Festa dei Banderesi

La Festa dei Banderesi è un'antica festa dedicata a Sant'Urbano[disambiguare]; l’evento trae origine da una contesa militare tra i comuni di Bucchianico e Chieti in epoca medievale.

Festa dei Banderesi
LuogoBucchianico
AnniXIV secolo-oggi
FrequenzaAnnuale
Datefine maggio
OrganizzazioneCittadini delle contrade.

L'evento può vantare il Patrocinio della Commissione Nazionale dell’Unesco, nonché quello del Ministero per i Beni e le Attività culturali. Inoltre ha avuto l’onore di ottenere l’adesione[non chiaro] del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Gli esperti della materia la considerano tra le più interessanti[in che senso? Dal punto di vista storico? Folklorico? O cosa?] d’Italia.

La storia della Festa modifica

Le origini modifica

La festa prende origine da una disputa che ci fu nel XIV sec. tra chietini e bucchianichesi circa i confini. L’esercito chietino era prossimo alle mura e i bucchianichesi si preparavano a respingere un attacco che si preannunciava fatale per Bucchianico. Ma Sant’Urbano andò in sogno al Sergentiere, capo della milizia, (questa figura è ereditaria ed appartiene da secoli alla famiglia Tatasciore) e gli suggerì di far correre gli uomini, contraddistinti da fasce rosse e azzurre e con un pennacchio di piume colorate, sui merli delle mura in andirivieni per far sembrare l’esercito più numeroso di quanto realmente fosse. Nel frattempo, la popolazione delle campagne si era rifugiata, condotta dal Banderese, dentro le mura di Bucchianico. Il trucco funzionò e i chietini, spaventati, desistettero dall’attaccare.

La festa oggi modifica

A ricordo di questo fatto, da allora si continua a fare la “ciammaichella”, le donne di Bucchianico sfilano per le vie del piccolo borgo in eleganti abiti della tradizione abruzzese e sul capo enormi canestri pieni di coloratissimi fiori di carta crespata, realizzati dalle stesse donne, di sera, recitando il rosario. Sono poi completati e sistemati in canestri che vengono portati in testa dalle “pacchianelle”, dalle ragazzine piccolissime.

Gli uomini, invece, costruiscono i carri. Alcuni sono curati dalle contrade, con temi inerenti alla vita contadina, quattro sono invece realizzati dalla famiglia del Banderese ed hanno temi prestabiliti perché rappresentano quello che il contadino, minacciato dagli assedianti, portarono con loro scappando, come sfollati, entro le mura di Bucchianico (il pane, il letto, la legna, il vino). Spesso ce n’è un quinto (quello del ringraziamento) realizzato dai giovani della famiglia del Banderese.

Questo corteo sfila per la città il 23 maggio, aperto dal gruppo famigliare del Banderese, che porta il vitello infiocchettato, l'immagine del Santo patrono e diversi donativi compresi i canestri con i fuori di cartapesta, e i carri del Letto, del Pane, del Vino; dopo la sosta nel campo sportivo, il corteo procede verso il Monumento ai Caduti, dove il sergentiere accoglie i "banderesi", facendoli entrare nel paese attraverso la chiesa di Sant'Urbano Papa, imboccando il Corso Pierantoni. Il 24 maggio, la vigilia della festa vera e propria, si celebra Sant'Urbano, il 25 si effettua la colazione con spezzatino di vitello in ricordo della ricca colazione fatta dai soldati di Chieti prima di assediare il paese; successivamente il sindaco consegna l'Arma Santa al sergentiere in Piazza San Camillo de Lellis, si raggiunge la casa natale del santo, mentre poi la festa di sposta sul sagrato di Sant'Urbano, dove il sindaco consegna ai banderesi la "Banijra" (color rosso) con lo stendardo azzurro; il banderese e il sergentiere montano a cavallo e rimangono così sino alla fine della festa, mentre la popolazione si raccoglie nella chiesa, venerando la reliquia di Sant'Urbano, per poi uscire per il centro storico tra giochi e canti.

Il 26 maggio, ultimo giorno, dopo il grande pranzo serale, la gente sfila per le principali chiese di Bucchianico (San Francesco, Madonna del Purgatorio, San Camillo de Lellis, Sant'Urbano, Santa Chiara), per effettuare l'Offerta dei Ceri presso il reliquiario di Sant'Urbano.

Contenuti storici ed antropologici modifica

  • Una lite sui confini tra Chieti e Bucchianico che si protrasse dal 1304 al 1335 è documentata.
  • A suffragare l’esistenza di una importante processione di popolo, con stendardi, carri trionfali, cori, fiori, armi sante e la parata di armigeri, nel giorno di Sant’Urbano vi sono le testimonianze depositate da diversi bucchianichesi in occasione del processo di santificazione di San Camillo che nacque a Bucchianico proprio il 25 maggio 1550, mentre a Bucchianico si festeggiava Sant’Urbano.
  • Di epoca più recente è la descrizione della festa che fece la moglie del generale Pianell che il 25 maggio 1860 venne a Bucchianico per vedere la famosa festa detta della “giammaichella”.

Bibliografia modifica

  • Alessandra Del Signore, "Rievocazioni storiche in Abruzzo: destinazioni di successo per la destagionalizzazione dell'offerta turistica (La Festa dei Banderesi a Bucchianico; La Giostra cavalleresca a Sulmona; A la corte de lo governatore a Civitella del Tronto", Chieti, 2006.
  • Giuseppe Profeta, "Bibliografia delle tradizioni popolari abruzzesi", Indiana University, 1964.
  • Giovanni Pansa, Camillo Minieri-Riccio, "Bibliografia storica degli Abruzzi", Carabba, 1891.
  • Giuseppe Pitrè, "Bibliografia delle tradizioni popolari d'Italia", C. Clausen, 1894.
  • Emiliano Giancristofaro, "Tradizioni popolari d'Abruzzo",Newton Compton, 1995.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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