondo un'altra versione del mito, Edipo non abbandonò la città dopo essersi accecato, ma si rinchiuse in una delle camere più remote del palazzo.
  2. ^ Tebe era famosa per le proprie sette porte, sicché ad ognuna di esse era stato assegnato un guerriero sia dell'esercito di Eteocle, sia di quello di Polinice, allo scopo di controllarla. Davanti alla settima porta si erano incontrati proprio i due fratelli.
  3. ^ L'episodio verrà successivamente ripreso da Dante nel XXVI canto dell'Inferno per descrivere la fiamma biforcuta in cui si trovano Ulisse e Diomede.
  4. ^ Entità ancora non chiaramente identificata; molti autori la ritengono Micene o una coalizione di stati micenei facenti capo magari proprio a questa città; tra questi G. M. Beckman, T. Bryce ed E. H. Cline, pp. 2-7, 2011. Joachim Latacz invece propone Tebe (J. Latacz, p. 240 e seg., 2004).
  5. ^ Tawagalawa è indicato come fratello dell'attuale Re di Ahhiyawa, destinatario della lettera: non è chiaro se Tawagalawa fosse il predecessore dell'attuale sovrano di Ahhiyawa o il sovrano di un differente regno miceneo/Ahhiyawa coevo del fratello. Si vedano J. L. Miller, pp. 159-167, 2010, e P. Taracha, pp. 15-17, 2018.

Bibliografia modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN307461809 · LCCN (ENno2014020769 · BNF (FRcb150828277 (data) · J9U (ENHE987007326438105171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2014020769
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