Ferdinando Bubna

militare austriaco
(Reindirizzamento da Ferdinand von Bubna und Littitz)

Il conte Ferdinand Antonín von Bubna und Littitz, noto in Italia come Ferdinando Bubna, (Zámrsk, 26 novembre 1768Milano, 6 giugno 1825) è stato un militare boemo dell'Imperiale e regio esercito austriaco. Fu feldmaresciallo, governatore generale del Piemonte, Nizza e Savoia durante il dominio asburgico e dal 1818 comandante generale di Milano, carica che mantenne fino alla morte.

Ferdinand Antonín
conte di Bubna von Littitz
NascitaZámrsk, 26 novembre 1768
MorteMilano, 6 giugno 1825
Luogo di sepolturaCimitero di San Gregorio, Milano
poi Castello di Zámrsk
EtniaBoemo
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Impero austriaco Impero austriaco
Forza armataEsercito imperiale austriaco
Gradofeldmaresciallo
GuerreGuerre napoleoniche
Moti del 1820-1821
CampagneCampagna di Lione (1815)
BattaglieBattaglia di Lipsia
Battaglia di Grenoble
Battaglia di Novara (1821)
voci di militari presenti su Wikipedia

Biografia modifica

 
La tomba del conte Bubna presso il demolito cimitero di San Gregorio a Milano.

Di nobile famiglia boema. Morì improvvisamente a Milano la sera del 6 giugno 1825 dopo una breve malattia.[1] Dopo solenni esequie militari venne sepolto in un imponente monumento al cimitero di San Gregorio[2] fuori da Porta Venezia, dismesso alla fine dell'Ottocento. Alla demolizione del cimitero le sue spoglie furono, secondo il desiderio della famiglia, inviate in Boemia[3] dove oggi riposano nel castello di Zámrsk.

Onorificenze e riconoscimenti modifica

Onorificenze austriache modifica

Onorificenze straniere modifica

Note modifica

  1. ^ Tamburini e Valdoni, p. 115.
  2. ^ R. Barbiera, Figure e figurine del secolo XIX, Quinto migliaio, Milano, Fratelli Treves Editori, 1908, p. 106. Ospitato su archive.org.
    «Il conte Bubna; la cui gigantesca tomba di grigio granito col solo nome slavo Bubna, scolpito a enormi lettere, stette solitaria sino a qualche anno fa, nello squallido e ora distrutto cimitero di San Gregorio di Milano, ad attestare la potenza della spada, che per tanti anni gravò sulla terra lombarda.»
  3. ^ Gianetti, p. 19.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN20552781 · ISNI (EN0000 0000 5424 8694 · CERL cnp00567585 · LCCN (ENno2007115196 · GND (DE122032330 · WorldCat Identities (ENlccn-no2007115196