Fabiola o la Chiesa delle catacombe

romanzo scritto da Nicholas Wiseman

Fabiola o la Chiesa delle catacombe è un romanzo storico scritto nel 1854 dall'allora arcivescovo di Westminster, poi cardinale Nicholas Wiseman, un religioso di origine irlandese nato a Siviglia.

Fabiola o la Chiesa delle catacombe
Titolo originaleFabiola or, the Church of the Catacombs
AutoreNicholas Patrick Stephen Wiseman
1ª ed. originale1854
Genereromanzo
Sottogenerestorico
Lingua originaleinglese

Introduzione modifica

L'opera fu composta con l'intento di sensibilizzare alla fede cattolica i lettori, in particolar modo quelli di cultura inglese. Infatti, il Wiseman venne nominato da Pio IX arcivescovo di Westminster, col compito di accrescere e fortificare la comunità cristiana inglese radunata intorno all'Arcidiocesi di Westminster. Nel romanzo si evidenzia infatti l'eroismo dei martiri della persecuzione dioclezianea, e il tema principale è rappresentato dalla progressiva conversione al cristianesimo della protagonista Fabiola, una santa - in realtà vissuta e morta sotto Teodosio I - che viene ricordata come fondatrice del primo ospedale per i poveri.

Il romanzo, frutto di numerose ricerche compiute dal Wiseman, è un'ottima fonte di documentazione sui costumi dei primi cristiani, pur contenendo luoghi comuni (l'ebreo della storia, Efraim, è dipinto quale usuraio senza scrupoli) e l'inesatta teoria (smentita dagli attuali studiosi) che i Re Magi fossero quattro, in quanto, avendo il Wiseman notato un'antica figura cristiana, scambiò insieme a molti San Giuseppe per un fantomatico quarto magio, tanto che sul frontespizio dell'edizione inglese del romanzo venne raffigurata l'immagine in questione.

Molti sono inoltre i moniti al lettore che esaltano e lodano la Chiesa e la sua opera salvifica.

Il libro modifica

La trama modifica

Il romanzo inizia nella Roma del 302 per concludersi nel 318, in modo da abbracciare l'intera persecuzione di Diocleziano e gli anni immediatamente successivi al cosiddetto "Editto di Milano" (erroneamente attribuito a Costantino I nel 313).

Incontriamo subito un personaggio minore del romanzo, la matrona Lucina, madre del giovane Pancrazio (ispirato al personaggio di San Pancrazio martire) e vedova di un martire, di cui conserva una spugna imbevuta nel suo sangue. Pancrazio torna a casa fiero ma debolmente turbato: un suo compagno di studi, Corvino, figlio del prefetto di Roma, lo ha profondamente offeso. Corvino ha scoperto che Pancrazio è cristiano e non vede l'ora di rifarsi sul suo compagno, che ha la sola colpa di essere migliore di Corvino nello studio. Lucina e Pancrazio si consolano a vicenda: proprio quel giorno Pancrazio riceve in dono dalla madre la spugna col sangue del martire. Piangendoci sopra, Pancrazio la rende di nuovo molle e "viva", simbolo della tenacia con cui egli difende la fede.

Solo nel terzo capitolo conosciamo Fabiola, una ventenne bella e corteggiata quanto viziata figlia di Fabio, un mercante che trae tutte le sue fortune dal monopolio dei traffici con l'Asia. Fabiola ha tre schiave: Graia, di origine greca; Jubala detta Afra, di origini africane e Sira, originaria del Medio Oriente. Sira, cristiana, ha come intento la conversione della sua padrona, anche se questa è talvolta vendicativa e crudele con le sue schiave. Parlando come al solito con Sira, Fabiola la sente affermare l'uguaglianza di tutti gli uomini. Sentitasi offesa, la punisce con uno stiletto (arma che le romane utilizzavano per ferire le schiave appena volessero), ferendola gravemente. Sira viene difesa da Agnese, una ricca fanciulla romana già cristiana, poi santa, che invano le offre di prenderla al suo servizio. Ad una cena organizzata da Fabio viene introdotto un personaggio arrivato dall'Oriente, Fulvio. Questi si allea con Corvino in chiave anticristiana. Dopo varie vicissitudini (in cui compariranno e cadranno santi quali Sebastiano, San Cassiano, Cecilia e Tarcisio), Fabiola si convertirà al Cristianesimo e diventerà amica di Sira, che morirà di tisi, dopo aver rivelato a Fabiola di chiamarsi in realtà Miriam e di essere la sorella di Fulvio (che in realtà si chiama Oronzio).

Il libro si conclude con Oronzio che riparte verso il deserto, poiché dopo essere stato battezzato (aveva già ricevuto dalla madre i rudimenti della religione) è diventato un monaco cenobita nel deserto vicino Gaza.

I personaggi modifica

  1. Fabiola, ispirata al personaggio di santa Fabiola;
  2. Pancrazio, ispirato al personaggio di san Pancrazio martire;
  3. Sira, alias Miriam, sorella di Fulvio-Oronzio, schiava di Fabiola;
  4. san Sebastiano;
  5. sant'Agnese;
  6. santa Cecilia;
  7. san Tarcisio;
  8. Cassiano, ispirato alla figura di san Cassiano da Imola;
  9. Fulvio, alias Oronzio, fratello di Sira-Miriam;
  10. Corvino, figlio di Tertullo;
  11. Tertullo, prefetto di Roma;
  12. Massimiano, tetrarca d'Occidente;
  13. Afra, alias Jubala, schiava di Fabiola;
  14. Graia, schiava di Fabiola;
  15. Torquato, apostata;
  16. Lucina, madre di Pancrazio.

Impatto modifica

  • La figura di San Tarcisio piacque molto ai lettori del libro, tanto da farne ritornare in auge il culto.
  • Il nome Fabiola, grazie all'opera di Wiseman, ebbe una grande diffusione, che valse al nome l'entrata in tutti i libri onomastici.

Adattamenti modifica

Dal romanzo sono stati tratti due film omonimi, uno del 1918 di Enrico Guazzoni e uno del 1949 di Alessandro Blasetti. In precedenza ne era stata girata una versione dal titolo di San Sebastiano (1911). Nel 1960 il romanzo è stato adattato come il peplum La rivolta degli schiavi, con Rhonda Fleming; nel cast anche Gino Cervi, che era già apparso anche nel Fabiola del 1949.

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