Filippo Cesarini

duca di Civitanova

Filippo I Cesarini, IV duca di Civitanova, II signore di Genzano (Roma, ... – Roma, 10 febbraio 1685), è stato un nobile italiano, quarto duca di Civitanova Marche.

Epigrafe sulla facciata della chiesa Collegiata di S. Maria Maggiore a Lanuvio in ricordo del restauro commissionato da Filippo Cesarini nel 1675
Stemma Cesarini

Biografia modifica

Nacque a Roma da nobile famiglia, era figlio di Giangiorgio II Cesarini, III duca di Civitanova, e di sua moglie Cornelia Gaetani.

Chierico di Camera, nel dicembre 1655 fece parte della delegazione di ecclesiastici inviata da papa Alessandro VII per ricevere alle porte di Roma l'ex regina Cristina di Svezia.[1]

Nel 1657 fu nominato referendario apostolico di entrambe le Segnature.[2]

Dopo la morte del fratello, Giuliano III (1618-1655), passò allo stato laicale (nonostante la fondata possibilità del cardinalato[3]) succedendo ai diritti della primogenitura e chiese di essere messo in possesso anche della carica di gonfaloniere perpetuo del Popolo Romano e degli emolumenti annessi alla carica.

Incontrò qualche ostacolo sotto Alessandro VII, in quanto già Chierico di Camera, ma il successore Clemente X il 23 maggio del 1668 sottoscrisse il motu proprio concedendogli tale privilegio.[4]

Il 28 settembre 1675 ricevette l'Ordine dello Spirito Santo, insieme ad altri due nobiluomini romani, presso la chiesa di San Luigi dei Francesi; per l'occasione fu allestito un solenne corteo con carrozze di rappresentanza.[5] A Genzano, nel 1677, fece edificare la chiesa di San Sebastiano[6] (situata in piazza San Sebastiano fino al 1916, quando fu distrutta) e fece realizzare il tridente di vie della cittadina dall'architetto Tommaso Mattei.

Morì a Roma, ma volle essere sepolto nella collegiata di Santa Maria Maggiore di Lanuvio[7], che nel 1675 egli fece rinnovare dalle fondamenta, facendo anche erigere, tra le altre, una cappella a San Filippo Neri.[8]

Ultimo duca di Civitanova Marche, con lui si estinse la famiglia Cesarini; si ricostituì, poi, ex foeminis, mediante il matrimonio della nipote Livia Cesarini con Federico Sforza di Santa Fiora (1651-1712).[9]

Note modifica

  1. ^ Giuseppe de Novaes, Elementi della storia de' sommi pontefici co loro ritratti in rame da S. Pietro sino al ... Pio papa VI, V, Casaletti, 1778, p. 129.
  2. ^ C. Weber (a cura di), Legati e governatori dello Stato Pontificio (1550-1809) (PDF), Roma, Ministero Beni Att. Culturali, 1994, p. 573. URL consultato il 5 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2022).
  3. ^ Nicola Ratti, p. 203.
  4. ^ Nicola Ratti, p. 295.
  5. ^ Marcello Fagiolo, Carlo Còccioli (a cura di), Il "gran teatro" del barocco, Roma, De Luca, 2007, p. 200.
  6. ^ Pompeo Litta, Famiglie celebri di Italia. Cesarini di Roma, Milano, Tipografia del Dott. Giulio Ferrario, 1821.
  7. ^ Della città di Lanuvio promosse un restauro complessivo. Cfr. Chiara Mannoni, Filippo Cesarini, Carlo Fontana e la campagna di restauri che ammodernò Lanuvio nel 1675 (PDF), su ducatocesarini.it.
  8. ^ Maria Luisa Madonna, Atlante del barocco in Italia: Provincia di Roma, Roma, De Luca Editori d'Arte, 2002, p. 155.
  9. ^ Mario Tosi, La società romana dalla feudalità al patriziato (1816-1853), Roma, Storia e Letteratura, 1968, p. 66.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica