Federico Baistrocchi

militare e politico italiano

Federico Baistrocchi (Napoli, 9 giugno 1871Roma, 31 maggio 1947) è stato un generale e politico italiano. Sottosegretario alla guerra, fu senatore del Regno d'Italia nella XXX legislatura.

Federico Baistrocchi

Sottosegretario di Stato al Ministero della Guerra
Durata mandato22 luglio 1933 –
7 ottobre 1936
PredecessoreAngelo Manaresi
SuccessoreAlberto Pariani
LegislaturaXXIX
Incarichi parlamentari
  • XXVIII Legislatura
    Commissione per l'esame dei bilanci e dei rendiconti consuntivi nella giunta generale del bilancio (2 maggio 1929-29 luglio 1933)

Deputato del Regno d'Italia
Durata mandato24-5-1924 –
2-3-1939
LegislaturaXXVII, XXVIII, XXIX
CollegioUnico nazionale (Campania)
Unico nazionale
Incarichi parlamentari
  • XXVIII Legislatura
    Commissione per l'esame dei bilanci e dei rendiconti consuntivi nella giunta generale del bilancio (2 maggio 1929-29 luglio 1933)
Sito istituzionale

Senatore del Regno d'Italia
LegislaturaXXX
Tipo nominaCategoria: 14
Incarichi parlamentari
  • Commissione delle forze armate (17 aprile 1939-5 agosto 1943)
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studioScuola militare
ProfessioneMilitare
Federico Baistrocchi
NascitaNapoli, 9 giugno 1871
MorteRoma, 31 maggio 1947
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armata Regio Esercito
Armaartiglieria
GradoGenerale d'armata
GuerreGuerra italo-abissina
Guerra italo-turca
Prima guerra mondiale
BattaglieBattaglia di Caporetto
Comandante diCapo di stato maggiore del Regio Esercito
Corpo d'armata di Verona
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino
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Biografia modifica

Federico nacque a Napoli dove il padre Achille Baistrocchi, Generale dei Bersaglieri sposò Elvira Santamaria Nicolini, una discendente di una nota famiglia di giureconsulti locali. Studiò al Collegio militare della Nunziatella di Napoli e passò successivamente alla Regia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino, dove nel 1889 uscirà con il grado di sottotenente di artiglieria; nel 1896 combatté nell'ultima fase della guerra italo-abissina mentre nel 1912 partecipò alla guerra italo-turca dove fu promosso maggiore ed ottiene per meriti di guerra la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia. Con la signora Elvira Nicolini ha due figli, Umberto Baistrocchi e Adriana Baistrocchi.

Prima guerra mondiale modifica

Nella prima guerra mondiale prestò servizio in Albania al comando di un raggruppamento d'artiglieria fino al 1916. Rientrato in Italia col grado di tenente colonnello, operò in Vallarsa e sul Pasubio, dove incaricò il matematico Mauro Picone di redigere nuove tavole di tiro per le artiglierie pesanti in montagna. Successivamente fu assegnato al fronte dell'Isonzo: durante la ritirata di Caporetto i suoi artiglieri si distinsero perché trasportarono i loro pezzi, quaranta batterie circa, dalla Bainsizza fino al fiume Tagliamento ma che dovettero abbandonare ai ponti perché fatti saltare in precedenza. Nel corso della battaglia di Vittorio Veneto con il grado di Brigadier generale era comandante dell'artiglieria della 7ª Armata delle Giudicarie.[1]

Alla fine del conflitto, dove era stato decorato con tre Medaglie d'argento al valore militare, fu inviato in Libia per tutto il 1919.[2]

Nel fascismo modifica

Nell'ottobre 1922, in prossimità della marcia su Roma, assicurò a Mussolini che la piazza di Napoli, del quale era comandante, non sarebbe intervenuta contro di lui durante l'adunata fascista nella città partenopea. Nel 1924 venne eletto alla Camera dei deputati nella XXVII legislatura per il PNF (primo eletto) in Campania, e confermato nel 1929 nella XXVIII legislatura e nel 1934 nella XXIX.[3] Nel 1926 fu promosso generale di divisione e quando nel 1931 divenne generale di corpo d'armata, fu inviato a Verona per assumere il comando del Corpo d'armata ivi stanziato.

