Federico Borrell García
Federico Borrell García (Benilloba, 3 gennaio 1912 – Cerro Muriano, 5 settembre 1936) è stato un anarchico spagnolo.
Anarchico miliziano antifascista durante la guerra di Spagna, presumibilmente, secondo alcune fonti, sarebbe la persona che compare nella notissima foto di Robert Capa del miliziano colpito che cade[1]. Nato nel Benilloba, Spagna, quando lasciò il luogo natale era conosciuto col soprannome di "Taino" , quinto di sei fratelli di una famiglia povera. Fece l'operaio in un mulino ad Alcoy e fondò la sezione giovanile della Federazione Iberica Gioventù Libertaria (FIJL)[2].
Entrò nella milizia antifascista dopo il golpe di Francisco Franco, combattendo con la Colonna Alcoyana, restando ucciso a Cerro Muriano, circa tredici chilometri a nord di Cordova; la veridicità del fatto sarebbe comprovata dalla circostanza che la morte di Federico Borrell García sarebbe registrata negli archivi del governo spagnolo alla data che viene data per presunta da coloro che contestano la genuinità della foto di Robert Capa. Richard Whelan nel libro Robert Capa contesta e rintuzza, "logicamente", tutte le accuse di falso rivolte a Robert Capa sulla foto in questione.[3] Inoltre a discorsi del tipo
«E fino a prossimi auspicabili ritrovamenti, nessuno potrà dire che la foto sia autentica perché ne sono stati trovati i negativi originali*(1),o perché Federico Borrell Garcia figura morto negli archivi militari»
,
viene risposto a livello legale
«DA OGGI CHIUNQUE PROPAGANDASSE ANCORA QUESTE FALSE VERITÀ DOVRÀ RISPONDERE AI LETTORI ED ALL'ORDINE DEI GIORNALISTI PER NON AVER OTTEMPERATO AL DOVERE DI VERIFICARE LE FONTI PRIMA DI DIFFONDERE UNA NOTIZIA»
[4].
È altrettanto noto che storici di varia nazionalità, fin dal 1974, ritengono aver dimostrato più che ampiamente che la foto fu un falso, una messa in scena. In Italia, il notissimo storico della fotografia, Ando Gilardi, lavorò sui negativi originali*(1) ed affermò e pubblicò su una varietà di riviste e libri che la foto fu 'combinata' e realizzata ben lontano dal fronte.
Analizzando i documenti che ipotizzano il falso fotografico ed i documenti che avallano la veridicità della fotografia si permane in un traballante dubbio; mentre parrebbe certo che Federico Borrell García fu un miliziano antifascista degno di un lungo necrologio su un giornale anarchico[5]
Note modifica
- ^ foto[collegamento interrotto]
- ^ riferimenti alla Federazione Gioventù Iberica Gioventù Libertaria (FIJL) Archiviato il 10 novembre 2007 in Internet Archive.
- ^ Molti storici locali e non, hanno recentemente (vedasi anche brano filmico con annesso studio digitale tridimensionale e geo-morfologico, pubblicato su YouTube) dimostrato però che il fronte di battaglia, il giorno della presunta morte (e relativa foto di Capa) del miliziano, era lungi ben decine di chilometri da Cerro Muriano. Riconoscimento di Richard Whelan
- ^ Riconoscimento di Richard Whelan
- ^ Federico Borrell García su giornale anarchico
Bibliografia modifica
- Richard Whelan, Robert Capa, the definitive collection, Phaidon, 2002. ISBN 0-7148-4067-X
Altri progetti modifica
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Collegamenti esterni modifica
- Robert Capa e la foto del miliziano antifascista
- articolo da El País[collegamento interrotto]
- Robert Capa Il grande fotografo di guerra che amava l'avventura, l'etica e il gin da La Repubblica
- Riconoscimento di Richard Whelan (DOC), su photographers.it.
- Federico Borrell García su giornale anarchico (PDF), su photographers.it.
- autogestione nella Spagna repubblicanadi Massimo Daviddi [collegamento interrotto], su bazarmagazine.ch.
- riferimenti alla Federazione Gioventù Iberica Gioventù Libertaria (FIJL) (PDF), su acrataz.oziosi.org. URL consultato il 31 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2007).
- giornale anarchico dell'epoca che commemora Federico Borell Garcia (PDF), su photographers.it.
- articolo in particolare del giornale anarchico dell'epoca che commemora Federico Borell Garcia (JPG), su digidownload.libero.it.
- Robert CAPA Il grande fotografo di guerra che amava l'avventura, l'etica e il gin di Irene Bignardi
