La fede di sanità era un documento attestante che una persona aveva completato la quarantena o era altrimenti nota per non essere infettiva. L'esibizione di tale documento consentiva al possessore di poter viaggiare liberamente durante le epidemie come la peste.

fede di sanità durante la peste, 1611

Storia modifica

Nel 1577, i Provveditori alla Sanità della Repubblica di Venezia ordinavano pene drastiche per chi entrava in città da luoghi infetti o sospetti con fedi di sanità fraudolente e senza aver fatto la debita quarantena. Dopo Venezia anche Verona emise la fede si sanità rilasciata dai Provisores Sanitatis Veronex (Provveditori veronesi della Sanità). Tale fede, se emessa a Verona, portava la dicitura: “Si partono da [luogo di partenza], Territorio di Verona, libero (per l’Iddio gratia) da ogni sospetto di mal, per andar à [luogo di destinazione]

Dal 1600 vari stati italiani emisero le loro fedi di sanità.

All'ingresso delle città durante le epidemie i controlli venivano effettuati prima di accedere tramite le porte cittadine e la fede di sanità doveva sempre essere esibita per poter ottenere un alloggio a chiunque offrisse ospitalità.

Caratteristiche modifica

La fede di sanità, vero e proprio passaporto sanitario e che “faceva fede” ossia certificava lo stato di salute di cui godeva il paese di partenza del viaggiatore e di conseguenza il viaggiatore stesso, erano il più delle volte piccoli e semplici foglietti manoscritti compilati da un impiegato del comune e dovevano riportare le caratteristiche somatiche della persona cui erano rilasciate, insieme ad ogni altro elemento utile per una sicura identificazione.

Bibliografia modifica

  • Venezia e la peste, catalogo, Marsilio editore

Collegamenti esterni modifica