 
Il generale Baistrocchi, il prefetto Olivieri ed altre autorità visitano il 157º Reggimento fanteria "Liguria" a Sarnano, 22 luglio 1934

Nel luglio 1933 Mussolini assunse anche il Ministero della Guerra, e Baistrocchi assunse l'incarico di Sottosegretario di Stato, con l'obiettivo di iniziare un "programma di ammodernamento delle Forze armate"[4] che prevedeva: l'istituzione del premilitare e postmilitare, ammodernamento e meccanizzazione, la creazione delle divisioni celeri e dei reparti autotrasportati, l'ammodernamento delle artiglierie e delle armi individuali. Tuttavia questo programma, forse troppo ambizioso, fu attuato solo in parte. Il 14 novembre 1933 emanò la cosiddetta "Riforma Baistrocchi", su uniformi, gradi ed equipaggiamento del Regio Esercito, della Milizia e dei Reali Carabinieri[5]. Durante la guerra d'Etiopia favorì la costituzione di divisioni di camicie nere, comandate però da ufficiali dell'esercito. Ricoprì l'incarico di Sottosegretario di stato fino all'ottobre 1936.

Già Segretario dell'Ordine militare di Savoia, fu anche Capo di Stato Maggiore del Regio Esercito dal 1º ottobre 1934 al 7 ottobre 1936. Il 23 maggio 1936 raggiunse il grado di generale d'armata. Il 7 ottobre 1937 gli fu concesso con Regio Decreto il titolo di "Conte".

Il 25 marzo 1939 fu nominato senatore del Regno d'Italia. Nel 1944 fu collocato in riserva per raggiunti limiti d'età. Il 18 aprile 1945 fu arrestato con l'accusa di fascistizzazione dell'esercito per l'inserimento della Milizia Fascista: processato al tribunale militare di Roma, fu assolto con formula piena nel settembre 1946. Morì il 31 maggio dell'anno successivo.

Onorificenze modifica

Onorificenze italiane modifica

«Nel periodo preparatorio all'avanzata su Misurata, colla sua feconda operosità portò al maggiore grado di efficienza le opere di difesa della base e tutti gli elementi mobili di artiglieria destinati a prendere parte a tale avanzata. Nei combattimenti di misurata (8 luglio 1912) e del Gheran (20 luglio 1912) diresse l'impiego di tali elementi con eccezionale abilità, dando prova ammirabile di calma, sangue freddo ed ardimento
— Regio Decreto lettera A del 16 marzo 1913[6]
«Quale comandante di Artiglieria di un'Armata, dimostrava elettissime qualità militari, vasta e profonda competenza tecnica, preziosissime doti di organizzatore nella preparazione dell'Arma e del suo impiego. Sprezzante sempre del fuoco nemico nella sua inesauribile attività che lo ha fatto accorrere ovunque la situazione era più difficile e il pericolo più intenso. Efficacissimo coadiutore del comando nel dar vita al più stretto accordo fra i comandi delle Grandi Unità e gli organi da lui dipendenti, e nell'assicurare il più intimo collegamento tra Fanteria e Artiglieria nel combattimento. – Valtellina – Valcamonica e Val Giudicarie, marzo-novembre 1918»
— Regio Decteto n. 107 del 17 maggio 1919[6]
«Sprezzante del pericolo, si portava presso un pezzo, che aveva avuto quasi tutti i serventi fuori combattimento, e assicurava il proseguimento del tiro. Atterrato dal vicino scoppio di una granata nemica di medio calibro e colpito al capo da un sasso, nonostante lo stordimento ritornava subito al suo posto di combattimento, conservando la direzione del tiro. Val Popena Bassa, 12 settembre 1915.»
— Regio Decreto 16 novembre 1916
«In varie contingenze di guerra preparava e dirigeva, con grande abilità e perizia, l'azione d'artiglieria da lui dipendente, e dava continue e mirabili prove di slancio e coraggio personale. Vallarsa, Pasubio, Lora, Alpe di Cosmagnon, giugno, settembre, ottobre 1916.»
— Regio Decreto 25 gennaio 1917
«In numerosi aspri combattimenti fu sempre ammirevole per sereno coraggio e alto valore. Altipiano di Bainsizza, agosto-settembre 1917.»
— Regio Decreto 16 agosto 1918

Onorificenze straniere modifica

Note modifica

  1. ^ LA BATTAGLIA DI VITTORIO VENETO DEL 1918 (Ordine di Battaglia al 24 Ottobre)
  2. ^ Gian Paolo Nitti, BAISTROCCHI, Federico, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 5, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1963.
  3. ^ Camera.it.
  4. ^ AA.VV, Storia d'Italia, Novara, DeAgostini, 1991, p. 448, ISBN 88-402-9440-6.
  5. ^ sito Carabinieri
  6. ^ a b Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  7. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia n.103, 1 maggio 1934, pag.2186.

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Collegamenti esterni modifica

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